Regno Unito: Brexit, la BoE si prepara al no-deal

“Abbiamo troppa liquidità, ci esce dalle orecchie”. Questo il commento raccolto dal Financial Times da un banchiere della City.

Secondo quanto riportato dalla testata, la Bank of England ha ordinato ad alcuni istituti di incrementare la dotazione di asset facilmente liquidabili per fronteggiare il rischio che l’uscita dall’Unione Europea avvenga senza un accordo.

BoE: dotazione di liquidità sale a 100 giorni

Il rischio è che il no-deal provochi un blocco dei prestiti interbancari: se in condizioni normali agli istituti di credito è prescritto di detenere liquidità per fronteggiare uno stop di 30 giorni, ora, la Prudential Regulation Authority, la divisione della Bank of England che si occupa di supervisionare il comparto dei servizi finanziari, chiede un “buffer” di 100 giorni.

Sulla base di quanto già successo nel corso della crisi finanziaria, alle banche è inoltre richiesto di organizzarsi sulla base del presupposto che non sarà possibile scambiare sterline con dollari.

“La PRA sta monitorando molto da vicino le condizioni di liquidità, ogni giorno dobbiamo comunicare due volte la nostra situazione”, ha detto, secondo quanto riportato dal FT, un executive di una banca. “La liquidità ci esce dalle orecchie”.

Le richieste della banca centrale non sarebbero uguali per tutti: per istituti come Barclays e Royal Bank of Scotland la dotazione richiesta sarebbe maggiore mentre per quelli maggiormente orientati ad una clientela “consumer”, come Lloyds Banking Group e Nationwide, sarebbero stati chiesti requisiti meno stringenti.

BoE: già attivate aste settimanali

Nel caso, improbabile a questo punto, in cui la scadenza del 29 marzo fosse rispettata, la Bank of England vuole che le banche non si facciano trovare impreparate da uno scenario particolarmente difficile da predire.

La BoE ha già annunciato il lancio di aste settimanali di rifinanziamento e attivato linee speciali di swap con la Banca Centrale Europea.