Il Dragone ha fame di risorse energetiche, ha bisogno di soia e di porti attraverso i quali incrementare il commercio bilaterale con l’America Latina.
Nel bel mezzo delle tensioni internazionali, tra venti di guerra che soffiano in Medio Oriente e piogge di dazi che rischiano di sabotare l’economia globale, la Cina lavora per rafforzare la propria presenza in America Latina. Da segnalare, in particolare, la strategia cinese volta ad acquistare porti all’estero attraverso le sue imprese statali e quindi hub marittimi strategici e rotte di approvvigionamento energetico.
Questa strategia passa anche dal Brasile, dove la China Merchants Port Holdings (CMPort) sta per comprare Vast Infraestrutura, l’unico terminal Very Large Crude Carrier (VLCC) locale gestito da privati e situato nel porto di Acu, a Rio de Janeiro. Lo scorso febbraio CMPort aveva annunciato di aver firmato un accordo di acquisto di azioni con la brasiliana Prumo Logistica e la sua controllata Acu Petroleo Investimentos per prelevare una partecipazione del 70% nel terminal per petrolio greggio, in attesa del completamento delle condizioni di chiusura e dell’ottenimento delle autorizzazioni da parte delle autorità governative e degli enti regolatori competenti.
Una volta terminato l’iter, questa acquisizione amplierà la presenza commerciale della Cina in Brasile, dove Pechino controllava già il Paranagua Container Terminal, un importante terminal container nello stato del Parana e il più grande terminal portuale per container del Sud America. Piccolo particolare: il citato terminal Vast Infraestrutura gestisce circa il 30% delle esportazioni di petrolio greggio del Brasile, con una media di 560.000 barili al giorno. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA