Rating Francia, nuovo giorno del giudizio. Dopo secondo downgrade, alert Scope. Che fanno intanto i BTP?

Laura Naka Antonelli

27 Settembre 2025 - 20:25

Intanto nell’Italia fiera dei suoi BTP, Giorgetti chiede alle banche di contribuire alla legge di bilancio, in quanto ora forti anche dell’effetto dell’upgrade di Fitch.

Rating Francia, nuovo giorno del giudizio. Dopo secondo downgrade, alert Scope. Che fanno intanto i BTP?

Nel bel mezzo della stagione di rating che vede le principali agenzie aggiornare e annunciare i loro giudizi sui debiti pubblici dei vari Paesi, grande protagonista della giornata di ieri è stata Scope Ratings, che ha aggiornato la valutazione sulla Francia.

Nessun terzo downgrade per il merito creditizio di Parigi, che continua a riempire le pagine dei giornali, a causa del continuo caos istituzionale (e anche sociale) dell’ultimo anno.

Scope Ratings ha infatti confermato il giudizio sul debito pubblico, dunque sugli OAT, al livello “AA-”. Un attenti è stato tuttavia lanciato, visto che l’agenzia di rating europea ha tagliato l’outlook da stabile a negativo.

Questo significa che esiste il rischio che, nel prossimo aggiornamento del rating francese che arriverà la prossima primavera, anche Scope Ratings potrebbe decidere di bocciare il giudizio sul rating di Parigi, dopo le due agenzie che hanno proceduto in tal senso.

La prima è stata Fitch, venerdì scorso 2 settembre 2025.

La scorsa settimana un altro downgrade è stato annunciato dall’ agenzia DBRS, che ha abbassato il rating dei Titoli di Stato parigini da AA (alto) ad AA, migliorando invece l’outlook da negativo a stabile.

Verdetto Scope Ratings su rating Francia. I motivi del taglio dell’outlook

La revisione dell’Outlook a Negativo è stata motivata così da Scope Ratings:

  • Un quadro fiscale significativamente più debole. Elevati disavanzi di bilancio e una crescente incertezza riguardo a una attuazione sostenuta del piano di consolidamento del governo sono alla base della revisione delle proiezioni di Scope, secondo cui il disavanzo delle amministrazioni pubbliche si attesterà in media al 5,4% del PIL entro il 2030. Le pressioni sulla spesa e un difficile contesto economico pesano ulteriormente sul debito pubblico che, in assenza di ulteriori shock, è destinato ad aumentare fino al 125% del PIL entro il 2030 secondo la revisione delle proiezioni di Scope, rappresentando uno degli incrementi più significativi tra i Paesi con rating comparabile”.
  • Un quadro politico più complesso. La crescente instabilità politica, il rafforzarsi della frammentazione e della polarizzazione, insieme a un difficile quadro socio-economico, gettano ombre sulle prospettive di un ampio compromesso politico in grado di far scendere in modo significativo i disavanzi di bilancio e di stabilizzare la traiettoria del rapporto debito-PIL. Le tensioni sociali e l’incertezza sulle politiche economiche e pubbliche che saranno perseguite dopo le prossime elezioni presidenziali offuscano ulteriormente le prospettive di medio termine”.
  • Il recente quadro di instabilità politica, alimentato dai dibattiti parlamentari sulla legge di bilancio, fa salire in modo considerevole il rischio di una impasse legislativa, lasciando irrisolte le sfide relative al credito nei prossimi anni ed esercitando pressioni al ribasso sul rating AA- della Francia. Ciò contrasta con lo scenario di base precedentemente delineato da Scope, che presupponeva la capacità dei governi di gestire un’Assemblea Nazionale frammentata per portare avanti gli elementi significativi di un programma credibile di consolidamento fiscale fino alle elezioni presidenziali del 2027”.

Detto questo, Scope Ratings ha rimarcato che “la conferma del rating AA- della Francia è sostenuta dal ruolo di primo piano del Paese nell’architettura economica, finanziaria e di sicurezza europea; dalla sua ampia e diversificata economia trainata da attività ad alto valore aggiunto, da un solido contesto imprenditoriale e da un settore bancario sano e resiliente; nonché dal suo favorevole profilo di debito e dall’eccellente accesso ai mercati dei capitali ”.

La prima stangata sul debito di Parigi firmata da Fitch

Risale agli inizi di settembre, precisamente al 2 settembre 2025, il primo annuncio relativo all’aggiornamento del rating della Francia: è stato quello sfornato da Fitch che, pochi giorni dopo la decisione del presidente francese Emmanuel Macron di affidare al suo fedelissimo Sébastien Lecornu il compito di formare una nuova squadra di governo, a seguito della caduta del governo Bayrou, ha bocciato il giudizio sugli OAT, i Titoli di Stato di Parigi, abbassando la loro valutazione da AA- a A+.

Mai prima di quel giorno il rating della Francia era stato abbassato a un tale livello. Fitch ha annunciato al contempo un outlook stabile, in attesa di novità dal fronte politico ed economico di Parigi.

Tempo qualche giorno, in cui gli analisti avevano già fiutato una mossa diametralmente opposta per i Titoli di Stato italiani, la stessa Fitch ha promosso il rating sul debito pubblico italiano, ergo sui BTP.

Nel frattempo, lo spread Francia-Italia si era già azzerato, diventando perfino negativo, per la prima volta nella storia dell’area euro. Attenzione, però, a quanto sta accadendo adesso.

Non solo debito Francia, Scope Ratings parla anche delle banche con esposizione verso gli OAT

In una nota recente precedente all’annuncio dell’aggiornamento del rating, Scope ha ricordato anche cosa potrebbe accadere alle banche francesi, parlando di rischio sulla redditività e riassumendo cosa è accaduto al sistema finanziario del Paese negli ultimi anni:

  • Dopo un 2023-2024 in ritardo rispetto ai peer europei, le banche francesi hanno beneficiato di nuova produzione di prestiti a rendimenti più alti dal secondo semestre 2024, rafforzando i ricavi retail e corporate. Una crisi politica prolungata potrebbe però frenare famiglie e imprese nell’indebitamento, riducendo la crescita dei prestiti.
  • Costi di raccolta: i maggiori istituti presentano una struttura di funding diversificata (depositi, covered bond, debito senior preferito e non preferito). Sebbene i covered bond si mostrino meno sensibili agli spread sovrani e gran parte del fabbisogno 2025 sia già coperto, un ampliamento persistente dei differenziali inciderebbe sui costi all’ingrosso, particolarmente rilevante dato che le banche francesi sono i maggiori emittenti di debito wholesale nell’UE.
  • Volatilità del capitale: le esposizioni ai titoli di Stato francesi, comprese tra 40 e 100 miliardi di euro per singolo istituto, potrebbero generare oscillazioni nei ratio CET1 in caso di persistenza della volatilità. BNP Paribas (target CET1 al 12,5%) e Société Générale (13,5%) risultano più esposte rispetto a Crédit Agricole e BPCE (oltre il 15%).

Francia VS Italia, OAT VS BTP, cosa succede dopo upgrade rating Italia da Fitch

In attesa del verdetto di Scope Ratings, lo spread Italia-Francia a 10 anni è tornato intanto lievemente positivo, rimanendo tuttavia sempre attorno allo zero: i rendimenti dei BTP a 10 anni viaggiano infatti oggi al 3,58%, rispetto al 3,57% dei rendimenti degli OAT.

Il trend migliore dei BTP rispetto agli OAT, certificato anche dal bollettino della BCE, è dimostrato tuttavia dai numeri relativi alla performance dell’ultimo periodo e dell’ultimo anno.

Nell’ultimo mese di contrattazioni, i rendimenti degli OAT sono saliti di 7 punti base, segnando un rialzo di 59 punti nell’ultimo anno.

I rendimenti dei BTP hanno messo a segno invece un rialzo di 2 punti base nell’ultimo mese, avanzando di 10 punti base nell’ultimo anno.

L’upgrade del rating italiano da parte di Fitch, in realtà, non ha avuto effetti particolarmente rilevanti né sui rendimenti dei BTP né, di conseguenza, sullo Spread BTP-Bund a 10 anni.

A fronte del trionfo inciso nelle dichiarazioni degli esponenti del governo Meloni, la verità è che i Titoli di Stato italiani non hanno esultato, per diverse ragioni.

Anzi, dalle ultime aste è emerso un aumento dei rendimenti italiani.

Detto questo, è probabile che un eventuale downgrade del rating francese di oggi possa gettare le basi di un nuovo dietrofront dello spread Italia-Francia a 10 anni, convincendo ulteriormente alcuni investitori a continuare a privilegiare la carta italiana, rispetto a quella francese.

D’altronde, forte di un governo stabile, quello di Meloni, in Italia ci sono i presupposti per continuare a fare i compiti assegnati da Bruxelles con il Patto di stabilità e di crescita UE. La Francia invece, e di nuovo, sicuramente non fa rima in questo periodo con le parole fiducia e credibilità.

Giorgetti accampa scusa upgrade rating Italia per chiedere soldi alle banche

Intanto, il governo Meloni, attraverso le parole del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, non ha mancato di chiamare nuovamente a rapporto le banche italiane, stavolta accampando come scusa per un loro contributo alla legge di bilancio lo stesso upgrade del rating dell’Italia.

Così Giorgetti nella giornata giovedì 25 settembre, in videocollegamento a un convegno promosso da Il Gazzettino.

“Se oggi aprite le agenzie scoprirete che una serie di istituzioni finanziarie, a cominciare dalle banche, sono state a loro volte ’upgradate’ grazie al miglioramente del rating del Paese. L’auspicio è che in qualche modo queste istituzioni che hanno beneficiato di un’azione collettiva partecipino allo sforzo di sistema”.

In vista del varo della legge di bilancio, si continua a parlare infatti della necessità che le banche italiane, che Giorgetti fa notare essere ancora più solide grazie alla promozione del rating che esse stesse hanno ricevuto da Fitch per effetto dell’upgrade del giudizio dei BTP, finanzino la legge di bilancio, stavolta del 2026.

Tornano dunque a circolare proposte come tassa sugli extraprofitti (che non ci sono), tassa sui buyback, contributi vari, e frasi come quella del leader della Lega Matteo Salvini, secondo le quali gli istituti di credito dovrebbero cedere parte dei loro utili. Ma le banche italiane, come è emerso dalle dichiarazioni del numero uno dell’ABI Antonio Patuelli, non ci stanno. A dispetto dei pizzicotti di Giorgetti.

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