L’ultimo Fed Day del 2025 è arrivato con il terzo taglio dei tassi dell’anno, con novità shopping bond. Wall Street guarda a frasi dovish Powell e va oltre il dot plot.
L’ultimo annuncio sui tassi USA del 2025 firmato dalla Fed è finalmente arrivato, con la Banca centrale americana capitanata dal presidente Jerome Powell che ha deciso, al termine della riunione del FOMC, il suo braccio di politica monetaria, di concludere l’anno tagliando i tassi sui fed funds come da attese, di 25 punti base.
Con un comunicato diramato come di consueto alle 14 ora locale, le 20 ora italiana, la Federal Reserve ha annunciato di avere abbassato i tassi USA dal range compreso tra il 3,75% e il 4% alla nuova forchetta compresa tra il 3,5% e il 3,75%.
Fed taglia tassi USA di 25 pb per la terza volta consecutiva. Parla Powell
Stavolta le dichiarazioni che il presidente della Fed Jerome Powell ha rilasciato nel corso della conferenza stampa iniziata alle 20.30 ora italiane sono piaciute ai mercati, che hanno apprezzato il lato dovish delle dichiarazioni del presidente della Fed.
Money.it segue gli aggiornamenti in tempo reale.
Powell conclude ultima riunione politica monetaria della Fed del 2025
Si è conclusa la conferenza stampa con cui il presidente della Fed Jerome Powell ha commentato le decisioni di politica monetaria adottate nell’ultima riunione dell’anno del FOMC. Tra le ultime dichiarazioni del banchiere centrale, le seguenti: “Desidero che l’inflazione torni sotto controllo e che il mercato del lavoro sia forte. Tutti i miei sforzi sono orientati a raggiungere questa situazione”. Alla domanda se rimarrà nel board della Federal Reserve dopo la scadenza del suo mandato di presidente dell’istituzione, Powell ha detto di non avere nulla da dire riguardo alla questione.
Powell, “nessuna decisione su riunione gennaio. Senza timori mercato lavoro tassi sarebbero più alti”
“Non abbiamo preso alcuna decisione riguardo a gennaio”, ma “tutti dovrebbero capire che centreremo il target del 2% dell’inflazione”. Così il presidente della Fed Jerome Powell, che ha rimarcato che “il mercato del lavoro (USA) fa fronte a rischi significativi al ribasso ” e che ha ricordato che “i cittadini americani prestano molta attenzione al mercato del lavoro”. Per quanto concerne l’inflazione, “è probabile che l’effetto dei dazi (di Trump) sui prezzi sia straordinario”. Powell ha ammesso anche che “se non dovessi preoccuparmi del mercato del lavoro, i tassi sarebbero più elevati ”.
I mercati snobbano il dot plot. Trader scommettono su 2 o più tagli tassi nel 2026
Nonostante il dot plot riveli l’aspettativa in media di un solo altro taglio dei tassi da parte della Fed nel corso del 2026, i trader scommettono su riduzioni più significative per il prossimo anno. Dal Fedwatch del CME emerge infatti che i futures sui fed funds stanno scommettendo su 2 o più tagli dei tassi nel corso del 2026 con una probabilità del 68%.
Fed, Powell: tassi vicini al range del loro valore neutrale
Così il presidente della Fed Jerome Powell, nel corso della conferenza stampa, rispondendo alle domande dei giornalisti:
“Vorrei far notare che, dopo aver tagliato i tassi di 75 punti base da settembre e di 175 punti base dal settembre dello scorso anno (2024), i tassi viaggiano ora all’interno di un ampio range di stime su quello che è il suo valore neutrale e che, dunque, siamo ben posizionati ad aspettare e vedere come l’economia si evolverà”.
Wall Street brinda agli annunci della Fed, Dow Jones scatta di quasi 500 punti, S&P 500 +0,65%
La decisione della Fed di tagliare i tassi per la terza volta consecutiva nel 2025 e di riavviare al contempo l’acquisto di Treasury di breve termine sostiene a Wall Street soprattutto le blue chip, con l’indice Dow Jones che balza fino a oltre 480 punti, ovvero di oltre l’1%. Bene anche lo S&P 500, che balza dello 0,65%, mentre il Nasdaq Composite segna un rialzo dello 0,30%.
“Tutti sono concordi nel ritenere che il tasso di inflazione rimane ancora elevato e che il mercato del lavoro si è indebolito”, ha detto Powell rispondendo a una domanda postagli nel corso della conferenza stampa indetta per commentare la decisione sui tassi USA annunciata oggi dalla Banca centrale americana.
Powell ha ribadito che “ l’inflazione è rimasta in qualche modo elevata ”, confermando tuttavia che (a causa dello shutdown) “pochi dati sono stati diffusi dal meeting (della Fed) di ottobre”.
Detto questo, “ le indicazioni relative all’inflazione sono più alte , con l’inflazione dei beni che è salita”, mentre “la disinflazione è continuata nel settore dei servizi. I rischi di breve termine per l’inflazione sono rivolti verso l’alto, mentre quelli sull’occupazione puntano verso il basso. Non esiste un percorso di politica (monetaria) privo di rischi ”. Ancora Powell: “Siamo in presenza di una situazione molto sfidante”.
Fed, Powell: assunzioni rimangono basse, tasso disoccupazione salito. Mercato immobiliare rimane debole
Nel prendere la parola, il presidente della Fed Jerome Powell ha messo in evidenza per l’ennesima volta l’indebolimento del mercato del lavoro USA, sottolineando che “le assunzioni rimangono basse” e aggiungendo che “i numeri di settembre hanno mostrato che il tasso di disoccupazione è salito e che la creazione dei nuovi posti di lavoro si è indebolita in modo significativo”. Ancora, Powell ha fatto notare che “il mercato immobiliare rimane debole”.
Iniziata la conferenza stampa di Jerome Powell
Iniziata la conferenza stampa con cui il presidente della Fed Jerome Powell commenterà le decisioni di politica monetaria appena annunciate dalla Banca centrale USA, per poi rispondere alle domande della stampa.
La Fed torna a fare acquisti di Treasury
Riguardo alla novità relativa alla decisione di tornare a fare incetta di Treasury USA, la Fed ha reso noto che, a partire da dopodomani, 12 dicembre 2025, inizierà ad acquistare Treasury per un valore di $40 miliardi. Successivamente, gli acquisti “rimarranno elevati per alcuni mesi”, per poi essere “ridotti in modo significativo”.
Fed alza previsioni PIL USA 2026 di mezzo punto percentuale, inflazione oltre suo target fino al 2028
In merito alle nuove previsioni formulate dallo staff del FOMC, l’outlook sulla crescita del PIL USA relativa al 2026 è stato migliorato rispetto a quello di settembre di mezzo punto percentuale, al 2,3%. La Commissione stima inoltre che il tasso di inflazione continuerà a viaggiare al di sopra del suo target pari al 2% fino al 2028. L’inflazione è prevista rimanere dunque ostinatamente elevata negli Stati Uniti.
Terzo taglio tassi Fed decisione sofferta, 9 voti favorevoli VS 3 contrari
L’annuncio della Fed ha dimostrato come la decisione sui tassi USA sia stata ancora più sofferta rispetto alle volte precedenti.
Nove gli esponenti del FOMC favorevoli al terzo taglio dei tassi sui fed funds, a fronte di tre esponenti contrari alla nuova mossa di politica monetaria.
Nello specifio, il governatore Stephen Miran, che si è opposto alla decisione di oggi sui tassi per la terza volta consecutiva, aveva auspicato un taglio dei tassi superiore, pari a 50 punti base.
Tra i contrari anche Jeffrey Schmid e Austan Goolsbee, rispettivamente presidenti della Federal Reserve di Kansas City e della Fed di Chicago, che avrebbero preferito che la Banca centrale USA lasciasse i tassi di interesse invariati, in quanto più preoccupati rispetto agli altri colleghi per il rischio di un rinfocolarsi dell’inflazione.
Va ricordato che la colomba Miran, che ha detto no per la terza volta consecutiva, lascerà la Fed a gennaio.
Tassi USA nel 2026 e nel 2027, i messaggi arrivati dalla Fed con il nuovo dot plot
Nessun cambiamento rispetto a settembre per il dot plot, ovvero per il grafico a punti che riflette le aspettative sui tassi sui fed funds USA da parte degli stessi esponenti della Fed.
Così come nel caso dell’ultimo dot plot della riunione di settembre, le previsioni sono in media di un solo altro taglio dei tassi nel 2026 e di un altro ancora nel 2027, prima che venga centrato l’obiettivo sui tassi di più lungo termine pari al 3%.
Il comunicato relativo alla decisione sui tassi della Fed
Così si legge nel comunicato del FOMC relativo alla decisione sui tassi annunciata oggi dall’istituzione guidata da Jerome Powell. In evidenza l’annuncio che sta facendo parlare a Wall Street del ritorno di una sorta di QE-Quantitative easing light.
La Fed ha deciso infatti di iniziare ad acquistare Treasury di più breve termine, come necessario, per mantenere un’ampia offerta di riserve.
“La Federal Reserve ha tagliato i tassi di 25 punti base, come previsto. Gli indicatori disponibili suggeriscono che l’attività economica sta crescendo a un ritmo moderato. Quest’anno la creazione di posti di lavoro è rallentata e il tasso di disoccupazione è aumentato leggermente fino a settembre. Indicatori più recenti sono coerenti con questi sviluppi. L’inflazione è salita rispetto all’inizio dell’anno e rimane su livelli relativamente elevati. Il Comitato mira a raggiungere la piena occupazione e un’inflazione al tasso del 2% nel lungo periodo. L’incertezza sulle prospettive economiche rimane elevata. Il Comitato presta attenzione ai rischi che incombono su entrambe le componenti del suo duplice mandato e ritiene che i rischi al ribasso per l’occupazione siano aumentati negli ultimi mesi. A sostegno dei suoi obiettivi e alla luce del mutato equilibrio dei rischi, il Comitato ha deciso di ridurre il range obiettivo per il tasso sui federal funds di 1/4 di punto percentuale, portandolo al 3,5–3,75%. Nel valutare l’entità e i tempi di ulteriori aggiustamenti del range obiettivo per il tasso sui federal funds, il Comitato analizzerà con attenzione i dati in arrivo, l’evoluzione delle prospettive e l’equilibrio dei rischi. Il Comitato resta fortemente impegnato a sostenere la piena occupazione e a riportare l’inflazione verso il suo obiettivo del 2%. Nel valutare l’orientamento appropriato della politica monetaria, il Comitato continuerà a monitorare le implicazioni delle informazioni in arrivo per le prospettive economiche. Il Comitato è pronto a modificare l’orientamento della politica monetaria, se necessario, qualora emergessero rischi che possano ostacolare il raggiungimento dei suoi obiettivi. Le valutazioni del Comitato terranno conto di un’ampia gamma di informazioni, comprese le condizioni del mercato del lavoro, le pressioni inflazionistiche e le aspettative di inflazione, nonché gli sviluppi finanziari e internazionali. Il Comitato ritiene che le riserve siano scese a livelli ampi e avvierà acquisti di titoli del Tesoro a più breve scadenza, secondo le necessità, per mantenere un’ampia disponibilità di riserve su base continuativa. Hanno votato a favore della decisione di politica monetaria Jerome H. Powell, Presidente; John C. Williams, Vicepresidente; Michael S. Barr; Michelle W. Bowman; Susan M. Collins; Lisa D. Cook; Philip N. Jefferson; Alberto G. Musalem; e Christopher J. Waller. Hanno votato contro questa decisione Stephen I. Miran, che avrebbe preferito ridurre il range obiettivo per il tasso sui federal funds di 1/2 punto percentuale in questa riunione; e Austan D. Goolsbee e Jeffrey R. Schmid, che avrebbero preferito non apportare alcuna modifica al range obiettivo per il tasso sui federal funds in questa riunione”.
Tassi Fed, terzo taglio consecutivo porta range al 3,5%-3,75%
Come da attese, la Federal Reserve ha annunciato di avere tagliato i tassi di interesse USA per la terza volta consecutiva dalla riunione di settembre. Il taglio, di 25 punti base, ha fatto scendere i tassi dal range compreso tra il 3,75% e il 4% alla nuova forchetta compresa tra il 3,5% e il 3,75%.
Annuncio tassi Fed, ci siamo: i 7 punti principali da monitorare per capire la direzione dei tassi
Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel, presenta i sette punti principali da monitorare per comprendere appieno la direzione che la Fed potrebbe intraprendere:
- Probabile orientamento sui tassi: “Riteniamo che il Federal Open Market Committee opterà per un nuovo taglio dei tassi, il terzo del 2025, proseguendo così nel percorso di normalizzazione della politica monetaria già intrapreso”.
- Formulazione della dichiarazione e possibili dissensi: “Non ci attendiamo particolari sorprese dalla dichiarazione ufficiale, se non un possibile aggiustamento al ribasso della valutazione sul mercato del lavoro, alla luce dei recenti dati salariali più deboli. Rimane possibile un nuovo dissenso da parte di Stephen Miran - membro del Consiglio dei Governatori della Fed - a favore di un taglio di 50 punti base, così come eventuali voti orientati al mantenimento del livello attuale dei tassi. Nel complesso, è probabile che emerga un quadro di maggiore eterogeneità di posizioni in vista del 2026”.
- Tono del presidente in conferenza stampa: “Un tema chiave sarà l’inquadramento della decisione all’interno di una logica di taglio restrittivo. È prevedibile che il presidente della Fed (Jerome Powell) sottolinei come le decisioni future non siano predeterminate, ma dipendano strettamente dall’voluzione dei dati, in continuità con la comunicazione recente”.
- Aggiornamento delle proiezioni economiche: “ Il tasso di disoccupazione ha già raggiunto il 4,4% , livello che in precedenza rappresentava la stima mediana per il 2026. Questo implica la necessità di una revisione. In alternativa, qualora i policymaker ritengano che il tasso di crescita occupazionale di equilibrio sia più contenuto, potrebbero mantenere invariata la previsione. In entrambi i casi, la revisione sarà particolarmente significativa”.
- Proiezioni sui tassi (dots) per il 2026: “Un anno fa, il dot plot di dicembre 2024 indicava due tagli per il 2025, mentre l’anno si concluderà probabilmente a quota tre. Nelle proiezioni di settembre, la mediana suggeriva già un ulteriore taglio per il 2026. La nostra aspettativa è di tre tagli complessivi nel corso del prossimo anno. L’aggiornamento dei punti offrirà quindi indicazioni cruciali sull’orientamento futuro della politica monetaria”.
- Evoluzione del tasso neutrale: “ Il punto mediano sul tasso neutrale - attualmente al 3% - potrebbe essere oggetto di revisione al rialzo. Sarebbe sufficiente lo spostamento di un solo membro del FOMC rispetto ai livelli di settembre 2025 per determinare un incremento della mediana, con probabili implicazioni restrittive nella lettura dei mercati obbligazionari”.
- Elemento di incertezza: la gestione del bilancio: “Rimane aperto il tema del possibile passaggio da una fase di riduzione del bilancio (QT) a una di espansione (QE). Il bilancio della Fed ha cessato di ridursi il 1° dicembre e la prossima fase potrebbe prevedere nuovi acquisti di Treasury. Un cambiamento in tal senso è plausibilmente atteso entro il prossimo trimestre o, al più tardi, entro i successivi, rappresentando un significativo elemento di attenzione”.
Wall Street in attesa Fed, Dow Jones scatta di più di 200 punti, Nasdaq e dollaro giù. In calo anche rendimenti Treasury
A meno di un’ora dall’annuncio della Fed relativo alla decisione sui tassi di interesse USA, il trend di Wall Street segna un miglioramento che interessa soprattutto i titoli delle blue chip.
Per quanto riguarda Piazza Affari, oggi l’indice Ftse Mib della borsa di Milano ha chiuso in calo dello 0,25%, a quota 43,465.34 punti.
Tra le borse europee, la borsa di Francoforte ha riportato un ribasso dello 0,13%, mentre la borsa di Parigi ha chiuso in calo dello 0,37%.
L’indice di riferimento dell’azionario europeo Stoxx 600 ha terminato la giornata di trading con una variazione pari a +0,07%, a 578,17 punti.
Tornando alla borsa USA, l’indice Dow Jones scatta al rialzo di più di 200 punti (+0,47%), a quota 47.782,22 punti, mentre il Nasdaq Composite cede lo 0,24%, a 23.519,779 punti. Lo S&P 500 segna un progresso dello 0,11%, a 6.847,74 punti.
Sul mercato del forex, il dollaro accelera al ribasso, portando il rapporto EUR-USD ad avanzare dello 0,26% a $1,1656, mentre il dollaro-yen perde lo 0,30%, a quota JPY 156,38.
La sterlina sale sul dollaro dello 0,34%, a quota $1,3339. Virano in rosso i rendimenti dei Treasuries USA, con quelli decennali che scendono al 4,16%.
Bank of Canada lascia tassi fermi al 2,25%
Non solo Fed Day. Oggi è anche il giorno dell’annuncio sui tassi da parte della Bank of Canada, che ha comunicato la decisione di lasciare il costo del denaro fermo al 2,25%.
La BOC ha scritto nel comunicato che l’inflazione dovrebbe continuare a oscillare attorno al target del 2%, a fronte di un outlook sulla crescita del PIL del Paese che rimane debole (ma decisamente meglio di quella del PIL dell’Italia e di altre altre economie avanzate). Le previsioni sono di una espansione del PIL dell’1,2% nel 2025, dell’1,1% nel 2026 e dell’1,6% nel 2027.
Previsioni esito riunione Fed di oggi, occhio al dollaro e al QT. Ma la Fed è spaccata
Tra le preview su cosa accadrà oggi durante il Fed Day, occhio al commento di Derek Halpenny, Head of Research, Global Markets EMEA & International Securities di MUFG Bank, che si focalizza su alcuni asset che sono condizionati dalla politica monetaria della Federal Reserve, in particolare sul dollaro che, ha fatto notare, “è sceso dal suo massimo di novembre quando è diventato chiaro che il FOMC avrebbe comunque probabilmente tagliato il tasso sui fed funds nonostante il report sui Non-Farm Payrolls pubblicato il 20 novembre, più forte del previsto”.
Halpenny ha ricordato che “ il massimo di novembre del DXY è stato raggiunto il 21 novembre , prima di indebolirsi lo stesso giorno in risposta ad un commento del Presidente della Fed di New York Williams, secondo cui la Fed ha margine per ulteriori adeguamenti del tasso di politica monetaria”.
L’esperto ha fatto notare poi che, con il Fed Day di oggi, oltre all’annuncio sui tassi “i fattori chiave da monitorare saranno il tono del comunicato, i dettagli del Summary of Economic Projections (SEP), compreso il profilo dei dots e la conferenza stampa stessa ” di Jerome Powell.
Halpenny ha poi ricordato che “il profilo dei dots nell’ultimo SEP pubblicato a settembre mostrava due ulteriori tagli da parte della Fed quest’anno – che saranno realizzati se ci sarà un taglio questa sera – e un altro taglio sia nel 2026 sia nel 2027, portando il tasso sui fed funds al 3,125%, vicino alla stima di lungo periodo del 3,0% ”.
In evidenza la spaccatura interna del FOMC, che “è certamente diviso al momento”, il che significa secondo l’esperto che “è possibile che il profilo dei dots rimanga ampiamente invariato, dato che il percorso prevede che il tasso sui fed funds raggiunga gradualmente il livello neutro di lungo periodo nel corso del tempo”.
Il responsabile della divisione di ricerca, Global Markets EMEA & International Securities di MUFG Bank ha continuato, scrivendo di ritenere che “il paragrafo introduttivo del comunicato potrebbe anch’esso rimanere invariato, dato che l’inflazione rimane intorno agli stessi livelli mentre i dati sul mercato del lavoro sono stati contrastanti e coerenti con l’opinione che la crescita dell’occupazione abbia subito un rallentamento quest’anno”.
Occhio anche all’altro tema al centro dell’attenzione, che sarà il bilancio della Federal Reserve:
“Il QT è terminato dal 1° dicembre, ma lo spread SOFR–fed funds è stato volatile ed è certamente indicativo di crescenti tensioni di liquidità che potrebbero segnalare che le riserve non sono sufficientemente abbondanti. Ci sono state speculazioni su qualche forma di programma di Reserve Management Purchase o su una struttura a termine per fornire liquidità nei periodi di illiquidità. Il Presidente della Fed di New York Williams ha affermato che le riserve sono ora vicine a un livello ampio e che quindi potrebbe essere necessario aumentare la liquidità. Dato il forte aumento dell’emissione di T-bill statunitensi dall’estate, un incremento degli acquisti da parte della Fed potrebbe essere una misura annunciata, sebbene questa riunione possa essere un po’ prematura per un annuncio formale”.
Un’azione volta ad ampliare il bilancio non sarebbe comunicata come QE e sarebbe più misurata, ma sarebbe certamente percepita come un intervento di liquidità che peserebbe in prospettiva sul dollaro statunitense. La forza con cui Powell comunicherà il messaggio di una pausa sarà probabilmente un fattore importante per il dollaro, ma anche passi volte ad aggiungere liquidità ai mercati potrebbero influire sulla reazione dei mercati valutari.
Oro e argento sotto i riflettori in vista del terzo taglio dei tassi Fed del 2025
Tra gli asset da monitorare nel giorno della Fed spicca sicuramente l’argento. Proprio in vista dell’ulteriore allentamento della politica monetaria della Banca centrale USA, i prezzi dell’argento hanno inanellato nuovi valori record.
Focus anche sul bene rifugio per eccellenza, ovvero sull’oro.
Le quotazioni dell’argento viaggiano poco al di sotto della soglia psicologica di $61 all’oncia, mentre i contratti futures sull’oro con scadenza a febbraio 2026 oggi ritracciano, scendendo dello 0,20% circa, a quota 4.227,10 l’oncia.
A Piazza Affaru Ftse Mib giù, focus sulle azioni Ferrari e MPS. Male anche Parigi e Francoforte
Borse europee contrastate, sulla scia della performance incerta di Wall Street e in attesa di capire non tanto cosa farà oggi la Fed di Jerome Powell (un terzo taglio dei tassi sui fed funds USA è dato praticamente come certo, ma quali saranno le previsioni che lo staff della Banca centrale USA avrà formulato sul trend di crescita del PIL e dell’inflazione USA.
Informazioni ancora più cruciali sulla direzione futura dei tassi arriveranno soprattutto dal dot plot.
In attesa della carrellata di annunci sui tassi da parte della Fed di Jerome Powell ma anche della BCE di Christine Lagarde, in vista del BCE Day atteso per la prossima settimana, in data 18 dicembre, il Ftse Mib di Piazza Affari segna un ribasso dello 0,33%, a quota 43.429,96 punti.
Sotto i riflettori anche i trend dell’indice Dax della borsa di Francoforte e del Cac 40 della borsa di Parigi, che perdono anch’essi terreno, mentre segna un rialzo il Ftse 100 della borsa di Londra.
A Piazza Affari, accelerano ulteriormente al ribasso le azioni Ferrari, che si confermano maglia nera dell’indice Ftse Mib, capitolando di oltre il 5%, dopo la carrellata di giudizi negativi arrivati dal mondo degli analisti.
Rimangono protagoniste assolute le azioni MPS-Monte dei Paschi di Siena, dopo la notizia dell’indagine avviata dalla Procura di Milano sul CEO Luigi Lovaglio, sul presidente di EssiloLuxottica e Delfin (quest’ultima holding della famiglia Del Vecchio e tra i principali azionisti di MPS) e sull’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone, anch’egli tra i principali soci del Monte. Occhio a tutte le novità che interessano la banca senese, in vista della prossima data chiave.
Wall Street, Dow Jones in lieve rialzo, S&P 500 al palo, Nasdaq giù
Trascorsa mezz’ora dall’inizio della giornata di contrattazioni a Wall Street, i tre principali indici azionari USA riportano un trend incerto, in attesa dell’annuncio relativo all’ultima decisione sui tassi della Fed.
L’indice Dow Jones Industrial Average mette a segno un rialzo superiore ai 62 punti (+0,13%), a quota 47.623,01 punti.
Del tutto ingessato lo S&P 500, che viaggia a quota 6.840,62 punti, mentre il Nasdaq Composite cede lo 0,26%, a quota 23.514,849 punti.
Tensione su Titoli di Stato USA ed euro. Focus su rendimenti BTP, OAT, Bund post Lagarde
La possibilità, scontata dai mercati, che dalla Fed venga annunciato un altro taglio dei tassi hawkish deprime i Titoli di Stato USA, come dimostra il trend al rialzo dei rendimenti.
In particolare, i rendimenti dei Treasury a 10 anni salgono al 4,188%, in una situazione in cui monta l’ansia sui mercati dei bond sovrani globali.
A puntare verso l’alto, in rialzo di 3 punti base, sono anche i rendimenti dei BTP italiani (3,58%) e degli OAT francesi (3,59%). Su anche i rendimenti dei Bund tedeschi (+2 pb al 2,87%).
Sotto i riflettori le dichiarazioni rilasciate dalla presidente della BCE Christine Lagarde, che ha lanciato un segnale che ha alimentato ulteriormente i timori sulla possibilità di un imminente rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea.
Lo spread BTP-Bund a 10 anni rimane sotto controllo, per effetto della continua convergenza tra i tassi italiani e quelli tedeschi, oscillando attorno a 70 punti base.
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Forex, dollaro piatto su euro. In calo su yen e sterlina
Occhio al trend dei principali rapporti di cambio sul mercato del forex. L’euro-dollaro EUR-USD è praticamente piatto, in attesa dell’annuncio sui tassi USA, viaggiando attorno a quota $1,1634.
Il dollaro-yen USD-JPY cede lo 0,14% a JPY 156,65.
Il biglietto verde perde anche nei confronti della sterlina UK, con il cambio sterlina-dollaro, GBP-USD in crescita dello 0,14%, a quota $1,3314.
Wall Street, trend futures USA riflette massima ansia dei mercati
In attesa dell’annuncio sui tassi della Fed di Jerome Powell, i futures sui principali indici azionari USA confermano l’ansia degli investitori, mostrando un trend all’insegna della debolezza.
I futures sull’indice S&P 500 perdono lo 0,03% circa. I contratti sul Nasdaq Composite perdono lo 0,14% mentre i futures sull’indice Dow Jones segnano anch’essi una variazione pari a -0,03%.
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