Taglio Irpef al ceto medio al 33% con tetto massimo, chi è escluso?

Patrizia Del Pidio

17 Ottobre 2025 - 16:22

Il taglio Irpef al ceto medio nella Legge di Bilancio 2026 porterà a un taglio dell’aliquota dal 35% al 33%, ma si fissa una soglia massima per il beneficio. Vediamo le novità.

La misura più importante della Legge di Bilancio 2026 è, senza dubbio, il taglio Irpef al ceto medio. Inizialmente si era parlato di porre dei paletti alla misura, ma a quanto pare ne potranno godere tutti, o quasi.

La manovra approvata dal Consiglio dei Ministri del 17 ottobre, deve, ora, approdare il Parlamento. Le misure in essa inserite sono, quindi, già definite e il taglio Irpef è, ormai, una certezza, vediamo chi saranno i beneficiari dell’ intervento.

Il taglio dell’Irpef per chi guadagna più di 28.000 euro è stato annunciato ormai da due anni ed è atteso da moltissimi lavoratori. Con l’ultima Legge di Bilancio l’accorpamento del primo e secondo scaglione di reddito sono diventati strutturali, ora si attende un intervento a favore di coloro che hanno redditi tra 28.000 e 50.000 euro.

L’abbassamento dell’Irpef per i redditi sopra i 28.000 euro nel 2025 era vincolato all’andamento del concordato preventivo biennale, ma è slittato per mancanza di coperture.

Da una parte il gettito del concordato non è riuscito a coprire i costi che la riduzione dell’aliquota comportava, dall’altra si è aggiunta la necessità di consolidare i conti pubblici. Il taglio dell’Irpef si farà, e sembra essere una delle priorità per il 2026.

Taglio Irpef, come sarà?

Si ricorda che attualmente gli scaglioni Irpef sono 3:

  • redditi fino a 28.000 euro: 23%
  • redditi da 28.000 euro a 50.000 euro: 35%
  • redditi oltre 50.000 euro: 43%

L’obiettivo del Governo è ridurre l’aliquota della seconda fascia di reddito e/o estendere la seconda fascia di reddito fino a 50.000 euro.

Il vantaggio economico per i contribuenti varia da 40 a 440 euro l’anno per redditi da 30.000 a 50.000 euro. La misura non è stata estesa ai redditi fino a 60.000 euro.
La vera novità è che a beneficiare del taglio saranno anche i redditi superiori ai 50.000 euro perché la sterilizzazione del beneficio è fissata a 200.000 euro, una soglia molto alta e molto vicina a quella di 240.000 euro, limite oltre il quale si perde il diritto alle detrazioni.

Obiettivo aliquota unica

Ricordiamo che l’obiettivo della riforma fiscale è quello di arrivare all’aliquota unica e che il taglio dell’Irpef al ceto medio è solo un passo che porta verso quella direzione. La progressività dell’Irpef con un’unica aliquota, poi, si recupererebbe attraverso le detrazioni. La delega per l’attuazione della riforma fiscale scadeva ad agosto, ma è stata prorogata di 12 mesi e, quindi, c’è ancora tempo per l’approvazione dei relativi decreti attuativi.

Taglio Irpef al ceto medio nel 2026

La modifica era stata annunciata dalla metà del 2024, ma essendo legata al maggior gettito portato dal concordato preventivo biennale, non è stata inserita nel testo della Manovra. La speranza era anche che potesse essere aggiunta nel testo durante l’iter parlamentare, ma così non è stato.

Quello che è certo è che il Governo è intenzionato a intervenire sull’aliquota al 35% e su questo non c’è nessun dubbio. Le intenzioni in tal senso sono state ribadite in più di un’occasione dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo. Si tratta di un percorso che proseguirebbe quello iniziato lo scorso anno quando da quattro aliquote e scaglioni si è passati a tre accorpando il primo e secondo scaglione di reddito per andare a tutelare le fasce più deboli della popolazione. L’intervento a cui si mira nel futuro, quanto prossimo non si sa, riguarda una riduzione del peso dell’Irpef per gli scaglioni successivi al primo.

Meno tasse per chi guadagna più di 28.000 euro

Il taglio dell’Irpef del ceto medio prevede una riduzione del secondo scaglione di reddito, quello che si riferisce a chi guadagna tra 28.000 e 50.000 euro. Per queste tipologie di reddito oggi è prevista un’aliquota al 35%.

La modifica porta l’aliquota a passare dal 35% al 33% con un guadagno massimo, per chi percepisce 50.000 od oltre, di 440 euro l’anno.

Nella seguente tabella, ricavata dai dati emersi dalla simulazione di FNC Ricerca, riassumiamo quelli che sono i vantaggi annuali e mensili in base al reddito imponibile:

REDDITO IMPONIBILE RISPARMIO ANNUO RISPARMIO MENSILE
28.000 euro 0 euro 0 euro
29.000 euro 20 euro 1,7 euro
30.000 euro 40 euro 3,3 euro
31.000 euro 60 euro 5 euro
32.000 euro 80 euro 6,7 euro
33.000 euro 100 euro 8,3 euro
34.000 euro 120 euro 10 euro
35.000 euro 140 euro 11,7 euro
36.000 euro 160 euro 13,3 euro
37.000 euro 180 euro 15 euro
38.000 euro 200 euro 16,7 euro
39.000 euro 220 euro 18,3 euro
40.000 euro 240 euro 20,0 euro
41.000 euro 260 euro 21,7 euro
42.000 euro 280 euro 23,3 euro
43.000 euro 300 euro 25 euro
34.000 euro 320 euro 26,7 euro
45.000 euro 340 euro 28,3 euro
46.000 euro 360 euro 30 euro
47.000 euro 380 euro 31,7 euro
48.000 euro 400 euro 33,3 euro
49.000 euro 420 euro 35 euro
50.000 euro 440 euro 36,7 euro

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