Pensioni, il governo lavora a una sorpresa incredibile. C’entra la Fornero

Simone Micocci

9 Settembre 2025 - 09:45

Riforma delle pensioni, il governo vuole rivedere la legge Fornero nonostante le difficoltà. Ecco cosa dobbiamo aspettarci.

Pensioni, il governo lavora a una sorpresa incredibile. C’entra la Fornero

Chi lo avrebbe mai detto che, alle condizioni economiche attuali, il governo potesse lavorare in direzione di una riforma delle pensioni che consenta a più lavoratori possibili di andarci prima rispetto alle regole imposte dalla riforma Fornero?

Eppure sembra essere proprio così, come confermato di recente dalla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, nel corso del collegamento con Adnkronos al forum Teha di Cernobbio.

L’abolizione - o meglio, la correzione - della legge Fornero in favore di una maggiore flessibilità in uscita è un tema su cui si discute da molti anni, fin dall’insediamento del governo Meloni visto che questo obiettivo è stato al centro della campagna elettorale condotta dal centrodestra, Lega specialmente.

Tuttavia, in questi anni sono mancate le condizioni economiche per rivedere la flessibilità in uscita rendendo più semplice andare in pensione, tant’è che in alcuni casi c’è stato persino un peggioramento delle regole vigenti (vedi ad esempio l’Ape Sociale, o anche la pensione anticipata contributiva).

Lo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha spiegato che non ci sono le giuste condizioni per una riforma delle pensioni di lungo periodo, e non solo per fattori di politica - ed economia - estera come lo scoppio delle guerre in Ucraina e a Gaza: c’è da considerare, infatti, l’elemento demografico, con l’Italia che in futuro vedrà aumentare la spesa per le pensioni mentre i lavoratori saranno sempre meno, con il rischio di una riduzione sensibile delle entrate contributive.

Tuttavia, nonostante una situazione di chiara difficoltà, si continua a ragionare su come consentire ai lavoratori di anticipare il momento della pensione. A tal proposito, la prossima legge di Bilancio sarà molto importante visto che sarà lì che il governo introdurrà quegli elementi necessari ad “ammorbidire” la legge Fornero, o almeno proverà a farlo.

Verso la correzione della legge Fornero. Stop all’adeguamento e maggiore flessibilità

Le ultime dichiarazioni della ministra del Lavoro, Marina Calderone, unite a quelle di qualche giorno fa del sottosegretario Claudio Durigon, permettono di intravedere con maggiore chiarezza la direzione che il governo intende prendere con la prossima manovra finanziaria. Nel dettaglio, sono due i pilastri attorno a cui ruoterà la riforma previdenziale: congelamento dell’adeguamento automatico alla speranza di vita e maggiore flessibilità in uscita.

Il primo obiettivo è già stato indicato come una priorità politica: senza un intervento, dal 2027 scatterebbe infatti l’aumento dei requisiti previsto dalla legge Fornero, con 67 anni e 3 mesi per la pensione di vecchiaia e 43 anni e 1 mese di contributi per l’anticipata (uno in meno per le donne). Una prospettiva che il governo vuole assolutamente sterilizzare per evitare tensioni.

Il secondo fronte riguarda la flessibilità. Dopo i risultati deludenti di Quota 103, destinata a scomparire, si punta a strumenti più efficaci. In primo piano torna Opzione Donna, che potrebbe essere rilanciata con criteri meno restrittivi rispetto a quelli introdotti nell’ultimo biennio. Sul tavolo anche l’ipotesi di una Quota 41 flessibile, con penalizzazioni del 2% per ogni anno di anticipo, escluse però per i lavoratori con Isee sotto i 35.000 euro. Una soluzione che avrebbe costi più contenuti rispetto alla Quota 41 “pura”, da sempre cavallo di battaglia della Lega.

Infine, prende corpo l’idea di estendere la pensione anticipata contributiva anche ai lavoratori del regime misto. A oggi questa formula è accessibile solo ai cosiddetti “contributivi puri”, ma dal 2026 potrebbe rappresentare una nuova via di uscita anche per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, mantenendo però il calcolo interamente contributivo per garantire la sostenibilità finanziaria.

Il rilancio della previdenza complementare

Accanto alle misure di riforma del sistema pubblico, il governo intende rafforzare anche il cosiddetto secondo pilastro previdenziale, quello rappresentato dai fondi pensione. La ministra Calderone ha ribadito più volte l’importanza di valorizzare questa scelta, soprattutto per le giovani generazioni che rischiano di ritrovarsi in futuro con pensioni pubbliche meno generose.

Uno degli strumenti allo studio è la reintroduzione di un nuovo semestre di silenzio-assenso, già sperimentato in passato: chi non manifesterà una scelta esplicita si vedrà destinare automaticamente il proprio Tfr a un fondo pensione. Una soluzione che punta a superare la scarsa cultura previdenziale diffusa in Italia, dove l’adesione ai fondi è ancora limitata rispetto alla media europea.

Per rendere più accessibile questo canale, Calderone ha sottolineato la necessità di una duplice azione: da un lato semplificare le procedure, eliminando ostacoli burocratici che scoraggiano i lavoratori, soprattutto i più giovani; dall’altro avviare una campagna di informazione mirata, con il coinvolgimento di sindacati e associazioni datoriali. Particolare attenzione sarà rivolta ai dipendenti delle piccole e medie imprese, che spesso dispongono di meno strumenti di orientamento in materia previdenziale.

Il governo, dunque, non guarda solo alla riforma della legge Fornero e alle uscite anticipate, ma punta anche a costruire una cultura del risparmio previdenziale di lungo periodo, con l’obiettivo di garantire in futuro pensioni più adeguate e sicure.

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