BNP Paribas: arriva la multa USA per la violazione dell’embargo contro l’Iran

Simone Casavecchia

23 Giugno 2014 - 11:28

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Raggiunto l’accordo tra il gruppo bancario francese e il Dipartimento di Giustizia americano, per una cifra tra gli 8 e i 9 miliardi di dollari.

BNP Paribas: arriva la multa USA per la violazione dell’embargo contro l’Iran

Si avvia verso la risoluzione, tutt’altro che indolore, la vicenda che vedeva coinvolta BNP Paribas nelle transazioni e nelle operazioni bancarie in dollari, avvenute verso i Paesi dell’asse del Male, in particolare Iran e Sudan, contro cui erano da mesi in corso le indagini del Dipartimento di Giustizia statunitense. L’autorità americana ha, infatti raggiunto un accordo, frutto di una lunga trattativa, con i vertici del gruppo bancario francese, al quale è stata comminata una maxi multa, il cui importo si aggira tra gli 8 e i 9 miliardi di dollari. La sanzione è stata inflitta in seguito all’accertamento di attività illecite gestite da BNP Paribas, consistenti in transazioni bancarie che hanno movimentato circa 30 miliardi di dollari, avvenute violando consapevolmente l’embargo, vigente in USA, nei confronti di Iran, Sudan e di altri Paesi ritenuti potenzialmente pericolosi per gli Stati Uniti.

In base all’accordo raggiunto tra le autorità americane e i vertici di BNP, il gruppo bancario francese, oltre al pagamento della maxi multa, sarà anche investito dal divieto, seppur temporaneo, di effettuare operazioni e transazioni in dollari. Una ulteriore sanzione, accettata da BNP, e in parte già resa operativa, prevede anche il licenziamento e l’allontanamento di 30 risorse, tra funzionari e dipendenti, alcuni dei quali, avrebbero già fatto i bagagli. Infine, dovrebbe arrivare anche, molto probabilmente a Luglio, un esplicito mea culpa dell’istituto bancario francese, che si dichiarerà colpevole del reato di complicità nella violazione dell’International Emergency Economic Powers Act, vigente nella normativa degli Stati Uniti.

In base alle indiscrezioni e alle ultime informazioni fornite dal Wall Street Journal, l’accordo raggiunto, e ormai in fase di chiusura, è il frutto di una trattativa durata per molti mesi e si configura come una misura estremamente aspra, stante l’intenzione degli organi statunitensi di supervisione del settore bancario di comminare una sanzione esemplare.
A tal proposito sia gli organismi bancari francesi che quelli europei hanno espresso grande preoccupazioni per l’impatto che queste misure potrebbero avere sulla credibilità e sulla stessa sopravvivenza dello stesso gruppo bancario e anche il presidente francese Francois Hollande, in occasione della visita del presidente Barack Obama in Europa e in Francia, ha parlato di un alto rischio di sanzioni sproporzionate e, quindi, ingiuste, nella vicenda BNP Paribas.

In base alle indagini svolte dal Dipartimento di Giustizia americano, che ha analizzato i dati relativi a transazioni per 100 miliardi di dollari, le violazioni commesse dalle sedi statunitensi di BNP Paribas si estenderebbero su un arco di 5 anni e riguarderebbero circa un terzo dei capitali presi in analisi. L’istituto bancario francese, sfruttando la propria rete di sede regionali all’estero, avrebbe consapevolmente celato la destinazione di alcuni fondi che sarebbero stati utilizzati per attività svolte in Iran, Paese tuttora soggetto all’embargo americano e per finanziare aziende petrolifere ed enti governativi del Sudan, Paese accusato dagli USA di aver commesso un genocidio nei confronti della propria popolazione, negli anni scorsi.

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