Crisi in arrivo? Ecco cosa c’entra il troppo caldo, tutte le conseguenze economiche che forse non ti aspetti.
Oltre ai disagi, alle complicazioni di salute e ai rischi ambientali, il troppo caldo può innescare una crisi finanziaria.
In apparenza le temperature non hanno alcuna correlazione con l’economia, e difatti non c’è un collegamento diretto, ma possono scatenare aumenti di prezzo vasti ed elevati, causando appunto vere e proprie crisi. Tra le minacce del cambiamento climatico, infatti, c’è una serie di costi sensibili al troppo caldo, che in un modo o dell’altro coinvolgono tutti, senza distinzioni di luogo, età o reddito.
In aggiunta alle spese aggiuntive per le famiglie, l’effetto più devastante è sicuramente quello sulle assicurazioni, che con gli eventi atmosferici estremi toccano livelli record sia per i veicoli che per gli immobili. Questo meccanismo è ben evidente negli Stati Uniti, dove si contano danni enormi a causa degli uragani, ma la situazione non è molto diversa dalle nostre parti.
Aumentano i costi delle assicurazioni
Come anticipato, l’effetto più devastante del troppo caldo - restando dal punto di vista economico - è quello sui premi assicurativi. Gli esperti sottolineano da tempo questa criticità, che quest’anno potrebbe raggiungere livelli mai visti prima, ma risolverla non è affatto semplice. L’aumento dei costi non è dovuto tanto alla maggiore richiesta da parte dei consumatori, più motivati a tutelare i propri beni ora che i pericoli sono più frequenti, quanto proprio dall’incremento esponenziale di risarcimenti, per quantità ed entità. Per far fronte al pagamento, le compagnie assicurative non hanno molta altra scelta che alzare i costi dei premi su larga scala. La diffusione di eventi meteorologici estremi legata al caldo anomalo vanifica infatti il vero perno che garantisce il buon funzionamento del sistema assicurativo: la distribuzione del rischio.
Così, assicurare immobili e veicoli diventa sempre più oneroso per le famiglie, costringendo tanti consumatori a far a meno della copertura o comunque ad adottare soluzioni meno funzionali. Non dimentichiamo inoltre che in Italia le cosiddette polizze catastrofali, coperture assicurative apposite per i danni da catastrofe naturale sugli immobili, sono obbligatorie per le imprese a partire dal 31 marzo 2025. In questo caso, l’obbligo non riguarda i privati cittadini, né tutti i beni commerciali, ma ha comunque un ampio riflesso sulla collettività. Maggiori costi per le imprese corrispondono a maggiori costi per gli utenti finali.
Come già detto, inoltre, è molto difficile contenere questo meccanismo a catena. Anche il controllo statale dei premi assicurativi, che è stato tentato per esempio in California, si rivela controproducente a lungo termine. Le compagnie assicurative hanno infatti spesso preferito ritirarsi e spostare l’attività in Stati più flessibili, aumentando ulteriormente il problema. Guardando al panorama mondiale, tra controllo artificiale delle polizze, rischi eccessivi per gli Stati o oneri altissimi per i cittadini, l’Italia pare spiccare con merito. L’obbligo per le imprese consente infatti di mantenere la distribuzione del rischio, se verrà effettivamente fatto rispettare, limitando le conseguenze almeno per parte dei soggetti.
Comprare casa (e auto) è sempre più difficile
Di pari passo con l’aumento delle polizze assicurative ci sono incredibili difficoltà di compravendita. Ciò riguarda principalmente gli immobili, perché si fa riferimento a transazioni di valore importante, ma lo stesso meccanismo si ripete nel piccolo per i veicoli e ha di fatto un impatto non trascurabile sul bilancio familiare. Per le case, però, la situazione si complica ulteriormente a causa delle varie differenze possibili tra i territori e per la maggiore necessità di copertura assicurativa. Le zone meno a rischio di eventi estremi diventano sempre più appetibili, mentre i prezzi scendono sotto i livelli minimi nelle aree più colpite dalle calamità naturali, paralizzando il mercato immobiliare in condizioni disastrose.
Si spendono 550 euro in più al mese
Non è certo meno importante nella “crisi da caldo” la crescente sofferenza economica delle famiglie, che in Italia arrivano a spendere anche 550 euro in più ogni mese.
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