Tassi, questa banca centrale ha appena scioccato i mercati

Laura Naka Antonelli

8 Luglio 2025 - 11:49

Mercati gelati dalla decisione sui tassi annunciata da questa banca centrale, che ha spiazzato tutti.

Tassi, questa banca centrale ha appena scioccato i mercati

Una decisione del genere sui tassi da parte di questa banca centrale, i mercati finanziari non se l’aspettavano proprio. Eppure oggi, martedì 8 luglio 2025, è andata proprio così, tanto che nelle sale operative si parla addirittura di una decisione “shock.

La banca centrale in questione che ha sorpreso i trader è la Reserve Bank of Australia, ovvero la banca centrale dell’Australia, che ha annunciato oggi di avere lasciato i tassi di interesse fermi al 3,85%: come riporta l’agenzia di stampa Reuters “ uno shock per i mercati che avevano scommesso con fiducia su un taglio ”.

In media, il consensus degli analisti aveva previsto un taglio dei tassi in Australia di 25 punti base, al 3,6%.

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E invece no: la RBA ha optato per lo status quo, fattore che si è tradotto subito in un balzo del dollaro australiano, con il rapporto AUD-USD che avanza dello 0,80% circa, a quota 0,6541.

Totalmente ingessata la borsa di Sidney, con l’indice di riferimento S&P/ASX 200 che ha chiuso la seduta invariato (+0,02%), a quota 8.590.70 punti.

La Reserve Bank of Australia ha spiegato la decisione di politica monetaria, segnalando l’intenzione di “ attendere un po’ più di informazioni, che confermino che l’inflazione sia sulla buona strada per centrare il 2,5% in modo sostenibile ”.

La banca centrale ha aggiunto che, di fatto, “sebbene l’ultimo dato mensile relativo al CPI (indice dei prezzi al consumo) suggerisca che è probabile che l’inflazione relativa al trimestre di giugno sia ampiamente in linea con le aspettative, comunque si è trattato di un indicatore lievemente più forte delle attese ”.

Inflazione in forte rallentamento in Australia, ma la banca centrale non si fida?

Il riferimento è stato al dato sull’inflazione che in realtà ha raccontato una storia che è stata percepita in modo diverso dai mercati, visto che il trend è stato di un rialzo dell’indice CPI pari a +2,1% a maggio, al ritmo più basso dall’ottobre del 2024.

Il rallentamento delle pressioni inflazionistiche è stato evidente, se si considera che, nel corso del primo trimestre del 2025, l’inflazione in Australia era cresciuta al ritmo del 2,4%, corrispondente al minimo degli ultimi quattro anni.

Tra l’altro, nel caso dell’Australia il target di inflazione su cui punta la banca centrale non è neanche pari al 2%, contrariamente al caso di altre istituzioni come la BCE e la Federal Reserve ma superiore, compreso tra il 2 e il 3% nel medio periodo.

La stoccata da parte del ministro del Tesoro contro la banca centrale

Lampante dunque la rabbia delle autorità, con il ministro del Tesoro australiano Jim Chalmers che ha postato un commento su X, definendo la decisione dell’RBA “ non il risultato in cui milioni di australiani stavano sperando né quanto i mercati avevano anticipato ”.

Il tono polemico non è passato inosservato.

A questo punto, dopo il nulla di fatto da parte dell’RBA sui tassi della giornata di oggi, i mercati stanno scommettendo con una probabilità dell’88% che i tassi vengano tagliati al 3,60% nel prossimo meeting, in calendario il 12 agosto.

La prospettiva sui tassi dell’Australia è diventata tuttavia meno dovish, dal momento che i trader puntano su un tasso finale del 3,10%, invece del 2,85% precedente.

Nel perorare la sua causa di tassi più bassi, Chalmers ha aggiunto che l’Australia ha fatto “ progressi significativi e sostenuti sull’inflazione ”, ricordando gli sforzi che il governo ha compiuto per attenuare l’impatto dei prezzi sulle tasche dei consumatori, in un contesto caratterizzato dall’indebolimento della crescita del PIL, avvenuto sulla scia del calo della spesa pubblica e delle esportazioni, fenomeno quest’ultimo che si accompagna alla frammentazione del commercio globale a causa dei dazi che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha imposto ai partner commerciali dell’America. Dazi che si apprestano a entrare in vigore, (anche se ci sono state appena novità sulla stessa data in cui le tariffe diventeranno operative, almeno nel caso di alcuni Paesi).

Va ricordato che il PIL dell’Australia ha riportato nel primo trimestre del 2025 un tasso di crescita pari a +1,3%, a un ritmo inferiore rispetto al +1,5% previsto dagli analisti interpellati dalla Reuters.

La delusione dei politici australiani per il mancato taglio dei tassi da parte della Reserve Bank of Australia è dunque evidente.

Cosa ha detto la governatrice della banca centrale Michele Bullock

Nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi, la governatrice dell’RBA Michele Bullock ha spiegato che il disaccordo all’interno del board ha riguardato piuttosto il timing, ovvero il momento in cui procedere a un nuovo taglio dei tassi, rassicurando i mercati sul fatto che la banca centrale continua a essere determinata a seguire un percorso di allentamento della politica monetaria, almeno fino a quando il CPI si confermerà in linea con le previsioni.

Bullock ha sottolineato che i dati mensili sono di per sé volatili e che l’obiettivo dell’RBA è quello di reperire maggiori informazioni.

Nel commentare la politica monetaria della banca centrale australiana, interpellato dalla Reuters, Marcel Thieliant, responsabile della divisione di economia dell’Asia-Pacifico presso Capital Economics ha sottolineato che, “a meno di grandi sorprese al rialzo per i dati relativi all’inflazione del secondo trimestre, prevediamo tuttora un taglio nel prossimo meeting della banca (centrale) nel mese di agosto”.

Vero tuttavia che “i rischi al momento sono rivolti verso un allentamento inferiore a quei 100 punti base di tagli che prevediamo per i prossimi 12 mesi ”. Questo, mentre in altre parti del mondo si parla addirittura della possibilità che si ritorni all’era dei tassi negativi.

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