Trump annuncia la spedizione di 12 lettere con l’ultimatum sui dazi. A chi sono indirizzate e cosa contengono? La guerra commerciale si complica.
Si avvicina il 9 luglio, data ultima per trovare un accordo sui dazi prima che Trump introduca tariffe più alte. In un clima di profonda incertezza su cosa accadrà, con l’UE protagonista assoluta di questo contesto così rischioso, l’ultima novità annunciata dal tycoon è la spedizione di circa 12 missive indirizzate ad altrettanti Paesi.
Una trovata - l’ennesima - del presidente USA per mettere pressione alle nazioni nel mirino della Casa Bianca con un approccio sempre meno politico-diplomatico e più orientato al mondo senza scrupoli del business.
In sintesi, Trump ha affermato che inizierà a notificare ai partner commerciali la nuova tariffa statunitense sulle loro esportazioni a partire dal 1° agosto, ribadendo la preferenza per vie più immediate di risoluzione delle controversie rispetto a negoziati considerati complicati.
“Circa 10 o 12 lettere” sono in spedizione, mentre altre potrebbero essere inviate nei prossimi giorni, ha annunciato il tycoon. Cosa contengono e a chi sono indirizzate?
Dazi, in arrivo le lettere spedite da Trump. A chi sono indirizzate?
Donald Trump ha dichiarato di aver firmato delle lettere per 12 Paesi in cui vengono delineati i vari livelli tariffari che dovranno affrontare sui beni esportati negli Stati Uniti. Si tratta di offerte “prendere o lasciare” e saranno inviate lunedì 7 luglio.
Il presidente USA, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One durante il viaggio verso il New Jersey, ha rifiutato di rivelare i nomi delle nazioni coinvolte, affermando che la notizia sarebbe stata resa pubblica lunedì. Il tycoon aveva detto in precedenza di aspettarsi che il primo lotto di lettere venisse spedito venerdì, giorno di festa nazionale negli Stati Uniti, ma poi la data è stata spostata.
“Entro il 9 saranno completamente coperti [dall’arrivo della missiva]”, ha aggiunto Trump, riferendosi alla scadenza del 9 luglio che inizialmente aveva fissato per i Paesi che dovevano raggiungere accordi con gli Stati Uniti al fine di evitare dazi doganali più elevati da lui minacciati. “Il valore varierà da dazi del 60 o 70% a dazi del 10 e 20%”, ha aggiunto riferendosi all’ultimatum contenuto nelle lettere.
I colloqui degli Stati Uniti con economie come Indonesia e Corea del Sud, Unione Europea e Svizzera, sono in una fase critica. L’ultima minaccia di Trump, tipica della sua abitudine a lanciare ultimatum per superare qualsiasi stallo, è in linea con le precedenti dichiarazioni secondo cui alcune nazioni non avranno voce in capitolo sul livello dei dazi doganali.
Il rischio è proprio che la nuova gamma tariffaria, se formalizzata, potrebbe essere superiore a qualsiasi imposta inizialmente delineata dal presidente durante il lancio del “Liberation Day” all’inizio di aprile. In quel contesto era stata lanciata una tariffa base del 10% sulla maggior parte delle economie, con un tetto massimo del 50%.
Tuttavia, il tono si è inasprito e ora il tycoon ha parlato del 1° agosto come prima data utile per vedere il pagamento di tariffe anche molto più elevate. Il tutto sarebbe scritto in queste missive (che si presentano come nuove minacce).
Tutto può ancora accadere. Trump e i suoi principali collaboratori avevano inizialmente dichiarato che avrebbero avviato negoziati con decine di Paesi sulle aliquote tariffarie, ma il presidente degli Stati Uniti ha abbandonato tale processo dopo i ripetuti insuccessi con importanti partner commerciali, tra cui Giappone e Unione Europea.
Ne ha parlato brevemente venerdì sera, dicendo ai giornalisti: “le lettere sono migliori... è molto più facile spedirne una...Abbiamo un paio di altri accordi, ma sapete, la mia inclinazione è quella di inviare una lettera e dire quali tariffe pagheranno”. È questo il metodo diretto, unilaterale e di forza che Trump ha imposto alla politica internazionale.
Guerra commerciale globale: a che punto siamo?
Bloomberg Economics stima che se tutti i dazi reciproci venissero aumentati al livello minacciato il 9 luglio, i dazi medi su tutte le importazioni statunitensi potrebbero salire a circa il 20%, da quasi il 3% prima dell’insediamento di Trump a gennaio. Ciò aumenterebbe i rischi per la crescita e l’inflazione dell’economia statunitense.
Gli unici accordi commerciali raggiunti finora sono con la Gran Bretagna, che a maggio ha raggiunto un accordo per mantenere un’aliquota del 10% e ha ottenuto un trattamento preferenziale per alcuni settori, tra cui quello automobilistico e dei motori aeronautici, e con il Vietnam, che ha ridotto i dazi su molti prodotti vietnamiti dal 46% precedentemente minacciato al 20%. Molti prodotti statunitensi potrebbero entrare in Vietnam senza dazi doganali.
L’accordo atteso con l’India non si è concretizzato e venerdì i diplomatici dell’UE hanno dichiarato di non essere riusciti a raggiungere una svolta nei negoziati commerciali con l’amministrazione Trump e ora potrebbero cercare di estendere lo status quo per evitare aumenti tariffari.
Nel dettaglio, l’Europa si trova in una situazione molto complessa. L’Unione europea sta valutando un accordo commerciale provvisorio con gli Stati Uniti che manterrebbe una tariffa del 10% sulla maggior parte delle esportazioni, ha detto venerdì la Commissione europea agli ambasciatori dell’UE.
L’esecutivo dell’UE ha riferito dopo un round cruciale di colloqui tenutosi giovedì a Washington, durante il quale il commissario per il Commercio Maroš Šefčovič ha cercato di sventare la minaccia del presidente Donald Trump di imporre una tariffa del 50% su tutti i prodotti europei a partire dal 9 luglio se non si raggiungerà un accordo.
Oltre alla tariffa di base, proseguiranno le discussioni sulla concessione di agevolazioni a settori industriali specifici come quello automobilistico, secondo quanto affermato da due funzionari nazionali citati da alti funzionari della Commissione.
Intanto, gli Stati Uniti hanno minacciato nuovamente l’UE con una tariffa del 17% sulle importazioni di prodotti alimentari, secondo quanto scritto in un articolo del Financial Times.
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