BCE, l’annuncio sui tassi è qui. I tagli di Lagarde sono finiti? Occhio all’altro grande market mover dell’inflazione USA. Money.it ha seguito gli aggiornamenti in tempo reale.
La BCE ha annunciato oggi, giovedì 11 settembre 2025, la decisione di lasciare invariati i tassi dell’area euro.
Per la precisione, con un comunicato diramato come di consueto alle 14.15 ora italiana, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea guidata dalla presidente Christine Lagarde ha confermato i tassi sui depositi, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%.
Nulla di fatto, dunque, sui tassi, per la seconda volta consecutiva, dopo la prima pausa del ciclo dei tagli annunciata dalla BCE a seguito dell’ultima riunione dello scorso 24 luglio.
Rese note anche le nuove proiezioni economiche formulate dallo staff della BCE. Non poteva mancare un commento sul nuovo caos politico in cui è ripiombata la Francia di Emmanuel Macron - sebbene il presidente francese abbia agito subito, scegliendo Sébastien Lecornu per la carica di primo ministro.
Per ora, non ci sarebbe dunque bisogno per Lagarde di attivare quello strumento che la BCE ha annunciato nel luglio del 2022 per blindare eventualmente Titoli di Stato in condizioni critiche, ovvero il piano TPI. La numero uno dell’Eurotower ha anzi affermato che, della questione, non se n’è neanche parlato: “Nel corso del Consiglio direttivo di oggi, non abbiamo discusso del TPI (Transmission Protection Instrument ”.
Nel corso della conferenza stampa, Lagarde ha tenuto a fare anche una precisione: “ Vi ricordo che non so né un falco né una colomba. Sono una civetta per i nostri colleghi bulgari. Sapete, quando ho assunto questo incarico, mi è stato subito chiesto se fossi un falco, dunque a favore della posizione dura, o una colomba, con una visione più soft. E ho detto: nessuna di queste due cose. Sono una civetta, perchè prima di tutto voglio vedere tutto ciò che accade attorno a me. Non (è una vista) a 360°, ma è un diametro piuttosto grande a cui posso guardare ”.
Riunione BCE, non solo tassi. Le nuove previsioni su PIL e inflazione euro
Oggi la BCE di Christine Lagarde ha annunciato non ’solo’ la decisione di politica monetaria relativa ai tassi dell’Eurozona.
L’Eurotower ha alzato il velo anche sulle nuove previsioni economiche - sul PIL e sull’inflazione del blocco - del suo staff, a seguito dell’accordo sui dazi che è stato siglato tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente americano Donald Trump, alla fine di luglio.
In evidenza con le nuove proiezioni la revisione delle stime sul PIL del 2025, ora atteso in crescita dell’1,2% nel 2025, con una correzione al rialzo rispetto allo 0,9% atteso a giugno.
La previsione per la crescita del PIL dell’area euro prevista per il 2026 risulta invece ora lievemente inferiore rispetto a quanto annunciato a giugno, pari all’1%, rispetto al +1,1% previsto in precedenza, mentre per il 2027 l’outlook è rimasto immutato, con una espansione stimata a +1,3%.
Per quanto concerne l’inflazione, le attese sono ora di un indice dei prezzi al consumo HICP per il 2025 in crescita del 2,1%, rispetto al +2% precedentemente atteso; di un aumento dell’1,7% nel 2026, rispetto al +1,6% delle stime di giugno; e dell’1,9%, rispetto al +2% dell’ultimo outlook dello staff, nel corso del 2027.
La BCE rimane ancora con le mani in mano, tasso sui depositi al 2%. E ora? Troppo ottimismo da Lagarde?
Previsioni aggiornate a parte, nel confermare la pausa ai tagli dei tassi la Banca centrale europea è rimasta di nuovo con le mani in mano.
Il tasso sui depositi rimane così inchiodato al 2%, come è stato a luglio, in un contesto, quello dell’area euro, a cui la presidente dell’istituzione Christine Lagarde ha deciso di accordare maggior fiducia, annunciando che “ il processo disinflazionistico si è concluso ” e facendo notare un cambiamento notevole nella valutazione delle condizioni di salute dell’economia.
Se prima aveva parlato di rischi al ribasso per l’economia, per Lagarde ora la situazione è, infatti, di rischi più bilanciati, come lei stessa ha affermato.
Il motivo? Secondo la numero uno dell’Eurotower, l’accordo sui dazi siglato tra gli Stati Uniti di Donald Trump e l’Unione europea di Ursula von der Leyen, ha rimosso almeno quel grande elemento di incertezza, che era stato rappresentato dall’incognita sul valore finale delle tariffe. Una opinione non necessariamente condivisa, però, dagli esperti, visto che alcuni economisti, nel citare le giravolte e le minacce di Trump, non sono del tutto certi che il pericolo dazi sia limitato davvero al 15% che è stato concordato tra le controparti.
Ma Lagarde non è più particolarmente preoccupata della questione dei dazi di Trump, o almeno non come prima, sebbene non neghi la presenza di diversi ostacoli.
Per ora, la sua view è di una BCE che “ versa ancora in una buona posizione ”, intendendo per buona posizione quella in cui Francoforte può permettersi il lusso di rimanere ancora ferma, visto che “l’incertezza sul commercio è diminuita”, “l’inflazione è dove vogliamo che sia” e “il mercato domestico sta mostrando resilienza”. Non per niente la decisione di confermare di nuovo lo status quo è stata presa dal Consiglio direttivo della Banca centrale, ha tenuto a puntualizzare, all’unanimità.
Attenzione, però. Nel decidere le prossime mosse sui tassi di interesse dell’area euro, per il resto dell’anno 2025, la BCE di Christine Lagarde non deve più valutare ’soltanto’ la mole già notevole di fattori che interessano l’economia e l’inflazione dell’Eurozona, ovvero l’impatto dei dazi inflitti all’Europa dall’amministrazione di Donald Trump e le conseguenze del bazooka fiscale e delle maggiori spese per la difesa stabilite dall’Unione europea, in un contesto di escalation di tensioni geopolitiche, con la guerra in Ucraina e il conflitto in Medioriente.
Ora c’è anche il grattacapo (in realtà l’ennesimo, da quando il presidente francese Emmanuel Macron ha preso la decisione di indire le elezioni anticipate) di una Parigi impegnata a tamponare la forte crisi politica deflagrata di nuovo nel Paese, con la fine del governo Bayrou.
Certo, Macron si è attivato subito, nominando nuovo premier Sébastien Lecornu, a cui è stato assegnato il compito di formare una squadra di governo che avrà come primo obiettivo quello di varare la legge di bilancio per il 2026. Ma sui mercati l’ansia per il destino della Francia, mentre si avvicina una carrellata di annunci che rischiano di alimentare ulteriori tensioni e mentre nelle strade di Parigi esplodono la rabbia e il malcontento dei cittadini, rimane, così come rimane il timore di qualche nuovo colpo di testa del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
E così, se è vero che i mercati sembrano aver sposato la narrativa della presidente della BCE - per il resto di quest’anno, le scommesse su una nuova riduzione del costo del denaro si sono assottigliate dal 40% precedente la decisione sui tassi al 24% circa - alcuni economisti hanno risfoderato le espressioni taglio e incertezza.
Lo ha fatto, per esempio, Simon Dangoor, Head of Fixed Income Macro Strategies di Goldman Sachs Asset Management, nel far notare in una nota che, pur in una situazione in cui “la BCE non ha fretta di tagliare i tassi, e preferisce invece attendere segnali più chiari sui venti contrari sul commercio e sull’inflazione inferiore alle attese”, le sue attese sono di una nuova sforbiciata, la nona dal giugno 2024:
“ Ci aspettiamo un ultimo taglio a dicembre, visti i rischi al ribasso , anche se non è da escludere che non vi sarà alcun allentamento”.
Ha parlato di un possibile nuovo taglio anche Thomas Ross, Portfolio Manager di Janus Henderson Investors, facendo riferimento ai movimenti che si individuano nel mercato del reddito fisso, che “si sta silenziosamente ricalibrando”.
L’ottimismo della BCE piace agli investitori, ha spiegato Ross, aggiungendo al contempo che, a supportare la fiducia degli investitori dovrebbe essere essere anche un altro fattore, ovvero “ la possibilità di un ulteriore taglio dei tassi per aggiungere ulteriore protezione e consolidare un contesto di bassa volatilità ”.
Ancora più netto il commento di Sandra Rhouma, European Economist di AllianceBernstein, relativo alla riunione odierna della BCE.
Concentrandosi sulle “ultime proiezioni macroeconomiche”, Rhouma ha scritto che, “pur rimanendo complessivamente in linea con quelle di giugno”, l’outlook ha certificato “una revisione al ribasso sul tasso di crescita per il 2026, mentre si conferma che l’inflazione dovrebbe rimanere al di sotto del target sia per il 2026 sia per il 2027 ”.
Dunque? Dunque, secondo l’economista, “ i rischi al ribasso sull’inflazione sono sempre più evidenti e la BCE non potrà ignorare a lungo il discostamento, lieve ma persistente, dai target, con l’euro destinato a rafforzarsi, una crescita che rischia di deludere e flussi commerciali complessivamente disinflazionisti ”. Questo, “mentre i possibili fattori rialzisti, come la spesa infrastrutturale tedesca o eventuali shock climatici, restano troppo incerti per bilanciare il quadro”.
Di conseguenza, secondo l’esperta della divisione europea di AllianceBernstein, la stessa “dichiarazione della Lagarde, secondo cui ’il processo di disinflazione è terminato’, è una conclusione che potrebbe rivelarsi prematura e non troppo sorprendentemente smentibile nei prossimi mesi ”.
La conclusione di Rhouma è stata quindi la seguente, anche se improntata alla prudenza: “Tutto considerato, un ulteriore taglio entro dicembre resta sul tavolo, ma l’asticella è alta. Gli allentamenti che dovevano essere fatti hanno avuto luogo e ulteriori interventi richiederanno evidenze più forti. D’altronde, bisogna riconoscere che l’attuale funzione ’reattiva’ di Francoforte non sembra indicare nuovi tagli, soprattutto considerando che la BCE stessa sembra ignorare i rischi legati a un’inflazione al di sotto del target ”.
Sullo sfondo, insomma, esiste la paura che la Banca centrale europea di Christine Lagarde stia giocando con il fuoco, considerando l’altra gatta da pelare, oltre a quella di Trump, che si chiama Francia.
Riunione BCE, gli aggiornamenti live di Money.it
Money.it ha seguito gli aggiornamenti in tempo reale del BCE Day di oggi, giovedì 11 settembre 2025.
Scommesse ritorno tagli tassi BCE, i mercati rifanno i conti post parole Lagarde
La fiducia di Lagarde nella resilienza dell’economia dell’Eurozona, oltre a far virare in territorio positivo l’euro, stronca ulteriormente la speranza che la Banca centrale europea possa tornare a tagliare in futuro i tassi di interesse dell’area.
La probabilità di una riduzione del costo del denaro entro la metà del 2026 prezzata dai mercati che, prima dell’inizio della conferenza stampa della presidente della BCE era pari al 60%, ora è inferiore al 50%. La riunione di luglio del 2026 viene considerata tuttora quella in cui la probabilità di un nuovo taglio dei tassi è data come più probabile. Ma i mercati prezzano una sforbiciata decisamente risicata, pari a -12,2 punti base. Inoltre, per il resto di quest’anno, le scommesse sul ritorno dei tagli dei tassi si sono assottigliate dal 40% precedente la decisione sui tassi al 24% circa.
Conclusa la conferenza stampa di Lagarde
Si è conclusa la conferenza stampa di Christine Lagarde, successiva all’annuncio relativo alla decisione sui tassi da parte della BCE.
Lagarde, “non sono falco né colomba, sono una civetta”
“ Non sono un falco e non sono neanche una colomba. Sono una civetta ”, che si guarda attorno. Così la presidente della BCE Lagarde nel corso della conferenza stampa, indetta per commentare la decisione odierna presa dalla BCE, che ha lasciato i tassi di interesse dell’Eurozona di nuovo fermi, per la seconda volta consecutiva.
Direzione futura dei tassi? Qualcuno vede altro taglio, qualcun altro no
Contrastate le dichiarazioni degli analisti sulla direzione futura dei tassi dell’area euro. Per Yael Selfin, responsabile economista di KPMG, la Banca centrale europea sta comunque “tenendo aperta la porta a un altro taglio dei tassi, nel corso di quest’anno”. Non la pensa invece così Sylvain Broyer, responsabile economista EMEA di S&P Global Ratings, che sostiene che i tagli dei tassi da parte della BCE siano arrivati al capolinea.
Ftse Mib accelera al rialzo, +0,79%
Mentre la conferenza stampa di Christine Lagarde va avanti e l’euro vira in territorio positivo, l’indice Ftse Mib di Piazza Affari accelera al rialzo, mettendo a segno un progresso dello 0,79%, a quota 42.392,31 punti.
Con Lagarde l’euro-dollaro vira in positivo e riagguanta quota $1,17
Le frasi della presidente della BCE Christine Lagarde, che non sembra particolarmene intimorita per le conseguenze dei dazi di Trump sull’economia dell’area euro, fanno virare in positivo il trend dell’euro che, dopo la performance incerta delle ultime ore, sale sul dollaro dello 0,30%, a quota $1,1726. La moneta unica riagguanta così la soglia di $1,17.
I rendimenti dei BTP, OAT & Co. salgono mentre Lagarde parla
La fiducia mostrata da Lagarde nei fondamentali economici dell’area euro esercita una pressione rialzista sui rendimenti dei bond dell’area euro. I rendimenti dei BTP, degli OAT e dei Bund puntano verso l’alto, attestandosi rispettivamente al 3,49%, al 3,47% e al 2,68%.
Lagarde sollevata da accordo su dazi Trump. E “l’inflazione è dove vogliamo che si trovi”
Lagarde appare più a suo agio ora che, a seguito dell’accordo siglato tra l’UE di Ursula von der Leyen e gli Stati Uniti di Donald Trump, si sa che i dazi contro i beni europei esportati negli USA saranno pari al 15%. Rimosso questo elemento di incertezza, per quanto riguarda la forza dell’euro, certo “un euro più forte potrebbe far scendere l’inflazione più delle attese”. Ma indicativa è la frase proferita qualche minuto fa, secondo la quale il processo disinflazionistico si sarebbe ormai concluso. E Lagarde si mostra soddisfatta in merito al livello dell’inflazione dell’area euro così come anche della crescita del PIL. “ L’inflazione è dove vogliamo che si trovi , il mercato domestico sta mostrando resilienza”. La presidente della BCE ha aggiunto che la decisione sui tassi presa oggi è stata inoltre “unanime”.
Il commento post annuncio tassi. La Francia lega le mani alla BCE?
Così Luke Bartholomew, Vicecapo Economista di Aberdeen Investments, commenta l’esito della riunione della BCE di oggi:
“Nessuna sorpresa dalla decisione odierna della Banca centrale europea (BCE) che, come ampiamente previsto, ha lasciato invariata la politica monetaria. La questione più rilevante ora è se la BCE abbia effettivamente concluso il ciclo di allentamento o se si tratti soltanto di una pausa temporanea prima di nuovi tagli in futuro. Le previsioni economiche sembrano nel complesso coerenti con l’idea che questo ciclo di allentamento sia ormai giunto al termine. Continuiamo comunque a ritenere che la prossima mossa sarà con ogni probabilità un rialzo piuttosto che un ulteriore taglio, sebbene non nell’immediato. Un aumento marcato dei costi di finanziamento per la Francia potrebbe tuttavia mettere sotto pressione l’economia dell’area euro e spingere verso ulteriori misure espansive. Un intervento esplicito della BCE sul mercato del debito francese appare però, al momento, un’ipotesi piuttosto remota”.
“Il processo disinflazionistico è terminato”
“ Il processo disinflazionistico è terminato ”. Lo ha detto Lagarde, ribadendo che la BCE si trova ancora in una “buona posizione”, sottolineando che i rischi che incombono sulla crescita sono ora “più bilanciati”. Detto questo, “non seguiremo alcun percorso predeterminato sui tassi”.
Lagarde fiduciosa nella crescita del PIL euro, ecco perché
Lagarde conferma tutta la sua fiducia nella resilienza dell’economia dell’area euro. In questo momento, ha ammesso, “i dazi più alti, l’euro più forte e la competizione stanno frenando la crescita”, ma “ gli investimenti dovrebbero essere sostenuti dalle spese dei governi ” e “i recenti sondaggi indicano una crescita sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi ”. La “crescita” dell’economia, ha sottolineato ancora la numero uno della BCE, “mostra la resilienza della domanda domestica”, a fronte di “ostacoli alla crescita che dovrebbero smorzarsi l’anno prossimo”.
Lagarde, determinati a garantire inflazione al 2% nel medio termine
“Siamo determinati ad assicurarci che l’inflazione si attesti al target del 2% nel medio termine”. Lo ha detto la presidente della BCE Christine Lagarde, nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi. “Non ci impegnamo verso alcun percorso predeterminato dei tassi”, ha ribadito Lagarde.
Al via la conferenza stampa di Christine Lagarde
Ha preso il via la conferenza stampa con cui, come di consueto dopo l’annuncio sui tassi, la presidente della BCE Christine Lagarde commenterà le decisioni di politica monetaria adottate dal Consiglio direttivo della istituzione, rispondendo alle domande dei giornalisti.
L’altro grande market mover di oggi, inflazione USA in linea con le attese, rimane alta
Reso noto l’altro grande market mover della settimana, l’indice CPI USA, termometro per valutare il trend dell’inflazione degli Stati Uniti.
Nel mese di agosto, l’indice dei prezzi al consumo headline è salito del 2,9%, accelerando il passo rispetto al +2,7% precedente, e in linea con le attese. Su base mensile l’inflazione headline è salita dello 0,4%, più del +0,3% stimato dal consensus.
Il CPI core, ovvero l’inflazione depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni energetici ed alimentarii, è salito del 3,1%, come da attese, su base annua, e dello 0,3%, su base mensile, anche in questo caso in linea con le previsioni.
Il trend dell’EUR-USD subito dopo annuncio tassi BCE
In attesa anche del dato relativo all’inflazione USA misurata dall’indice dei prezzi al consumo CPI, l’euro rimane ancora poco mosso, scendendo dello 0,08% nei confronti del dollaro, a quota $1,1683.
Ftse Mib rimane in solido rialzo post annuncio tassi, rendimenti BTP & Co. in lieve calo
Dopo l’annuncio relativo alla decisione sui tassi arrivato dalla BCE di Christine Lagarde, il Ftse Mib di Piazza Affari sale dello 0,58%, a 42.304,74 punti. La reazione immediata sui mercati dei bond dell’area euro è di un calo dei rendimenti.
I rendimenti dei BTP a 10 anni scendono al 3,45%, quelli degli OAT francesi rallentano al 3,44%, quelli dei Bund tedeschi sono ora fermi al 2,65%. Limitati in generale movimenti dei mercati.
Il calo dei rendimenti riflette in ogni caso la sensazione di incertezza che continua ad aleggiare tra gli investitori. Lo spread BTP-Bund ora viaggia attorno a 83 punti base.
Il comunicato della decisione sui tassi della BCE
Così si legge nel comunicato con cui il Consiglio direttivo della BCE ha fatto l’annuncio relativo alla decisione sui tassi:
“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. L’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo di medio termine del 2% e la valutazione delle prospettive di inflazione condotta dal Consiglio direttivo resta pressoché invariata. Le nuove proiezioni degli esperti della BCE tracciano un quadro dell’inflazione simile a quello dell’esercizio previsivo di giugno. Ne emerge che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,1% nel 2025, all’1,7% nel 2026 e all’1,9% nel 2027; l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,4% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e all’1,8% nel 2027. L’economia dovrebbe crescere dell’1,2% nel 2025, con una correzione al rialzo rispetto allo 0,9% atteso a giugno. La crescita prevista per il 2026 risulta ora lievemente inferiore, all’1,0%, mentre per il 2027 resta invariata, all’1,3%. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine. Per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, il Consiglio direttivo seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione e dei rischi a esse associati, considerati i nuovi dati economici e finanziari, nonché della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi. I tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rimarranno invariati al 2,00%, al 2,15% e al 2,40%, rispettivamente.
Programma di acquisto di attività (PAA) e Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)
I portafogli del PAA e del PEPP (pandemic emergency purchase programme) si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi. La Presidente della BCE illustrerà i motivi di tali decisioni nella conferenza stampa che avrà luogo questo pomeriggio alle 14.45 (ora dell’Europa centrale)”.
La BCE lascia tassi fermi come da attese. Tasso deposito inchiodato al 2%
La BCE di Christine Lagarde ha lasciato i tassi di interesse dell’area euro invariati come da attese e per la seconda volta consecutiva dopo il meeting di luglio. I tassi sui depositi, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rimangono inchiodati rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%.
We kept our key interest rates unchanged.
We did this because inflation is set to stabilise at around our 2% target.
Read today’s monetary policy decisions https://t.co/H4Y9DXYlxH pic.twitter.com/RrDAcWdgKR
— European Central Bank (@ecb) September 11, 2025
Spread BTP-Bund sotto controllo a 82 punti base. Rendimenti BTP oltre OAT di 1 pb
Spread BTP-Bund a 10 anni sotto controllo. Il differenziale tra i rendimenti dei BTP e dei Bund a 10 anni oscilla attorno alla soglia di 82 punti base. In generale i rendimenti dei Titoli di Stato dell’area euro, così come l’euro, rimangono ingessati, in attesa dell’annuncio sui tassi che sta per arrivare dalla BCE di Lagarde.
I rendimenti dei BTP oggi superano di 1 punto base i rendimenti degli OAT, posizionandosi al 3,46%, rispetto al 3,45% dei rendimenti dei bond francesi.
Euro inchiodato attorno alla parità in attesa annuncio tassi BCE
Euro sotto la lente degli operatori di mercato nel BCE Day. Il cambio EUR-USD è praticamente fermo, con la moneta unica che viaggia attorno a quota $1,1681. Sessione in generale positiva per il dollaro, che avanza nei confronti dello yen e della sterlina, come dimostra la traiettoria dei cambi dollaro-yen USD-JPY e sterlina-dollaro GBP-USD, rispettivamente a JPY 147,90 e a $1,3516.
Ftse Mib accelera al rialzo, Buzzi svetta con rally +8%. MPS e Mediobanca tra le azioni peggiori
A poco più di un’ora dall’annuncio sui tassi di interesse da parte della BCE, che arriverà come di consueto alle 14.15 ora italiana, il Ftse Mib sale dello 0,53%, a quota 42.281,77 punti.
Buzzi continua a volare sull’indice benchmark della borsa di Milano, con uno scatto di oltre l’8%, a seguito della promozione di JPMorgan, che ha alzato il target price da 45 a 54 euro.
Tra i titoli peggiori torna a mettersi in evidenza Nexi, che ieri è stata assaltata da vendite tali che hanno portato le azioni ad affondare di oltre il 9%. Giù anche Mediobanca e MPS-Monte dei Paschi di Siena, che si confermano tra le maglie nere del listino
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Oggi l’altro grande market mover dell’inflazione USA
Quello di oggi, non è il solo grande market mover atteso dagli economisti e dai mercati. In calendario anche la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo CPI USA, tra i dati più cruciali per comprendere l’andamento dell’inflazione negli Stati Uniti e per dare indicazioni alla Fed di Jerome Powell sul da farsi.
Gli economisti interpellati da Dow Jones prevedono un rialzo del CPI pari a +0,3% su base mensile e del 2,9% su base annua.
Escluse le componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari e dei prezzi energetici, considerando dunque il PCI core, le stime sono di un aumento dello 0,3% su base mensile e del 3,1% su base annua.
In lieve rialzo i futures sui principali indici azionari USA. I futures sul Dow Jones sono praticamente piatti, mentre i futures sullo S&P 500 e sul Nasdaq registrano variazioni rispettivamente pari a +0,12% e a +0,21%.
Il trend dei rendimenti BTP, OAT, Bund e degli altri bond dell’Eurozona
Poco mossi i rendimenti dei principali Titoli di Stato dell’area euro a 10 anni, mentre si avvicina il momento clou dell’annuncio dei tassi da parte della BCE. I rendimenti dei Bund tedeschi avanzano di 1 punto base, al 2,66%.
I rendimenti dei BTP sono piatti al 3,46%, oggi superiori ai rendimenti degli OAT, che scendono di 1 pb al 3,45%.
I rendimenti dei Bonos spagnoli sono inchiodati al 3,23%, così come i rendimenti del Portogallo e della Grecia, fermi rispettivamente al 3,07% e al 3,31%.
Preview tassi BCE, il commento dell’esperto
Nel presentare le proprie previsioni sull’annuncio sui tassi che arriverà oggi dalla BCE di Christine Lagarde Dave Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments, segnala nella sua nota “Preview BCE: raggiunta la neutralità sui tassi” che “la riunione della BCE prevista per giovedì potrebbe produrre sviluppi di rilievo”.
“Con i tassi al 2%, il Comitato ritiene di aver raggiunto la zona neutrale, il che gli consente di fare un passo indietro e osservare con attenzione l’evoluzione del contesto sia domestico che internazionale”, spiega Chappell, stimando che “la presidente Lagarde probabilmente descriverà i rischi come attualmente ’in equilibrio’, sottolineando le prospettive di una crescita più solida nei prossimi trimestri grazie agli investimenti in infrastrutture e difesa, pur riconoscendo la persistente incertezza legata all’evoluzione delle politiche commerciali con gli Stati Uniti e alle loro più ampie implicazioni a livello globale ”.
“Nei prossimi mesi sarà più chiaro se il Comitato dovrà intervenire con una riduzione dei tassi; il fattore determinante potrebbe essere un indebolimento dell’economia statunitense che porterebbe a un ulteriore rafforzamento dell’euro ”. In quel caso, di fatto, potrebbe essere avallato il timore di effetti disinflazionistici troppo significativi sull’economia dell’Eurozona legati a un euro più forte, che porterebbero il tasso di inflazione a scendere molto al di sotto del target del 2% stabilito dall’Eurotower.
Piazza Affari in lieve rialzo nel BCE Day, l’attenzione rimane su spread BTP-OAT e BTP-Bund
L’indice benchmark di Piazza Affari Ftse Mib ha aperto la giornata di contrattazioni segnando un lieve rialzo, a quota 42.105,75 punti. Tra le azioni, scatta in cima al listino Buzzi, con un rialzo di oltre il 4%. Bene anche Tenaris, Mediobanca, mentre sono sotto pressione Ferrari, Stm, Leonardo e Banco BPM, che spiccano tra i titoli peggiori.
In attesa del verdetto della BCE sui tassi, che si conoscerà tra una manciata di ore, focus anche sul trend della borsa di Francoforte e della borsa di Parigi, quest’ultima osservata speciale a causa della grave crisi politica tornata ad abbattersi sulla Francia di Emmanuel Macron.
Lo spread della Francia è stato il grande protagonista di queste ultime sessioni, soprattutto lo spread Francia-Italia a 10 anni, che si è azzerato per la prima volta nella storia dell’Eurozona lo scorso martedì 9 settembre.
Oggi la differenza tra i rendimenti degli OAT e dei BTP è di appena 1 punto base, con i primi che viaggiano al 3,45% e i secondi pari al 3,46%.
In evidenza anche lo spread Italia-Germania a 10 anni, ovvero lo spread BTP-Bund, che oscilla attorno a 84 punti base e che, secondo alcuni rumor, permetterebbe al governo Meloni grazie alla sua discesa di beneficiare di un tesoretto di 13 miliardi di euro.
Borsa Tokyo, indice Nikkei 225 al nuovo record dopo massimi S&P e Nasdaq. Miracolo Oracle
In attesa dell’avvio della giornata di contrattazioni di Piazza Affari e delle altre borse europee, focus sul nuovo record testato dall’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo, salito oggi fino a quota 44.396,95, sulla scia del balzo delle azioni Softbank, schizzate di oltre il 10%.
Il listino azionario giapponese ha ricevuto una spinta dai nuovi record testati a Wall Street, dove dominano le speranze per l’arrivo del primo taglio dei tassi sui fed funds da parte della Fed di Jerome Powell, il prossimo 17 settembre.
Lo S&P 500 ha chiuso a un valore record di sempre per la seconda sessione consecutiva, avanzando dello 0.3% a quota 6.532,04 punti, dopo essere salito dello 0,7% nei massimi intraday fino al record intraday di 6.555,97 punti.
Il Nasdaq Composite ha chiuso piatto, in rialzo di appena lo 0,03% a 21.886,06, comunque incassando un nuovo valore di chiusura a livelli record. Il Dow Jones Industrial Average ha ceduto invece lo 0,48%, a quota 45.490,92, zavorrato dalle azioni Apple, in calo dopo che gli annunci dei suoi ultimi iPhone non sono riusciti a impressionare positivamente gli investitori.
Tutti i riflettori a Wall Street sono stati puntati ieri non solo sulle aspettative per quanto deciderà di fare la Fed, anche nelle riunioni successive, ma sul miracolo Oracle.
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