Mentre la London Stock Exchange arranca in Borsa, ci si interroga sul peso del suo nome e su un’identità sempre più distante da Londra e dai mercati tradizionali.
Da quando Shakespeare fece chiedere a Giulietta se i nomi contassero davvero, la risposta è sempre sembrata affermativa. Non lontano da dove venne messa in scena la sua opera più celebre ha sede il London Stock Exchange Group, o LSEG come preferisce chiamarsi, la cui azione in difficoltà contrasta nettamente con quella dei concorrenti. Se avesse un altro nome, questa Borsa farebbe forse annusare con più favore gli investitori?
Tra i dieci principali gruppi borsistici mondiali per valore di mercato, LSEG è l’unico quest’anno ad aver registrato un calo delle azioni: –17%, nonostante faccia parte del FTSE 100, che è salito del 13%. La scorsa settimana, il titolo ha toccato il minimo annuale, pur avendo riportato ricavi e utili semestrali superiori alle attese. Un lieve calo degli abbonamenti e un dollaro più debole hanno tolto un po’ di smalto ai risultati, ma nulla che giustifichi davvero un tonfo dell’8%.
Potrebbe darsi che parte del problema di LSEG stia proprio nel suo nome, che più che descrivere, ormai distrae? Le difficoltà di Londra come centro finanziario sono ben note e i dibattiti su come rivitalizzare la City probabilmente occupano una parte sproporzionata del tempo del CEO David Schwimmer, rispetto all’impatto reale sul suo business. [...]
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