Taglio Irpef al ceto medio al 33% con tetto massimo, chi è escluso?

Patrizia Del Pidio

16 Ottobre 2025 - 09:34

Il taglio Irpef al ceto medio nella Legge di Bilancio 2026 porterà a un taglio dell’aliquota dal 35% al 33%, ma si fissa una soglia massima per il beneficio. Vediamo le novità.

La misura più importante della Legge di Bilancio 2026 sarà, senza dubbio, il taglio Irpef al ceto medio. Inizialmente si era parlato di porre dei paletti alla misura, ma a quanto pare ne potranno godere tutti, o quasi.

La manovra approderà sul tavolo del Consiglio dei Ministri il 17 ottobre per ottenere il primo via libera del suo iter parlamentare. Le misure in essa inserite sono, quindi, già definite e il taglio Irpef è, ormai, una certezza, bisogna capire chi saranno i beneficiari dell’ intervento.

“Ci si vuole muovere soprattutto nella fascia da 28.000 a 50.000 euro e quindi portare l’aliquota dal 35 per cento al 33 per cento ed eventualmente allargarci a 60.000 euro”

Questa una dichiarazione di Maurizio Leo, di qualche settimana fa, che confermava l’intenzione di agire sul taglio della tasse

Il taglio dell’Irpef per chi guadagna più di 28.000 euro è stato annunciato ormai da due anni ed è atteso da moltissimi lavoratori. Con l’ultima Legge di Bilancio l’accorpamento del primo e secondo scaglione di reddito sono diventati strutturali, ora si attende un intervento a favore di coloro che hanno redditi tra 28.000 e 50.000 euro.

L’abbassamento dell’Irpef per i redditi sopra i 28.000 euro nel 2025 era vincolato all’andamento del concordato preventivo biennale, ma è slittato per mancanza di coperture.

Da una parte il gettito del concordato non è riuscito a coprire i costi che la riduzione dell’aliquota comportava, dall’altra si è aggiunta la necessità di consolidare i conti pubblici. Il taglio dell’Irpef si farà, e sembra essere una delle priorità per il 2026.

Taglio Irpef, come sarà?

Si ricorda che attualmente gli scaglioni Irpef sono 3:

  • redditi fino a 28.000 euro: 23%
  • redditi da 28.000 euro a 50.000 euro: 35%
  • redditi oltre 50.000 euro: 43%

L’obiettivo del Governo è ridurre l’aliquota della seconda fascia di reddito e/o estendere la seconda fascia di reddito fino a 50.000 euro.

Il vantaggio economico per i contribuenti varia da 40 a 440 euro l’anno per redditi da 30.000 a 50.000 euro. Se si estende la seconda aliquota ai redditi fino a 60.000 euro (cosa che sembra assai improbabile) il costo totale dell’operazione sarebbe di 4 miliardi di euro, ma l’asticella potrebbe scendere se si decide di mantenere il secondo scaglione fino a 50.000 euro.

La vera novità, trapelata nelle ultime ore, è che a beneficiare del taglio saranno anche i redditi superiori ai 50.000 euro perché se anche fosse prevista una sterilizzazione del beneficio, fonti di governo fanno sapere che potrebbe essere fissata a 200.000 euro, una soglia molto alta e molto vicina a quella di 240.000 euro, limite oltre il quale si perde il diritto alle detrazioni.

Obiettivo aliquota unica

Ricordiamo che l’obiettivo della riforma fiscale è quello di arrivare all’aliquota unica e che il taglio dell’Irpef al ceto medio è solo un passo che porta verso quella direzione. La progressività dell’Irpef con un’unica aliquota, poi, si recupererebbe attraverso le detrazioni. La delega per l’attuazione della riforma fiscale scadeva ad agosto, ma è stata prorogata di 12 mesi e, quindi, c’è ancora tempo per l’approvazione dei relativi decreti attuativi.

Taglio Irpef al ceto medio nel 2026

La modifica era stata annunciata dalla metà del 2024, ma essendo legata al maggior gettito portato dal concordato preventivo biennale, non è stata inserita nel testo della Manovra. La speranza era anche che potesse essere aggiunta nel testo durante l’iter parlamentare, ma così non è stato.

Quello che è certo è che il Governo è intenzionato a intervenire sull’aliquota al 35% e su questo non c’è nessun dubbio. Le intenzioni in tal senso sono state ribadite in più di un’occasione dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo. Si tratta di un percorso che proseguirebbe quello iniziato lo scorso anno quando da quattro aliquote e scaglioni si è passati a tre accorpando il primo e secondo scaglione di reddito per andare a tutelare le fasce più deboli della popolazione. L’intervento a cui si mira nel futuro, quanto prossimo non si sa, riguarda una riduzione del peso dell’Irpef per gli scaglioni successivi al primo.

Meno tasse per chi guadagna più di 28.000 euro, le ipotesi avanzate

Il taglio dell’Irpef del ceto medio prevede una riduzione del secondo scaglione di reddito, quello che si riferisce a chi guadagna tra 28.000 e 50.000 euro. Per queste tipologie di reddito oggi è prevista un’aliquota al 35%.

La modifica porterebbe l’aliquota a passare dal 35% al 33% con un aguadagno massimo, per chi percepisce 50.000 od oltre, di 440 euro l’anno. Si era parlato anche di un intervento che potesse ampliare l’attuale secondo scaglione di reddito (da 28.000 a 50.000 euro) fino ai 60.000 euro per sottoporre a tassazione del 43% solo chi guadagna oltre 60.000 euro, ma molto probabilmente le risorse per questo ulteriore intervento non ci sono.

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