BCE, l’annuncio sui tassi è qui. I tagli di Lagarde sono finiti? Occhio all’altro grande market mover dell’inflazione USA. Money.it segue gli aggiornamenti in tempo reale.
La BCE ha annunciato oggi, giovedì 11 settembre 2025, la decisione di lasciare invariati i tassi dell’area euro.
Per la precisione, con un comunicato diramato come di consueto alle 14.15 ora italiana, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea guidata dalla presidente Christine Lagarde ha confermato i tassi sui depositi, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%.
Nulla di fatto, dunque, sui tassi, per la seconda volta consecutiva, dopo la prima pausa del ciclo dei tagli annunciata dalla BCE a seguito dell’ultima riunione dello scorso 24 luglio.
Rese note anche le nuove proiezioni economiche formulate dallo staff della BCE.
Attesa per le dichiarazioni che saranno rilasciate da Lagarde a partire dalle 14.45, quando la presidente dell’istituzione risponderà alle domande dei giornalisti, dopo un discorso introduttivo che spiegherà le decisioni di politica monetaria adottate oggi. Money.it segue gli aggiornamenti in tempo reale.
Riunione BCE, countdown ad annuncio tassi ma non solo. Le nuove previsioni su PIL e inflazione euro
Oggi la BCE di Christine Lagarde ha annunciato non ’solo’ la decisione di politica monetaria relativa ai tassi dell’Eurozona.
L’Eurotower ha alzato il velo anche sulle nuove previsioni economiche - sul PIL e sull’inflazione del blocco - del suo staff, a seguito dell’accordo sui dazi che è stato siglato tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente americano Donald Trump, alla fine di luglio.
In evidenza con le nuove proiezioni la revisione al rialzo delle stime sul PIL del 2025, ora atteso in crescita dell’1,2% nel 2025, con una correzione al rialzo rispetto allo 0,9% atteso a giugno. La crescita prevista per il 2026 risulta invece ora lievemente inferiore, all’1,0%, mentre per il 2027 resta invariata, all’1,3%.
L’altro grande market mover di oggi, inflazione USA in linea con le attese, rimane alta
Reso noto l’altro grande market mover della settimana, l’indice CPI USA, termometro per valutare il trend dell’inflazione degli Stati Uniti.
Nel mese di agosto, l’indice dei prezzi al consumo headline è salito del 2,9%, accelerando il passo rispetto al +2,7% precedente, e in linea con le attese. Su base mensile l’inflazione headline è salita dello 0,4%, più del +0,3% stimato dal consensus.
Il CPI core, ovvero l’inflazione depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni energetici ed alimentarii, è salito del 3,1%, come da attese, su base annua, e dello 0,3%, su base mensile, anche in questo caso in linea con le previsioni.
Il trend dell’EUR-USD subito dopo annuncio tassi BCE
In attesa anche del dato relativo all’inflazione USA misurata dall’indice dei prezzi al consumo CPI, l’euro rimane ancora poco mosso, scendendo dello 0,08% nei confronti del dollaro, a quota $1,1683.
Ftse Mib rimane in solido rialzo post annuncio tassi, rendimenti BTP & Co. in lieve calo
Dopo l’annuncio relativo alla decisione sui tassi arrivato dalla BCE di Christine Lagarde, il Ftse Mib di Piazza Affari sale dello 0,58%, a 42.304,74 punti. La reazione immediata sui mercati dei bond dell’area euro è di un calo dei rendimenti.
I rendimenti dei BTP a 10 anni scendono al 3,45%, quelli degli OAT francesi rallentano al 3,44%, quelli dei Bund tedeschi sono ora fermi al 2,65%. Limitati in generale movimenti dei mercati.
Il calo dei rendimenti riflette in ogni caso la sensazione di incertezza che continua ad aleggiare tra gli investitori. Lo spread BTP-Bund ora viaggia attorno a 83 punti base.
Il comunicato della decisione sui tassi della BCE
Così si legge nel comunicato con cui il Consiglio direttivo della BCE ha fatto l’annuncio relativo alla decisione sui tassi:
“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. L’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo di medio termine del 2% e la valutazione delle prospettive di inflazione condotta dal Consiglio direttivo resta pressoché invariata. Le nuove proiezioni degli esperti della BCE tracciano un quadro dell’inflazione simile a quello dell’esercizio previsivo di giugno. Ne emerge che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,1% nel 2025, all’1,7% nel 2026 e all’1,9% nel 2027; l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,4% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e all’1,8% nel 2027. L’economia dovrebbe crescere dell’1,2% nel 2025, con una correzione al rialzo rispetto allo 0,9% atteso a giugno. La crescita prevista per il 2026 risulta ora lievemente inferiore, all’1,0%, mentre per il 2027 resta invariata, all’1,3%. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine. Per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, il Consiglio direttivo seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione e dei rischi a esse associati, considerati i nuovi dati economici e finanziari, nonché della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi. I tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rimarranno invariati al 2,00%, al 2,15% e al 2,40%, rispettivamente.
Programma di acquisto di attività (PAA) e Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)
I portafogli del PAA e del PEPP (pandemic emergency purchase programme) si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi. La Presidente della BCE illustrerà i motivi di tali decisioni nella conferenza stampa che avrà luogo questo pomeriggio alle 14.45 (ora dell’Europa centrale)”.
La BCE lascia tassi fermi come da attese. Tasso deposito inchiodato al 2%
La BCE di Christine Lagarde ha lasciato i tassi di interesse dell’area euro invariati come da attese e per la seconda volta consecutiva dopo il meeting di luglio. I tassi sui depositi, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rimangono inchiodati rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%.
Spread BTP-Bund sotto controllo a 82 punti base. Rendimenti BTP oltre OAT di 1 pb
Spread BTP-Bund a 10 anni sotto controllo. Il differenziale tra i rendimenti dei BTP e dei Bund a 10 anni oscilla attorno alla soglia di 82 punti base. In generale i rendimenti dei Titoli di Stato dell’area euro, così come l’euro, rimangono ingessati, in attesa dell’annuncio sui tassi che sta per arrivare dalla BCE di Lagarde.
I rendimenti dei BTP oggi superano di 1 punto base i rendimenti degli OAT, posizionandosi al 3,46%, rispetto al 3,45% dei rendimenti dei bond francesi.
Euro inchiodato attorno alla parità in attesa annuncio tassi BCE
Euro sotto la lente degli operatori di mercato nel BCE Day. Il cambio EUR-USD è praticamente fermo, con la moneta unica che viaggia attorno a quota $1,1681. Sessione in generale positiva per il dollaro, che avanza nei confronti dello yen e della sterlina, come dimostra la traiettoria dei cambi dollaro-yen USD-JPY e sterlina-dollaro GBP-USD, rispettivamente a JPY 147,90 e a $1,3516.
Ftse Mib accelera al rialzo, Buzzi svetta con rally +8%. MPS e Mediobanca tra le azioni peggiori
A poco più di un’ora dall’annuncio sui tassi di interesse da parte della BCE, che arriverà come di consueto alle 14.15 ora italiana, il Ftse Mib sale dello 0,53%, a quota 42.281,77 punti.
Buzzi continua a volare sull’indice benchmark della borsa di Milano, con uno scatto di oltre l’8%, a seguito della promozione di JPMorgan, che ha alzato il target price da 45 a 54 euro.
Tra i titoli peggiori torna a mettersi in evidenza Nexi, che ieri è stata assaltata da vendite tali che hanno portato le azioni ad affondare di oltre il 9%. Giù anche Mediobanca e MPS-Monte dei Paschi di Siena, che si confermano tra le maglie nere del listino
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Oggi l’altro grande market mover dell’inflazione USA
Quello di oggi, non è il solo grande market mover atteso dagli economisti e dai mercati. In calendario anche la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo CPI USA, tra i dati più cruciali per comprendere l’andamento dell’inflazione negli Stati Uniti e per dare indicazioni alla Fed di Jerome Powell sul da farsi.
Gli economisti interpellati da Dow Jones prevedono un rialzo del CPI pari a +0,3% su base mensile e del 2,9% su base annua.
Escluse le componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari e dei prezzi energetici, considerando dunque il PCI core, le stime sono di un aumento dello 0,3% su base mensile e del 3,1% su base annua.
In lieve rialzo i futures sui principali indici azionari USA. I futures sul Dow Jones sono praticamente piatti, mentre i futures sullo S&P 500 e sul Nasdaq registrano variazioni rispettivamente pari a +0,12% e a +0,21%.
Il trend dei rendimenti BTP, OAT, Bund e degli altri bond dell’Eurozona
Poco mossi i rendimenti dei principali Titoli di Stato dell’area euro a 10 anni, mentre si avvicina il momento clou dell’annuncio dei tassi da parte della BCE. I rendimenti dei Bund tedeschi avanzano di 1 punto base, al 2,66%.
I rendimenti dei BTP sono piatti al 3,46%, oggi superiori ai rendimenti degli OAT, che scendono di 1 pb al 3,45%.
I rendimenti dei Bonos spagnoli sono inchiodati al 3,23%, così come i rendimenti del Portogallo e della Grecia, fermi rispettivamente al 3,07% e al 3,31%.
Preview tassi BCE, il commento dell’esperto
Nel presentare le proprie previsioni sull’annuncio sui tassi che arriverà oggi dalla BCE di Christine Lagarde Dave Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments, segnala nella sua nota “Preview BCE: raggiunta la neutralità sui tassi” che “la riunione della BCE prevista per giovedì potrebbe produrre sviluppi di rilievo”.
“Con i tassi al 2%, il Comitato ritiene di aver raggiunto la zona neutrale, il che gli consente di fare un passo indietro e osservare con attenzione l’evoluzione del contesto sia domestico che internazionale”, spiega Chappell, stimando che “la presidente Lagarde probabilmente descriverà i rischi come attualmente ’in equilibrio’, sottolineando le prospettive di una crescita più solida nei prossimi trimestri grazie agli investimenti in infrastrutture e difesa, pur riconoscendo la persistente incertezza legata all’evoluzione delle politiche commerciali con gli Stati Uniti e alle loro più ampie implicazioni a livello globale ”.
“Nei prossimi mesi sarà più chiaro se il Comitato dovrà intervenire con una riduzione dei tassi; il fattore determinante potrebbe essere un indebolimento dell’economia statunitense che porterebbe a un ulteriore rafforzamento dell’euro ”. In quel caso, di fatto, potrebbe essere avallato il timore di effetti disinflazionistici troppo significativi sull’economia dell’Eurozona legati a un euro più forte, che porterebbero il tasso di inflazione a scendere molto al di sotto del target del 2% stabilito dall’Eurotower.
Piazza Affari in lieve rialzo nel BCE Day, l’attenzione rimane su spread BTP-OAT e BTP-Bund
L’indice benchmark di Piazza Affari Ftse Mib ha aperto la giornata di contrattazioni segnando un lieve rialzo, a quota 42.105,75 punti. Tra le azioni, scatta in cima al listino Buzzi, con un rialzo di oltre il 4%. Bene anche Tenaris, Mediobanca, mentre sono sotto pressione Ferrari, Stm, Leonardo e Banco BPM, che spiccano tra i titoli peggiori.
In attesa del verdetto della BCE sui tassi, che si conoscerà tra una manciata di ore, focus anche sul trend della borsa di Francoforte e della borsa di Parigi, quest’ultima osservata speciale a causa della grave crisi politica tornata ad abbattersi sulla Francia di Emmanuel Macron.
Lo spread della Francia è stato il grande protagonista di queste ultime sessioni, soprattutto lo spread Francia-Italia a 10 anni, che si è azzerato per la prima volta nella storia dell’Eurozona lo scorso martedì 9 settembre.
Oggi la differenza tra i rendimenti degli OAT e dei BTP è di appena 1 punto base, con i primi che viaggiano al 3,45% e i secondi pari al 3,46%.
In evidenza anche lo spread Italia-Germania a 10 anni, ovvero lo spread BTP-Bund, che oscilla attorno a 84 punti base e che, secondo alcuni rumor, permetterebbe al governo Meloni grazie alla sua discesa di beneficiare di un tesoretto di 13 miliardi di euro.
Borsa Tokyo, indice Nikkei 225 al nuovo record dopo massimi S&P e Nasdaq. Miracolo Oracle
In attesa dell’avvio della giornata di contrattazioni di Piazza Affari e delle altre borse europee, focus sul nuovo record testato dall’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo, salito oggi fino a quota 44.396,95, sulla scia del balzo delle azioni Softbank, schizzate di oltre il 10%.
Il listino azionario giapponese ha ricevuto una spinta dai nuovi record testati a Wall Street, dove dominano le speranze per l’arrivo del primo taglio dei tassi sui fed funds da parte della Fed di Jerome Powell, il prossimo 17 settembre.
Lo S&P 500 ha chiuso a un valore record di sempre per la seconda sessione consecutiva, avanzando dello 0.3% a quota 6.532,04 punti, dopo essere salito dello 0,7% nei massimi intraday fino al record intraday di 6.555,97 punti.
Il Nasdaq Composite ha chiuso piatto, in rialzo di appena lo 0,03% a 21.886,06, comunque incassando un nuovo valore di chiusura a livelli record. Il Dow Jones Industrial Average ha ceduto invece lo 0,48%, a quota 45.490,92, zavorrato dalle azioni Apple, in calo dopo che gli annunci dei suoi ultimi iPhone non sono riusciti a impressionare positivamente gli investitori.
Tutti i riflettori a Wall Street sono stati puntati ieri non solo sulle aspettative per quanto deciderà di fare la Fed, anche nelle riunioni successive, ma sul miracolo Oracle.
BCE, tagli tassi finiti? Attenti a dazi Trump, ma anche alla Francia
Nel decidere le prossime mosse sui tassi di interesse dell’area euro, anche per il resto dell’anno 2025, la BCE di Christine Lagarde non deve più valutare ’soltanto’ la mole già notevole di fattori che interessano l’economia e l’inflazione dell’Eurozona, ovvero l’impatto dei dazi inflitti all’Europa dall’amministrazione di Donald Trump, e le conseguenze del bazooka fiscale e delle maggiori spese per la difesa stabilite dall’Unione europea, in un contesto di escalation di tensioni geopolitiche, con la guerra in Ucraina e il conflitto in Medioriente.
Ora c’è anche il grattacapo (in realtà l’ennesimo, da quando il presidente francese Emmanuel Macron ha preso la decisione di indire le elezioni anticipate) di una Parigi impegnata a tamponare la forte crisi politica deflagrata di nuovonel Paese, con la fine del governo Bayrou.
Macron ha nominato Sébastien Lecornu nuovo premier francese, affidando a lui il compito di formare una squadra di governo che avrà come primo obiettivo quello di varare la legge di bilancio per il 2026.
Tutto, mentre sui mercati sale l’ansia per una carrellata di annunci che rischiano di alimentare ulteriori tensioni e mentre nelle strade di Parigi esplodono la rabbia e il malcontento dei cittadini.
La Banca centrale europea sarà costretta a blindare gli OAT, i Titoli di Stato francesi?
Diversi in questo contesto caratterizzato da una grande incertezza sono gli economisti che hanno ritirato le loro previsioni di ulteriori tagli dei tassi.
I mercati prezzano invece l’arrivo di un nuovo taglio, entro l’estate del 2026, con una probabilità piuttosto alta, pari al 70%.
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