Il Laboratoire Européen d’Anticipation Politique (LEAP) descrive il declino dell’economia degli Stati Uniti, devastata dagli uragani e dalla crisi finanziaria. L’America che conoscevamo potrebbe non essere più la stessa, la forza distruttiva e la carica simbolica di cui l’uragano Sandy è portatore, potrebbero rivelare un futuro in cui l’America non sarà più al centro dell’economia mondiale.
Sandy: la carica simbolica
Secondo il metodo delle anticipazioni politiche sulle quali il LEAP basa le proprie analisi, Sandy corrisponde a due caratteristiche fondamentali:
- "la goccia che fa traboccare il vaso", ovvero l’accumulo di fallimenti che ad un certo punto diventano troppo pesanti e fanno collassare il sistema;
- la carica simbolica di un evento devastante che colpisce l’immaginario collettivo e trasforma permanentemente la percezione della realtà (sebbene sia opportuno distinguere la realtà dal cambiamento sistemico e dall’approvazione collettiva - ovvero in questo caso, l’America non è più ciò che era).
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29 ottobre 1929: 83 anni dopo
Il mese di ottobre 2012 finirà sui libri di storia come la data che segna la fine dell’America così com’è stata conosciuta per tutto il ventesimo secolo. Il 29 ottobre 2012, a 83 anni esatti dal "Black Tuesday" del crollo di Wall Street nel 1929, l’uragano Sandy si è abbattuto contro la Città di New York, colpendo il simbolo dell’economia e della società Americana. La risonanza dell’evento è stata impressionante, data la vicinanza alle elezioni presidenziali il cui esito era atteso dalla stampa che parlava di America "cambiata", "divisa", "terzo mondo", "all’impasse", "apocalittica" etc. Sandy ha definitivamente infranto il sogno americano.
Sandy: verso il collasso del sistema USA
A conferma delle analisi del gruppo LEAP/E2020 riguardo al progressivo deterioramento dello stato di salute degli Stati Uniti, l’Uragano Sandy è l’evento che segna l’avvio del collasso del sistema Americano. Colpendo duramente il cuore finanziario del paese e sottolineando la fragilità della città più potente degli States difronte ad un uragano ampiamente anticipato, Sandy segna la fine dell’America così per come la conoscevamo.
Dollaro, mai più come prima
Come anticipato nel gennaio del 2006, il muro del dollaro mostra segni di cedimento da ormai 6 anni, ma Sandy si è scagliato con tutta la sua forza, mostrando infine un "imperatore nudo" (riprendendo metaforicamente la storia de "Gli abiti nuovi dell’imperatore" di Andersen - Wikipedia).
La devastazione lasciata da Katrina nel 2005 è comparabile al Chernobyl del 1986 e il "muro del dollaro" al muro di Berlino. Lacerato dalla crisi, il dollaro non sarà più roccaforte, e il 2013 sarà l’anno del collasso dell’America del XX secolo.
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| Dal Der Spiegel del 5 novembre 2012 |
Da Katrina a Sandy via Lehman Brothers
Da Katrina a Sandy siamo passati per i Lehman Brothers e una serie di shock che hanno scosso l’economia USA fin nel profondo delle sue fondamenta e, ora, la fiducia da parte del mondo è perduta.
Dopo Sandy e le elezioni presidenziali, i media hanno voltato pagina e anche i media Europei così affezionali agli Stati Uniti guardano al gigante a stelle e strisce in maniera più critica e realistica. La conclusione, dunque, è unanime: la grande potenza emersa alla fine della Seconda Guerra Mondiale è ormai agli sgoccioli.
Obama: la buona e la cattiva notizia
Sull’onda di Sandy, la rielezione di Obama ha avuto un sapore decisamente amaro per quasi la metà degli Americani e per buona parte del mondo, visto quanto ci ha offerto la stampa: la buona notizia che Obama fosse stato rieletto, in realtà, implica che l’America andrà verso pochi cambiamenti, ed è questa la notizia peggiore alla luce della situazione economica e sociale che, invece, imperversa negli Stati Uniti. Le questioni irrisolte rimangono sul tavolo e anche se la campagna elettorale è riuscita a metterle da parte, queste riemergeranno sempre più grandi e sempre più difficili da gestire.
Sfide per l’economia USA
Il ritorno di questi problemi, raggirati durante la campagna elettorale e la rielezione di Obama difficile da digerire per i Repubblicani porta a supporre che l’America non sarà in grado di affrontare e vincere tutte le sfide che tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 si proporranno davanti:
Sfide sul fonte economico:
- Fiscal Cliff
- Debito pubblico
- Bolla fiscale
- Bolla dei prestiti studenteschi
Sfide sul fronte sociale:
- Divisione profonda tra l’elettorato pro-Romney e quello pro-Obama (costituito prevalentemente di minoranze etniche)
Secondo l’analisi LEAP/E2020, dato l’elevato numero di armi da fuoco in circolazione negli Stati Uniti le tensioni sociali rischiano di portare ad un susseguirsi di rivolte che potrebbero dare spazio a qualcosa di molto simile ad una guerra civile che, a sua volta, imporrebbe la necessità di un colpo di stato militare che ripristini l’ordine (questa analisi è contenuta nel GEAB n. 69).
| Elezioni 2012: gli Stati (dis)Uniti d’America |
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Crisi: l’effetto propagatore
Veniamo al Canada, il grande vicino degli Stati Uniti, e all’esplosione della bolla immobiliare e dei suoi possibili effetti. Sebbene la situazione in Canada sia decisamente più blanda rispetto a quella negli States, il Nord America si prepara ad un periodo davvero difficile.
Secondo il team di analisti Leap, però, non bisogna dimenticare che la crisi è globale e che non risparmierà nemmeno le nazioni emergenti: prima fra tutte la Cina. Se anche questa analisi sia prettamente incentrata sul ruolo degli Stati Uniti, non possono essere sottovalutati gli effetti che l’indebolimento USA causerebbe su tutto il sistema geopolitico mondiale.
Chi rimpiazzerà l’America?
Un sostituto all’America sarebbe, dunque, da ricercarsi dalla parte Europea o sull’asse Russo-Cinese. Ma gli Europei non sono ancora pronti a dissociarsi dall’alleato americano, mentre Russia e Cina non hanno ancora il prestigio e la fama necessaria a ricoprire il ruolo di "potenze buone", ma non è escluso che le due possano decidere di rimpiazzare il vecchio leader con la forza, che al momento sarebbe la soluzione peggiore per loro e per chiunque altro.
Petrolio: la fragilità del vecchio sistema
Il sistema del mercato del petrolio mostra la fragilità del sistema occidentale di alleanze e la facilità con la quale alcuni paesi evitano l’uso del dollaro per pagare i rifornimenti petroliferi. La Turchia paga in oro, contrastando l’egemonia del Dollaro Americano e dell’economia USA in tutto il mondo.
La fine degli Stati Uniti che conoscevamo
Anche l’influenza degli Stati Uniti sull’Europa è meno evidente. Se la situazione in Europa è tutt’altro che rosea, con elevati tassi di disoccupazione e crescente povertà soprattutto in Spagna e Grecia, la stampa Anglo-Sassone si è mostrata meno propensa alle dissertazioni sulla possibile "esplosione della moneta unica", una possibilità sempre meno concreta (soprattutto se paragonata alla situazione degli Stati Uniti).
Concludendo, se l’Eurozona fosse scossa (come sarebbero tutti) dal collasso del sistema Statunitense, non cadrebbe a fondo con questo. Ciò non di meno, agli Europei spettano ancora numerose sfide, compresa l’inclinazione della Germania a non facilitare lo scambio politico e diplomatico con i propri partner.
| Traduzione per Forexinfo.it a cura di Federica Agostini |
| GEAB 69 - Katrina-Sandy: From one hurricane to another, the end of America as we knew it |
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