Un tunnel sottomarino collegherà Europa e Africa. «Sarà un progetto gigantesco»

Ilena D’Errico

7 Dicembre 2025 - 23:12

Mentre si discute di ponti mastodontici e ancora utopistici, si fa (di nuovo) strada un progetto gigantesco per collegare Europa e Africa con un tunnel sottomarino. Arriverà a compimento?

Un tunnel sottomarino collegherà Europa e Africa. «Sarà un progetto gigantesco»

Discutiamo di ponti, a partire dallo Stretto di Messina, infrastrutture che vogliono superare le leggi della fisica e cambiare per sempre il mondo come lo conosciamo ora, costruzioni moderne e all’avanguardia tanto che i progetti sembrano uscire da un fumetto fantascientifico… Intanto, qualcosa di più semplice (ma altrettanto rivoluzionario) potrebbe inaspettatamente arrivare a realizzarsi, stravolgendo davvero la circolazione.

Il trasporto di merci e persone non sarà più lo stesso se verrà costruito l’enorme tunnel sottomarino per collegare Europa e Africa. Un obiettivo che sembra oggi più vicino, con la strettissima collaborazione tra Marocco e Spagna. I Paesi accelerano i lavoro in vista della Coppa del mondo Fifa del 2030, che ospiteranno insieme al Portogallo, con una rapida accelerata economica e ingegneristica. Forse è ancora troppo ottimistico pensare di inaugurare il tunnel in tempo per l’evento calcistico, ma di certo sembra finalmente che il percorso intrapreso sia quello giusto.

L’infrastruttura, inoltre, sarebbe estremamente vantaggiosa per moltissimi Stati di entrambi i continenti. Il collegamento sotterraneo tra Europa e Africa consentirebbe di contrastare l’immigrazione irregolare e il contrabbando di vario genere, offrendo al contempo una tratta rapida e sicura per i moltissimi scambi commerciali che caratterizzano l’economia odierna. Un concreto e ragionevole vantaggio, non una mera promessa per attirare il consenso, che potrebbe coinvolgere altri Stati nell’intesa e velocizzare così la realizzazione.

Un tunnel sotto il Mediterraneo anziché il Ponte sullo Stretto di Gibilterra

Il Ponte sullo Stretto di Messina continua a essere protagonista di un percorso fatto di ostacoli, errori, complicazioni e dibattiti senza precedenti. Quanto a complessità e ottimismo, però, è molto simile al progetto riguardante lo Stretto di Gibilterra. La differenza è che quest’ultimo, al vaglio degli esperti da decenni, non può al momento essere realizzato per una pura questione strutturale e ingegneristica. Le caratteristiche del territorio non consentono di realizzare un ponte in sicurezza, nonostante le dimensioni non siano eccessive.

Ci sarebbe da coprire un percorso di appena 14 chilometri tra le coste spagnole e quelle marocchine, ma sarebbe impossibile fissare in modo idoneo i pilastri su un fondale marino che arriva a profondità di addirittura 900 metri, peraltro dovendo fare i conti con correnti marine fortissime e un alto livello di pressione. Dalle prime idee del ponte, tuttavia il progresso tecnologico ha fatto molto e i mezzi odierni potrebbero persino garantire delle soluzioni per far fronte a questi problemi, in cui bisogna annoverare anche l’alta sismicità, ma a un prezzo carissimo.

Infrastrutture per alterare l’intera area marina sarebbero ben più lunghe, complesse e costose da realizzare del ponte stesso, senza contare la devastazione dell’ecosistema marino e dei passaggi attraverso lo stretto di Gibilterra. Ecco perché, più che all’ipotetico ponte sullo stretto di Messina si guarda al tunnel della Manica, cercando di eliminare parte delle difficoltà.

Il collegamento tra Europa e Africa

L’idea di un tunnel sotto lo stretto di Gibilterra non è affatto nuova e ha visto vari momenti di interesse dagli anni Trenta circa, finché si è arrivati a un punto di svolta nel 2023. Spagna e Marocco hanno stanziato 2,3 milioni di euro per l’esecuzione di nuove analisi geotecniche, mentre quest’anno la Spagna ha dato l’avvio a un ulteriore studio di fattibilità. Attualmente, un comitato misto è al lavoro per definire un progetto, vedendo il coinvolgimento di esperti mondiali. La filiale spagnola della società tedesca Herrenknecht (che in Italia conosciamo soprattutto per il tunnel del Moncenisio della Torino-Lione) ha vinto l’appalto per lo studio di fattibilità, ma Madrid ha coinvolto anche l’Ineco, insieme al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Le sfide da superare sono comunque tantissime, nonostante l’infrastruttura in sé non sia particolarmente ambiziosa. Il viadotto cinese Danyang–Kunshan, per esempio, si estende per ben 165 chilometri senza problemi, ma poggia su terra e lagune, peraltro senza le criticità sismiche di Gibilterra. Il tunnel della Manica, inoltre, fornisce un paragone ingiusto, visto che vede profondità di 10 volte inferiore rispetto a quelle che interessano Gibilterra. Il progetto resta però una priorità strategica per i due governi (e per i continenti, visto che sarebbe un valido mezzo di contrasto all’immigrazione irregolare), quindi non è irragionevole attendersi un’avanzata.

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