Riforma pensioni 2026, arriva l’Opzione donna a 58 anni più flessibile e rafforzata

Patrizia Del Pidio

2 Settembre 2025 - 09:46

L’Opzione donna potrebbe tornare alle origini nel 2026, con uscita dal mondo del lavoro a 58 anni per le dipendenti e a 59 anni per le autonome. Vediamo le ipotesi.

Riforma pensioni 2026, arriva l’Opzione donna a 58 anni più flessibile e rafforzata

Con il 2026 potrebbero arrivare importanti novità per chi deve andare in pensione. Non ci si aspetta, per il prossimo anno, una riforma strutturale del sistema previdenziale, ma potrebbero esserci degli aggiustamenti che renderanno più semplice il pensionamento. Tra questi spiccano quelli che potrebbero interessare l’Opzione donna con il ritorno del pensionamento flessibile a 58 anni.

La misura consente alle lavoratrici di andare in pensione prima a fronte della scelta di un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno spettante. Anche se fino a qualche anno fa potevano accedere alla misura tutte le lavoratrici con 35 anni di contributi e 58 anni di età (59 anni erano richiesti solo per le lavoratrici autonome), negli ultimi anni l’Opzione donna ha subito un’importante contrazione.

Oggi possono utilizzare la misura solo alcune categorie di lavoratrici che necessitano di tutela con un’età variabile tra i 59 e i 61 anni, in base al numero di figli avuti. In questo modo, però, l’opzione in parola è stata snaturata.

Opzione donna confermata anche nel 2026?

L’Opzione donna va avanti, ormai da anni, grazie a proroghe. L’attuale versione sarà accessibile solo per le donne che hanno raggiunto i requisiti di accesso entro il 31 dicembre 2024, ma alcune indiscrezioni fatte trapelare dagli esponenti della maggioranza fanno pensare che la misura non sarà cancellata nel 2026, ma anzi potrebbe essere potenziata per permettere l’accesso a più lavoratrici.

Le modifiche apportate negli ultimi anni, infatti, oltre a snaturare l’Opzione donna, hanno limitato anche l’accesso alla maggior parte delle lavoratrici grazie alle regole più rigide e ai paletti imposti che hanno diminuito sensibilmente gli accessi alla misura.
La misura così com’è rischia di perdere efficacia e proprio per questo è stato annunciato un potenziamento che potrebbe essere attuato in diverse direzioni.

Come cambia l’Opzione donna nel 2026

In alcuni casi quello che si ipotizza è un ritorno ai requisiti originari della misura, senza vincoli e paletti, che permetterebbe l’uscita a 58 anni alle dipendenti e a 59 anni per le autonome.

In altri casi si ipotizza l’allargamento della platea delle beneficiarie, con la misura attuale che includerebbe altre categorie di lavoratrici. Negli ultimi tempi era stata avanzata la proposta di introdurre, per il calcolo della pensione, un sistema misto contributivo-retributivo, ma sembra assai improbabile che si decida di abbandonare il ricalcolo con il sistema contributivo perché andrebbe ad alterare la logica della misura pensata in origine.

Riforma pensioni 2026

Il rafforzamento dell’Opzione donna dovrebbe affiancarsi ad altri cambiamenti previsti per il prossimo anno. Da una parte il sistema delle quote, tra cui Quota 103, dovrebbe essere messo da parte per lasciare il posto ad altre misure.

Se da una parte sembra quasi sicuro l’intervento che congelerà l’aumento dell’età pensionabile in relazione alla speranza di vita Istat (atteso per il 2027), dall’altra la volontà sembra quella di introdurre la pensione a 64 anni per tutti. Ricalcando la misura oggi prevista solo per i contributivi puri che possono andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi, si sta pensando all’estensione della misura anche a chi ricade nel retributivo. In questo caso l’ipotesi è quella di permettere a tutti i lavoratori di uscire a 64 anni con 25 anni di contributi che possono essere raggiunti anche con l’utilizzo del Tfr.

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