Pensioni 2016, rischio tagli con Governo Tecnico. La Riforma sarà un flop?

Anna Maria D’Andrea

10 Dicembre 2016 - 08:06

Pensioni 2016: con un Governo Tecnico a rimetterci potrebbero essere i pensionati, con un taglio sugli assegni, e i lavoratori beneficiari della Riforma pensioni 2016. Ecco perché.

Pensioni 2016, rischio tagli con Governo Tecnico. La Riforma sarà un flop?

Riforma pensioni 2016: con un Governo Tecnico si temono tagli alle pensioni e il fallimento delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2017. La manovra finanziaria per il prossimo triennio è stata ufficialmente approvata e, come ben sappiamo, con voto di fiducia blindato al Senato.

Tutte le novità pensioni 2016 annunciate negli scorsi giorni sono passate in Senato ma senza ulteriori correttivi. Il sistema previdenziale italiano è stato fortemente modificato dalle novità, integrate dagli oltre 100 emendamenti presentati dai diversi gruppi parlamentari alla Camera. Le importanti novità in materia previdenziale potrebbero però incontrare ostacoli se la crisi di Governo che ha portato alle dimissioni del Premier Renzi dovesse concludersi con la nomina di un Governo Tecnico.

Un Governo Tecnico potrebbe tagliare i fondi previsti per la riforma pensioni 2016 che, come abbiamo affermato in un precedente articolo, richiedono lo stanziamento di 4 miliardi di euro in più per il prossimo triennio. C’è il rischio che la riforma pensioni 2016 sia un flop? Ad alzare la polemica è stato Beppe Grillo dal blog del Movimento 5 Stelle: se dovesse essere formato un Governo Tecnico ci sarebbe il serio rischio di tagli indiscriminati che andrebbero ad influenzare quella che è, appunto, l’attuale riforma delle pensioni.

La possibilità che venga nominato un nuovo Governo Tecnico porta alla mente il periodo del Governo Monti quando, per il rispetto dei vincoli comunitari, sono state messe in atto misure e riforme che hanno a dir poco svantaggiato lavoratori e pensionati. Tra le altre, la Riforma Fornero e il problema dei lavoratori esodati per i quali con l’attuale Riforma pensioni 2016 è stata stabilità l’ottava salvaguardia.

Ma c’è realmente il rischio di tagli alle pensioni e del flop della riforma del sistema previdenziale in caso di nomina di un Governo Tecnico? Ecco il perché dell’annuncio del M5S e quali i rischi per lavoratori e pensionati.

Pensioni 2016, rischio tagli con Governo Tecnico. La Riforma sarà un flop?

Riforma pensioni 2016 e Governo Tecnico: secondo il Movimento 5 Stelle c’è il rischio che senza elezioni immediate la riforma del sistema previdenziale si riveli un fallimento, ma non solo.

Un Governo Tecnico potrebbe portare a tagli indiscriminati alle pensioni e, dal 2017, per i pensionati potrebbero arrivare brutte notizie. Si tratta di una preoccupazione fondata o soltanto di un polverone alzato dal M5S per avvallare le propria volontà di elezioni immediate?

Per quel che riguarda la Riforma pensioni 2016 sono in tanti a lamentare che con la revoca della possibilità di modifiche al testo di Legge di Bilancio 2017, approvato con voto di fiducia e in modalità blindata al Senato, non è stato possibile inserire le ulteriori modifiche necessarie.

Si ricorda che la Riforma pensioni 2016 è stata modificata in maniera radicale nella fase di discussione alla Camera, con molti interventi positivi per i lavoratori: tra le altre cose, ricordiamo la proroga della sperimentazione di Opzione Donna, la pensione anticipata per i precoci, l’estensione della platea di lavoratori impiegati in mansioni usuranti che potranno accedere alla pensione anticipata e la stessa estensione della categoria di lavori usuranti, tra i quali sono stati ricompresi anche gli insegnanti di asilo nido.

Ma per attuare l’importante riforma del sistema previdenziale italiano serve uno stanziamento di denaro pubblico non indifferente: l’Ape Sociale, Opzione Donna, l’ottava salvaguardia esodati, la ricongiunzione gratuita dei contributi, comporteranno un aumento di spesa calcolato, dall’Ufficio parlamentare di Bilancio, in 4 miliardi di euro.

Cosa succederà in caso di nomina di un Governo Tecnico? Per il Movimento 5 Stelle sono a rischio sia gli assegni previdenziali dei pensionati che la Riforma pensioni 2016.

Riforma pensioni 2016: per il M5S Governo Tecnico porterà a tagli e passi indietro

Il Movimento 5 Stelle non lascia adito a dubbi: la Legge di Bilancio 2017 approvata dal Senato con il voto di fiducia sarà il nodo da sciogliere e la grana del prossimo Presidente del Consiglio. Il prossimo Governo dovrà, tra le altre cose, fare i conti con l’Europa e con il principio del Fiscal compact, ovvero un accordo europeo che prevede norme comuni e vincoli di natura economica. L’obiettivo è contenere il debito pubblico nazionale e nel linguaggio comune ha preso il nome di austerità.

Causa del possibile fallimento della riforma pensioni 2016 e dei tagli alle pensioni potrebbe essere proprio l’austerità che aveva causato non pochi attriti tra l’ormai ex premier Matteo Renzi e i vertici dell’Unione europea.

Al Governo Tecnico verrà richiesto di riportare l’Italia nel recinto del Fiscal Compact, a discapito dei bonus voluti dal Governo Renzi e delle importanti novità in materia di pensioni che entreranno in vigore a partire dal 2017. I 4 miliardi in più necessari per mettere in atto la riforma pensioni 2016 potrebbero non esserci o, nella migliore delle ipotesi, essere ridimensionati in favore del contenimento del debito pubblico imposto dall’Unione europea.

Il post pubblicato da Beppe Grillo sul blog del Movimento 5 Stelle lancia un avvertimento che ha tanto i toni da campagna elettorale e che lamenta proprio il rischio di nuovi tagli che andranno a ripercuotersi sul mondo delle pensioni ma non solo:

“il prossimo Governo tecnico dovrà quindi riportare l’Italia nel recinto del Fiscal Compact distruggendo i bonus improduttivi di Renzi e tagliando sanità, scuola, enti locali, sussidi di disoccupazione, pensioni. A questa nuova ondata di austerità c’è una sola alternativa: un governo politico a guida M5S, che decida di reperire le risorse necessarie non da nuovi tagli allo stato sociale ma da sprechi, corruzione e deficit produttivo, ripudiando se necessario i folli trattati europei che ci strozzano dal 2008 e approvando la misura più urgente per il Paese: un reddito di cittadinanza condizionato per aiutare le moltissime famiglie in difficoltà e reintrodurle al lavoro”

Ma a lamentare la possibilità di fallimento della Riforma pensioni 2016 non è solo Grillo e il Movimento 5 Stelle. L’opinione condivisa è che le dimissioni del Governo Renzi metteranno a serio rischio anche la fase 2 della riforma.

La seconda fase della riforma del sistema previdenziale in base all’accordo siglato tra Governo e sindacati a settembre prevede l’introduzione di un nuovo sistema di indicizzazione delle pensioni e la pensione contributiva di garanzia utile a fronte della crisi occupazionale che coinvolge i giovani ad oggi. Senza l’attuale Ministro del Lavoro Poletti e il sottosegretario Nannicini al comando sarà difficile portare a termine gli obiettivi stabiliti con i sindacati.

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