Pensioni 2015-2016: per gli esodati soluzione in vista ma la legge Fornero resterà in vigore

Simone Casavecchia

17 Settembre 2015 - 10:27

Il ministro Padoan annuncia che una soluzione per gli esodati è vicina ma ribadisce che la Legge Fornero sulle pensioni rimarrà ancora in vigore perché i costi per una riforma della previdenza sono troppo alti.

Pensioni 2015-2016: per gli esodati soluzione in vista ma la legge Fornero resterà in vigore

Nella giornata di ieri, a Montecitorio, l’intervento del ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, ha fornito importanti anticipazioni sulle misure che verranno inserite nella prossima legge di stabilità riguardo all’abolizione della Tasi e alla questione degli esodati, pur confermando che la riforma delle pensioni non è, almeno per il prossimo futuro, nell’agenda del Governo e che, quindi, la legge Fornero rimarrà ancora in vigore.
I chiarimenti forniti ieri da Pier Carlo Padoan sul questione degli esodati e sulle soluzioni che il Governo sta valutando in proposito, arrivano dopo una giornata campale dove si sono susseguito un sit-in davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, animato dai sindacati e un’occupazione dei banchi del Governo, messa in atto dai parlamentari della Lega Nord, sia a Montecitorio che a Palazzo Madama.

Esodati: le soluzioni allo studio del Governo
Per quanto riguarda l’annoso problema degli esodati, il ministro Padoan ha spiegato che il Governo sta attualmente valutando la possibilità di mettere in campo un nuovo intervento di salvaguardia (il settimo) che consentirebbe di sanare le gravi situazioni di disagio sociale, determinate dall’entrata in vigore della Legge Fornero nel 2011 e ancora in atto.
Dopo aver ribadito

"l’impegno del governo a individuare soluzioni con l’adeguata urgenza"

Padoan ha però fornito importanti chiarimenti riguardo al Fondo per la salvaguardia degli esodati, affermando che, sui circa 3 mld di euro, presumibilmente risparmiati nelle precedenti salvaguardie, per una sovrastima degli interventi precedenti, non ci sono in realtà certezze in termini di bilancio, dal momento che per tali risorse

"a partire dal 2013 (...) non è stata conclusa la procedura di certificazione"

In ogni caso, anche se venisse accertata la disponibilità di tali risorse, l’attuale normativa

"non consente l’utilizzo di somme andate in economia senza un’adeguata copertura finanziaria (...) il trascinamento di eventuali risparmi costituisce una deroga non espressamente prevista dalla norma"

In altri termini, anche se dalle precedenti salvaguardie fossero "avanzati" dei denari che potrebbero andare a finanziare un nuovo intervento salva esodati, tali fondi dovrebbero essere prima certificati, per determinarne l’effettiva disponibilità e, poi, andrebbero "travasati" (da qui il termine "vasi comunicanti" utilizzato in questi giorni dai sindacati per indicare il passaggio di risorse finanziare dai precedenti interventi di salvaguardia a un ipotetico nuovo intervento) con un’apposita legge.
La questione, in definitiva, è solo contabile, dal momento che per il ministro dell’Economia il Fondo salva esodati non è stato pensato per accumulare risorse e

"Il trascinamento degli eventuali risparmi ad anni successivi a quelli previsti in sede di stanziamento (...) costituisce pertanto una deroga, non espressamente prevista dalla norma, al principio della annualità del bilancio dello Stato"

In base a tale principio, infatti deve essere rispettata una corrispondenza temporale tra le somme stanziate in bilancio e gli oneri da coprire, per questo anche se sono state risparmiate risorse dopo la realizzazione dei precedenti interventi di salvaguardia, quelle somme, già andate in economia, non potrebbero comunque essere utilizzate per dare la necessaria copertura economica a nuovi interventi di salvaguardia per i quali, quindi, dovrebbero essere trovate nuove risorse finanziarie.
Occorre capire se, a questo punto, ci sarà la volontà politica di trovare queste nuove risorse e di risolvere definitivamente il problema degli esodati, il nodo sicuramente più urgente da districare nell’intricata matassa della riforma delle pensioni o se, ricorrendo a cause di forza contabile, si deciderà di lasciare in un dolorosissimo limbo molti contribuenti.

Riforma delle pensioni e legge Fornero
Del tutto chiari, invece, gli orientamenti del Governo sulla riforma delle pensioni, un capitolo sul quale già nei giorni scorsi Padoan aveva pronunciato l’ultima parola chiarendo che l’intervento non era, almeno al momento, nell’agenda dell’Esecutivo.
Per ora, quindi, non sarà messa in campo una riforma complessiva delle pensioni che vada a modificare la legge Fornero, dal momento che introdurre nella previdenza lo strumento della pensione anticipata con flessibilità in uscita

’’comporterebbe oneri rilevanti e strutturali’’

una spesa troppo alta da sostenere che destabilizzerebbe pericolosamente i principi di stabilità dei conti del sistema pensionistico, anche in caso di applicazione immediata delle ipotesi di penalizzazione ipotizzate.
Magre consolazioni, per il ministro dell’Economia sono già presenti nell’attuale normativa in base alla quale, se il contribuente è in possesso di un elevato numero di anni di contributi o è nel sistema contributivo o misto, è possibile anticipare il momento della pensione rispetto all’età prevista per la pensione di vecchiaia.

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