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Derivati tossici? La Procura di Roma indaga. Vogliamo vederci chiaro

giovedì 27 giugno 2013, di Federica Agostini

La Procura di Roma ha avviato un’inchiesta sull’affare derivati sollevato dal rapporto del Ministero del Tesoro dopo che questo ha sottolineato le potenziali enormi perdite di miliardi di Euro sulla ristrutturazione di alcuni contratti.

L’indagine è stata affidata al procuratore aggiunto Nello Rossi che collaborerà con la Guardia di Finanza in un’inchiesta che, come ha spiegato al Financial Times, non sarà di tipo criminale e al momento è senza indagati e senza ipotesi di reato.

L’indagine, dunque, servirà a fare luce su una situazione poco chiara in cui bisognerà capire a quanto ammontano le possibili perdite relative ai contratti sui derivati, al modo in cui queste influiranno sui bilanci pubblici e, certamente, bisognerà scoprire quali sono le banche coinvolte.

Negli anni ’90, per rientrare nei requisiti necessari all’adozione dell’Euro, l’Italia mise in atto una serie di operazioni sui derivati. Nel 2012, quando la finanza del nostro paese sembrava destinata ormai al fallimento, alcuni di questi contratti sono stati rinegoziati. Il vero problema è sostanzialmente questo, le ristrutturazioni dei contratti sono potenzialmente svantaggiose per il nostro paese e, secondo i calcoli del Financial Times potrebbero imporre alle casse italiane una perdita di almeno 8 miliardi di Euro.

Il Tesoro ha tentato di chiarire la situazione, smentendo la tesi secondo la quale queste perdite metterebbero a rischio i conti pubblici in Italia, ma a questo punto si aspetta il verdetto dei procuratori che dovranno fare luce in questa situazione.

Arriva poi anche l’appello (e l’esposto) delle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori che chiedono giustizia, perché è intollerabile che "banche d’affari e tecnocrati del Tesoro facciano profitti su contratti fraudolenti".

Bisogna fare luce e bisogna farlo in fretta. L’Italia vive una crisi drammatica ed è intollerabile che in questa situazione vengano salvaguardati i vantaggi delle banche e trascurati i danni apportati ai conti pubblici. È questo il messaggio delle associazioni a tutela dei consumatori: vogliamo vederci chiaro.

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