La natura mutevole delle operazioni militari avrà ripercussioni sia sui mercati sia sulla politica. Il successo militare potrebbe essere misurato meno in base all’entità del budget e più in base alla competenza tecnologica.
La difesa è la nuova tecnologia quando si tratta di settori caldi. O è il contrario?
È una domanda che vale la pena porsi, visto il rialzo dei titoli della difesa nelle ultime settimane dovuto a tutto, dalla notizia dello scudo missilistico «Golden Dome» di Donald Trump, al nuovo patto di sicurezza tra Regno Unito e Unione Europea che darebbe alle aziende di difesa britanniche accesso al fondo europeo per la difesa da 150 miliardi di euro, fino all’ampia consapevolezza che la competizione strategica tra Stati Uniti e Cina è destinata a durare e che l’Europa spenderà di più per la propria difesa.
La questione è se tutta questa nuova spesa darà i suoi frutti o se la rivoluzione tecnologica stia cambiando non solo la natura della guerra, ma anche il business della difesa stesso. [...]
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