La BCE mette in pausa tagli tassi con rebus dazi Trump, la risposta di Lagarde che gela i BTP

24/07/2025

La BCE dice alt a ciclo taglio tassi: pausa o stop? La frase di Lagarde che non è piaciuta soprattutto ai BTP e agli altri bond dell’area euro.

La BCE mette in pausa tagli tassi con rebus dazi Trump, la risposta di Lagarde che gela i BTP

Come da attese, nella giornata di oggi giovedì 24 luglio 2025, in occasione dell’ultimo BCE Day prima della pausa estiva, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea capitanata da Christine Lagarde ha lasciato invariati i tassi di interesse dell’area euro.

I tassi sui depositi, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale sono rimasti così fermi rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%.

La presidente della BCE Christine Lagarde ha preso poi la parola nella conferenza stampa successiva all’annuncio dei tassi per commentare e spiegare la decisione presa dall’Eurotower e per rispondere alle domande dei giornalisti.

BCE annuncia stop taglio tassi dopo 8 sforbiciate dal giugno del 2024

Come al solito, da Lagarde non è arrivata alcuna indicazione chiara sul trend futuro dei tassi.

Interpellata sulla direzione della politica monetaria, la numero uno dell’istituzione ha proferito dichiarazioni che gli operatori di mercato sono abituati a sentire ormai da molto, forse per alcuni di loro da troppo tempo.

La BCE continuerà a dipendere dai dati macroeconomici”; la BCE prenderà le proprie decisioni di “riunione in riunione”; “la BCE non si impegna a seguire alcun percorso predeterminato dei tassi”: tutte frasi che sanno ormai di dichiarazioni preconfezionate, che Lagarde tira fuori nel corso di ogni conferenza stampa che faccia seguito agli annunci del Consiglio direttivo.

Tanto più ora, nel pieno dei negoziati tra l’Unione europea e l’amministrazione Trump per arrivare a un accordo commerciale che scongiuri, per l’Europa, il peggio di quei dazi del 30% che sono stati annunciati dal presidente americano una decina di giorni fa.

Altra frase che è stata ribadita è che l’Eurotower versa in una “buona posizione”, il che significa che, detto in termini semplici, l’istituzione può permettersi di rimanere con le mani in mano.

D’altronde, il suo lavoro la BCE lo ha fatto, tagliando il costo del denaro dell’Eurozona ben otto volte dal giugno del 2024, ovvero da quando ha iniziato ad allentare la politica monetaria dopo i rialzi dei tassi anti-inflazione varati nel 2022 e nel 2023, fino alla riunione dello scorso 5 giugno.

A quella carrellata di strette monetarie, la BCE ha dimostrato di aver risposto con una sfilza di tagli dei tassi, grazie al dietrofront dell’inflazione e nel tentativo di rimettere in moto una economia a rischio recessione.

Nel mentre, si è palesata una sorpresa positiva.

Il grafico mostra il trend del tasso sui depositi della BCE dal 1999 a oggi Il grafico mostra il trend del tasso sui depositi della BCE dal 1999 a oggi Tra tagli e rialzi, il grafico riassume il trend dei tassi di interesse dell'area euro (riferimento al tasso sui depositi) deciso dalla BCE dal gennaio 1999 al giugno del 2025. (Fonte: LSEG DataStream/Reuters/Sumanta Sen)

Nessuna recessione nell’area euro, Lagarde tranquilla con zero SOS dal PIL

A dispetto dei gufi, in Eurozona la recessione non si è presentata, il che significa che Francoforte non avverte l’urgenza di soccorrere un’economia che, come ha detto oggi Lagarde, ha riportato una crescita “in linea se non migliore del nostro scenario di base”.

Di qui, la scelta di mettere per ora il punto al ciclo dei tagli dei tassi.

Non solo: la minaccia della disinflazione, tanto agitata da alcuni economisti ed esperti da un bel po’, a causa del rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro, la numero uno della Banca centrale europea non la percepisce.

Altro punto: sebbene i rischi per l’economia dell’Eurozona continuino a essere orientati al ribasso, il raggiungimento di un accordo commerciale tra l’Europa e gli Stati Uniti potrebbe spazzare tutte quelle incognite che oggi gravano sui mercati, liberando la crescita dell’economia (e anche dell’inflazione) da quei freni che al momento la stanno imbrigliando. La verità dunque è che, per ora, la soluzione migliore per Lagarde è optare per lo status quo.

Detto questo, la novità di oggi che i mercati finanziari non hanno preso affatto bene è che Lagarde non solo ha ribadito come non ci sia al momento nessuna fretta di agire. La presidente della BCE non ha escluso neanche la possibilità che la politica monetaria torni a essere caratterizzata non dall’arrivo di altri tagli dei tassi, ma dall’opposto, ovvero dalle strette monetarie.

Lagarde gela BTP e i bond euro. La frase che non è piaciuta ai mercati

Nel rispondere a una domanda che le è stata posta nel corso della conferenza stampa, Lagarde ha ammesso infatti candidamente che “non potrà escludere nulla”, neanche un rialzo dei tassi.

A dire come andranno le cose “sarà il futuro”, ha sottolineato, insieme al “lavoro della BCE”. Una risposta, questa, che ha gelato i mercati, soprattutto i Titoli di Stato dell’area euro, BTP inclusi, che sono finiti nel mirino dei sell, come conferma il trend dei rendimenti.

I rendimenti dei BTP a 10 anni sono saliti infatti di 7 punti base, al 3,53%; di 7 punti base sono aumentati anche i rendimenti dei Titoli di Stato di Grecia e Portogallo, avanzati rispettivamente al 3,36% e al 3,11%.

I rendimenti dei Bund hanno riportato un progresso di 5 punti base al 2,69%, mentre quelli dei bond sovrani di Francia e Spagna hanno messo a segno rialzi di 6 punti base, posizionandosi rispettivamente al 3,36% e 3,29%. (A tal proposito, va segnalato come i rendimenti degli OAT francesi siano tornati a oscillare allo stesso valore dei rendimenti dei Titoli di Stato greci, superando al contempo i rendimenti dei Bonos spagnoli).

Riguardo al mercato azionario, l’indice Ftse Mib di Piazza Affari ha concluso la giornata di contrattazioni in calo dello 0,20%, a quota 40.599,68 punti.

Il Dax della borsa di Francoforte ha segnato un progresso dello 0,28%, mentre la borsa di Parigi ha chiuso in flessione dello 0,35%. L’indice benchmark dell’azionario europeo Stoxx Europe 600 è avanzato dello 0,24%, mentre il rapporto euro-dollaro ha limato le perdite, quasi invariato a quota $1,177. Lo spread BTP-Bund ha chiuso in lieve rialzo attorno a 87 punti base.

Cosa succede ora e cosa stanno prezzando i mercati

Sicuramente, il lavoro della BCE non è affatto semplice. L’annuncio dei dazi di Trump ha complicato inevitabilmente la sua missione, scalfendo la capacità del suo stesso staff - ma anche di quello della Fed e di altre banche centrali - di formulare previsioni attendibili: non solo a causa dell’impatto negativo che in teoria quelle tariffe dovrebbero avere sulla crescita dell’inflazione e del PIL dell’area euro ma anche, nel caso dell’Eurotower, per la risposta che l’Unione europea potrebbe decidere di dare a quei dazi.

La BCE di Lagarde sta valutando inoltre anche gli effetti di alcune scelte che Bruxelles ha già fatto per rispondere ad altre necessità di natura geopolitica, tra cui quella di dotarsi di un esercito comune, incrementando le spese per la difesa. Una mossa che avrebbe effetti di per sé inflazionistici, così come li avrebbe il bazooka fiscale concepito dalla Germania.

Di qui, la necessità della Banca centrale europea di considerare forze contrarie, fattore che rende al momento decisamente difficile riuscire a elaborare il futuro del PIL e dell’inflazione del blocco.

Vero è che c’è chi ha anticipato, già prima dell’annuncio sui tassi arrivato oggi dalla BCE, che il ciclo dei tagli dei tassi culminato nella ultima sforbiciata del 5 giugno è destinato ad andare avanti. Si è trattato di Martin Van Vliet, Global Macro Strategist di Robeco, che ha scritto in una nota che “le proiezioni dello staff dell’Eurosistema lasciano spazio a un ulteriore allentamento ”.

Lo strategist ha ricordato che “ l’inflazione headline (dell’Eurozona) è tornata al target del 2% , mentre l’inflazione core è vicina al 2,3%” e che “per il 2026, la BCE prevede ora un’inflazione all’1,6% e un’inflazione core all’1,9%”. Elementi che lasciano a suo avviso “spazio a un taglio dei tassi”, in un contesto in cui, “con le tensioni commerciali che rimangono elevate e l’euro ponderato per il commercio in rialzo di oltre il 6% da inizio anno, è facile immaginare uno scenario in cui la crescita torni allo 0% ”.

Van Vliet ha presentato di conseguenza una view dovish, sottolineando che il mix di fattori potrebbe avallare ulteriori stimoli monetari. Ovvero? “ il taglio del tasso di deposito all’1,75% non dovrebbe essere considerato una decisione significativa, mentre un’ulteriore riduzione al di sotto di tale livello sarebbe vista come un passo più importante”, dal momento che in questo ultimo caso i tassi dell’Eurozona scenderebbero al di sotto dell’intervallo neutrale dell’1,75-2,25% individuato dallo staff della BCE.

Ma la BCE a questo punto procederà davvero ad almeno un altro taglio dei tassi: quello che i mercati avevano iniziato a pregustare, guardando alle prossime riunioni della BCE in calendario nel 2025, a seguito della pausa di agosto?

I mercati non sembrano esserne più sicuri. Lo ha fatto notare Giorgio Broggi, Portfolio Manager di Moneyfarm, che ha commentato l’esito della riunione di oggi del Consiglio direttivo della Banca centrale europea scrivendo che, “sebbene la decisione (dello status quo sui tassi) fosse ampiamente prevista, le prospettive restano fortemente incerte ”.

Broggi ha spiegato che la BCE “ha fatto riferimento sia alla resilienza economica dell’Area Euro sia all’aumento dei rischi legati alle tensioni commerciali globali”, aggiungendo che “ ora i mercati prezzano come scenario base l’assenza di ulteriori tagli dei tassi nel corso di quest’anno”.

In attesa di conoscere l’eventuale accordo commerciale tra Bruxelles e Washington, il gestore ha infine ricordato che “la fiducia rimane bassa” e che “i prossimi sviluppi nei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea potrebbero generare ulteriore volatilità”.

In poche parole, l’attenti sui mercati rimane, in una condizione in cui la BCE sembra aver deciso di superare le proprie perplessità e le incognite che si stagliano all’orizzonte tagliando la testa al toro: ovvero, rimanendo semplicemente a guardare. Chissà, a questo punto, per quanto tempo.

Money.it ha seguito gli aggiornamenti del BCE Day in tempo reale

Gli aggiornamenti in diretta di Money.it dell’ultimo BCE-Day prima della pausa estiva.

Lagarde troppo ottimista? BTP e bond euro sbandano

La fiducia apparentemente sconfinata che la presidente della BCE Christine Lagarde ha dimostrato di avere nei confronti della crescita dell’economia dell’Eurozona e le frasi decisamente confortanti come quella che ha confermato che nel blocco “la liquidità abbonda” - pur con la fine dei bazooka monetari APP e PEPP - unita alla risposta secondo cui sui movimenti futuri dei tassi non può essere escluso nulla - gela i mercati, in particolare quelli dei Titoli di Stato dell’Eurozona. Venduti i BTP, che vedono i rendimenti a 10 anni balzare di 8 punti base al 3,54%. In rialzo anche i rendimenti dei Bund tedeschi (+6 pb al 2,70%), degli OAT francesi (+7 pb al 3,37%), della Grecia (+8 pb al 3,38%), del Portogallo (+8 pb al 3,12%).

Si è conclusa la conferenza stampa di Lagarde

Si è conclusa la conferenza stampa con cui Christine Lagarde ha risposto alle domande dei giornalisti, spiegando i motivi per cui la BCE ha deciso di lasciare i tassi di interesse invariati.

Tassi fermi e perfino in rialzo? Lagarde, “Non escluderò nulla”

Ma la BCE potrebbe per caso tornare ad alzare i tassi? Nel precisare che la decisione del Consiglio direttivo di oggi di lasciare i tassi di interesse fermi è stata “unanime”, Lagarde ha risposto che a rispondere a questa domanda sarà il futuro. “Potrebbero esserci movimenti diversi? Sarà il futuro a dirlo. Sarà il nostro lavoro a dirlo. Non escluderò niente”. E sulla posizione in cui versa ora la BCE, “potreste dire che siamo fermi. Ci troviamo in una situazione in cui aspettiamo a vedere” cosa accadrà.

BCE, fine bazooka monetari QE e PEPP? Lagarde, “La liquidità abbonda”

Nel commentare la fine dei bazooka monetari QE-Quantitative easing e del PEPP, Lagarde ha fatto notare che, anche con la spina che è stata staccata da Francoforte a quei piani, “c’è molta liquidità sul mercato”. “La liquidità abbonda”, ha continuato la presidente della Banca centrale europea.

BCE, Lagarde: crescita economia in linea se non migliore del nostro scenario di base

“La crescita (dell’economia dell’area euro) è in linea se non migliore del nostro scenario di base” . Così la presidente della BCE rispondendo in conferenza stampa a una domanda che le è stata posta dai giornalisti. “Siamo fdiuciosi che gli shock inflazionistici siano alle nostre spalle”. Sul rischio di una disinflazione che possa trasformarsi in una deflazione, Lagarde ha detto che “ci saranno sempre quei due o tre governatori molto preoccupati di una inflazione che andrà al di sotto del target”. Ma il punto è che per ora la BCE naviga praticamente a vista, visto che “gli impatti disinflazionistici o inflazionistici non possono essere ancora determinati”. Ci saranno in ogni caso “colli di bottiglia a seguito dei dazi”, ha aggiunto.

BCE, Lagarde non teme rischio disinflazione eccessiva

Nelle proiezioni macroeconomiche della BCE “è già contemplato lo scenario di un’inflazione dell’area euro che cresca al ritmo inferiore al target del 2%”. Lo ha detto Lagarde nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi. Ma la presidente della BCE non si è mostrata particolarmente preoccupata per il rischio dell’avvento di una disinflazione eccessiva, ricordando che ciò che interessa alla Banca centrale europea è il trend dell’inflazione nel medio periodo e facendo notare che, sotto questo punto di vista, le aspettative (sull’inflazione) rimangono ancorate ai desiderata dell’Eurotower.

Lagarde ribadisce fiducia in crescita PIL euro sostenuta da consumi e investimenti

Non puntiamo a nessun rapporto di cambio specifico”. Così Lagarde nel rispondere ai recenti movimenti del rapporto euro-dollaro, che ha puntato verso l’alto a causa della crisi della fiducia che ha colpito la valuta americana. Nessun allarme dunque per ora riguardo al rischio di un processo disinflazionistico troppo pronunciato che, a causa della solidità dell’euro, potrebbe interessare l’Eurozona. Lagarde ha affermato che “gli indicatori relativi all’inflazione sottostante suggeriscono che l’inflazione si stabilizzerà al target ” deciso dalla BCE, pari al 2%, mettendo in evidenza che “i costi del lavoro hanno continuato a rallentare” e aggiungendo che “le aspettative sull’inflazione di più lungo termine continuano a oscillare attorno al 2%”. I “salari continuano ad andare nella giusta direzione”, ha detto ancora la numero uno della Banca centrale, pur ammettendo che “l’outlook sull’inflazione è più incerto del solito”.

Riguardo al PIL, Lagarde ha ammesso che la crescita del primo trimestre in Eurozona è stata sorprendentemente solida, anche grazie “all’aumento dei consumi e degli investimenti”: fenomeno che non si è verificato, ha tenuto a precisare, solo in Irlanda. Certo, “i rischi per la crescita rimangono orientati verso il basso a causa delle tensioni commerciali globali” e “il deterioramento del sentiment di mercato potrebbe dar vita a una maggiore avversione al rischio”, così come “le tensioni geopolitiche potrebbero rappresentare una fonte maggiore di incertezza”.

Lagarde, crescita PIL euro I trimestre più solida delle attese, ma dazi Trump complicheranno investimenti aziende

“Nel primo trimestre (del 2025) l’economia (dell’area euro) è cresciuta più delle attese e i dati che emergono dai sondaggi indicano una espansione (del PIL) nel complesso modesta”. Lo ha detto Lagarde nel motivare la scelta della BCE di lasciare invariati i tassi. La numero uno della BCE ha tuttavia avvertito che “i dazi più alti (di Trump) renderanno più difficili gli investimenti delle aziende”.

Allo stesso tempo, “la solidità del mercato del lavoro, la crescita dei redditi reali, i bilanci solidi delle aziende sostengono i consumi” e gli investimenti in arrivo concepiti dall’UE nella difesa e nelle infrastrutture “ dovrebbero sostenere la crescita ”.

BCE, iniziata la conferenza stampa di Christine Lagarde

Iniziata la conferenza stampa con cui la presidente Christine Lagarde spiegherà la decisione della BCE di lasciare fermi i tassi di interesse dell’Eurozona, rispondendo alle domande dei giornalisti. Lagarde ha confermato che la Banca centrale non si impegna a seguire un percorso prestabilito di politica monetaria e che pertanto rimarrà dipendente dai dati macroeconomici.

Euro-dollaro e Ftse Mib accelerano lievemente al ribasso post annuncio tassi BCE

Subito dopo l’annuncio sui tassi da parte della BCE e in attesa delle dichiarazioni della presidente della BCE Christine Lagarde, in occasione della conferenza stampa che inizierà alle 14.45 ora italiana, il rapporto EUR-USD punta ulteriormente verso il basso, perdendo lo 0,16%, a quota $1,1751.

Anche il Ftse Mib accelera lievemente al ribasso, soffrendo una perdita pari a -0,38%, a quota 40.544,82 punti. La Borsa di Francoforte fa dietrofront rispetto ai massimi intraday, riportando un rialzo dello 0,41%, mentre Parigi è praticamente piatta.

La BCE non tocca i tassi dopo 8 tagli dal giugno del 2024. Il comunicato

Di seguito il comunicato con cui la BCE di Christine Lagarde ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse dell’area euro, confermando il tasso sui depositi al 2%, dopo l’ottava sforbiciata di giugno.

“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. L’inflazione è pari attualmente al nostro obiettivo del 2% a medio termine. Le nuove informazioni sono sostanzialmente in linea con la valutazione precedente del Consiglio direttivo circa le prospettive di inflazione. Le pressioni interne sui prezzi hanno continuato ad attenuarsi, a fronte di un rallentamento dei salari. Anche grazie alle passate riduzioni dei tassi di interesse decise dal Consiglio direttivo, sinora l’economia ha mostrato nel complesso buona capacità di tenuta in un difficile contesto mondiale. Al tempo stesso, il panorama resta eccezionalmente incerto, soprattutto a causa delle controversie commerciali. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine.

Per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, il Consiglio direttivo seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione e dei rischi a esse associati, considerati i nuovi dati economici e finanziari, nonché della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.

I tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rimarranno invariati al 2,00%, al 2,15% e al 2,40%, rispettivamente.

Programma di acquisto di attività (PAA) e Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)

I portafogli del PAA e del PEPP si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi.

La Presidente della BCE illustrerà i motivi di tali decisioni nella conferenza stampa che avrà luogo questo pomeriggio alle 14.45 (ora dell’Europa centrale)”.

La BCE lascia tassi fermi come da attese

Il Consiglio direttivo della BCE ha annunciato di avere confermato i tassi sui depositi, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%.

Euro-dollaro in calo in attesa annuncio tassi BCE. Rendimenti BTP ancora in rialzo, Ftse Mib giù

In attesa dell’annuncio sui tassi da parte del Consiglio direttivo della BCE, il rapporto EUR-USD accelera lievemente al ribasso, registrando una perdita dello 0,12% circa, a quota 1,1755. Su base settimanale, la moneta unica ha guadagnato lo 0,81% nei confronti del dollaro USA.

Sul mercato dei titoli di Stato italiani, i rendimenti dei BTP a 10 anni rimangono in rialzo al 3,50%, con lo spread BTP-Bund che oscilla attorno a quota 86 punti base.

A Piazza Affari il Ftse Mib segna un ribasso dello 0,23%, scendendo a quota 40.602,70 punti. STMicroelectronics riaffonda ai minimi della seduta, crollando di oltre il 12%. Tra i titoli migliori, Prysmian, Saipem, Ferrari, Campari.

Borse europee contrastate, resiste Francoforte. Occhio a Wall Street post utili Tesla e Alphabet

Borse europee contrastate in attesa dell’annuncio sui tassi della BCE, in arrivo alle 14.15 ora italiana.

Sotto pressione ancora il Ftse Mib di Piazza Affari, che sconta le perdite di alcune azioni, in primis di STMicroelectronics. I sell colpiscono anche il colosso del lusso Moncler, che ha alzato anch’esso il velo sui conti.

Giù anche la borsa di Parigi, mentre resiste la borsa di Francoforte.

L’indice di riferimento dell’azionario europeo Stoxx 600 sale dello 0,30% circa. Contrastato anche il trend dei futures sui principali indici azionari americani. I futures sull’indice S&P 500 sono praticamente piatti, mentre i futures sul Nasdaq Composite riportano un progresso dello 0,27% circa. Giù invece i contratti sul Dow Jones Industrial Average (-0,40%).

Sotto i riflettori a Wall Street i risultati di bilancio che sono stati comunicati nella sessione di ieri dal colosso di Elon Musk Tesla, che vede le azioni scivolare del 6% in premercato e da Alphabet, mentre nel pieno della stagione delle trimestrali USA fioccano previsioni varie sul trend futuro di diverse azioni.

Ftse Mib in rosso nel BCE Day, zavorrato da STM, Pop Sondrio, Moncler

Dopo aver avviato la sessione odierna in territorio positivo, il Ftse Mib della Borsa di Milano ha virato quasi subito in rosso, affossato dai sell che si sono abbattuti subito sulle azioni del colosso dei chip STMicroelectronics, a seguito della pubblicazione dei conti.

Affondato nei minimi intraday fino a oltre -12%, il titolo STM riduce le perdite, collassando comunque di oltre il 9%.

A poche ore dall’annuncio sui tassi della BCE, previsto alle 14.15 ora italiana, il Ftse Mib cede lo 0,23%, a quota 40.605,76 punti.

In forte ribasso anche le azioni della Banca Popolare di Sondrio, mentre procede la conquista finale della banca valtellinese da parte di BPER con il proseguio della riapertura dei termini per aderire all’OPAS. Il titolo scivola del 5,6% circa.

Giù dopo la pubblicazione dei conti anche Moncler, il cui titolo sconta anch’esso la diffusione della trimestrale, che ha messo in evidenza un utile netto di gruppo di 153,5 milioni di euro, in ribasso rispetto ai 180,7 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente.

Euro-dollaro osservato speciale dopo quell’alert

Sul mercato del forex e in attesa dell’annuncio sui tassi della BCE, il rapporto EUR-USD è quasi ingessato, in lieve discesa, a quota $1,1762. La corsa dell’euro è una delle ragioni principali che le colombe hanno addotto più volte per cercare di convincere Christine Lagarde a procedere con maggiore determinazione all’allentamento della politica monetaria.

Il vice di Lagarde, ovvero il vicepresidente della BCE Louis de Guindos, ha anche presentato nelle ultime settimane una sorta di soglia pericolo per il cambio euro-dollaro, mentre c’è chi, già da un po’, ha ricordato le minacce disinflazionistiche, se non deflazionistiche, rappresentate dal rafforzamento della moneta unica, chiedendo a Lagarde di sfornare un vero e proprio bazooka.

Deutsche Bank, azioni in rally alla borsa di Francoforte

Alla borsa di Francoforte in evidenza il trend delle azioni di Deutsche Bank, che balzano di oltre il 4% dopo la pubblicazione dei conti. La prima banca tedesca ha annunciato di avere concluso il secondo trimestre del 2025 con un utile netto attribuibile agli azionisti pari a 1,485 miliardi di euro, meglio degli 1,2 miliardi stimati da Reuters.

La redditività si è confermata in forte ripresa rispetto alla perdita di 143 milioni sofferta nel secondo trimestre del 2024, quando gli utili erano stati colpiti dagli accantonamenti legali collegati al takeover di Postbank da parte di Deutsche Bank.

I ricavi del gruppo bancario si sono attestati nel secondo trimestre del 2025 a 7,804 miliardi di euro, in linea praticamente con i 7,76 miliardi di euro previsti da LSEG.

Spread BTP-Bund attorno a quota 85, rendimenti 10 anni in rialzo al 3,50%

Spread BTP-Bund a 10 anni in lieve calo a 85 punti base circa nel giorno della decisione sui tassi della BCE. I rendimenti dei BTP a 10 anni salgono di 4 punti base al 3,50%.

Borse europee su con speranze dazi Trump. Ftse Mib azzera rialzi, STM affonda -12%

Positivo il trend delle borse europee, che prezzano la possibilità di un imminente accordo commerciale sui dazi tra l’Unione europea e l’amministrazione USA di Donald Trump.

Dopo aver scioccato Bruxelles una decina di giorni fa annunciando dazi del 30% sui beni che gli Stati Uniti importano dall’UE, a partire dal prossimo 1° agosto, Trump nelle ultime ore si è confermato più flessibile affermando che, se l’Europa “aprirà i suoi mercati ai prodotti USA, abbasseremo i dazi”.

Le indiscrezioni puntano su uno scenario di dazi contro l’Europa del 15%, anche se i dazi imposti sull’acciaio rimarrebbero comunque fermi al 50%, stando ad alcune fonti vicine ai negoziati tra Bruxelles e Washington.

In attesa dell’annuncio sia di un ipotetico accordo commerciale che delle decisioni di politica monetaria della BCE, l’indice di riferimento Stoxx Europe 600 avanza dello 0,65%. Bene la borsa di Francoforte, che sale di oltre l’1%, mentre la borsa di Parigi segna un progresso pari a +0,60%.

Occhio al Ftse Mib di Piazza Affari che, zavorrato dal crollo di STMicroelectronics pari a -12%, azzera i guadagni, segnando ora un progresso pari ad appena +0,08%. Male anche Moncler, che scivola di oltre il 4%, scontando anch’essa la pubblicazione dei conti da parte del colosso del lusso italiano.

Piazza Affari, Ftse Mib +1%. Tra i titoli migliori UniCredit, Saipem, BPER

L’indice Ftse Mib di Piazza Affari ha aperto la giornata di contrattazioni di oggi in rialzo dell’1%, a quota 41.105,36 punti, in attesa dell’annuncio sui tassi della BCE di Christine Lagarde.

Titoli migliori si confermano UniCredit, che continua a salire all’indomani della pubblicazione dei conti record e anche dopo la decisione del CEO Andrea Orcel di mollare la presa su Banco BPM.

Tra le azioni che riportano la performance migliore anche Prysmian, Saipem, BPER Banca.

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