Gli Stati Uniti hanno smesso di coniare le monete da 1 centesimo e le ultime sono state vendute all’asta a una cifra record.
Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti lo scorso maggio ha annunciato l’intenzione di porre fine alla produzione della moneta da 1 centesimo, decisione che è effettivamente diventata realtà lo scorso mese, quando presso la Zecca degli Stati Uniti di Filadelfia sono state coniate le ultime monete. La notizia ha suscitato un ampio dibattito nell’opinione pubblica americana, divisa tra nostalgia e pragmatismo economico.
La scelta di sospenderne la produzione è arrivata dopo un lungo dibattito e ufficialmente si è giunti allo stop perché la misura avrebbe comportato un taglio alla spesa pubblica. Coniare un penny, infatti, costava quasi 4 centesimi, quindi ben oltre il suo valore nominale. Una spesa annuale considerata eccessiva, basti pensare che nel 2024 ammontava a 85,3 milioni di dollari, gravando in modo significativo sui conti federali.
Con circa 300 miliardi di monete da 1 centesimo in circolazione, produrne di nuove non è più necessario. Con lo stop, il Dipartimento stima di risparmiare 56 milioni di dollari all’anno. Coniarne di nuove non è più indispensabile anche perché le monete da 1 centesimo hanno una funzionalità limitata e la maggior parte delle persone non le utilizza nella vita quotidiana, ma le accumula in barattoli, le colleziona o addirittura le rifiuta quando vengono restituite come resto, contribuendo alla loro progressiva sparizione dai pagamenti correnti.
In sostanza, queste monete, una volta entrate in circolazione, non rientrano nell’economia e l’obiettivo è arrivare a eliminarle del tutto. L’operazione non sarà rapida e procederà in modo lento e graduale, proprio a causa dell’enorme numero di monete presenti. Qualcuno sta già segnalando casi in cui i penny iniziano a scarseggiare, soprattutto alcuni commercianti che sono già costretti ad arrotondare per difetto i pagamenti in contanti, con una spesa extra di milioni di dollari. Anche se i penny resteranno moneta legale, la loro disponibilità diminuirà progressivamente. Le ultime monete coniate sono state vendute all’asta a una cifra record, attirando collezionisti da tutto il mondo.
Le ultime monete da 1 centesimo vendute all’asta a una cifra record
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Le ultime emissioni sono state suddivise in 232 lotti, ciascuno contenente tre monete, per un totale di 696 penny. Sapete a quanto ammonta il valore complessivo delle aste per questi lotti? Ben 16,7 milioni di dollari, una cifra enorme e decisamente superiore al valore di conio. A mettere in vendita le ultime monete da 1 centesimo coniate è stata la casa d’aste Stacks & Bowers.
L’ultimissimo lotto è stato venduto alla cifra più alta di tutti, pari a 800.000 dollari. Il primo lotto è stato aggiudicato a 200.000 dollari e, in totale, 17 lotti sono stati venduti a un prezzo a sei cifre. Le offerte sono partite da 3.500 dollari per ciascun lotto, con il lotto più economico venduto a 48.000 dollari.
Gli Stati Uniti non sono l’unico Paese ad aver deciso di eliminare le monete di piccolo taglio. Il Canada lo ha fatto nel 2012, mentre Australia e Nuova Zelanda hanno preso questa decisione addirittura nel 1992, dimostrando come il contante stia progressivamente lasciando spazio a sistemi di pagamento più moderni.
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