Rating Francia, nuovo giorno del giudizio. Secondo downgrade e BTP ancora meglio? Occhio alle banche

Laura Naka Antonelli

26 Settembre 2025 - 19:12

Intanto nell’Italia fiera dei suoi BTP, Giorgetti chiede alle banche di contribuire alla legge di bilancio, in quanto ora forti anche dell’effetto dell’upgrade di Fitch.

Rating Francia, nuovo giorno del giudizio. Secondo downgrade e BTP ancora meglio? Occhio alle banche

Oggi, venerdì 26 settembre 2025, nel bel mezzo della stagione di rating che vede le principali agenzie aggiornare e annunciare i loro giudizi sui debiti pubblici dei vari Paesi, in Europa grande protagonista è Scope Ratings.

Stasera l’agenzia di rating europea sfornerà infatti il secondo verdetto sulla Francia. E la domanda è: terzo downgrade in arrivo per il merito creditizio del Paese, che continua a riempire le pagine dei giornali a causa del continuo caos istituzionale (e anche sociale) dell’ultimo anno?

Dopo Fitch, infatti, la scorsa settimana è stata l’agenzia DBRS a bocciare il rating a lungo termine degli OAT, abbassandolo da AA (alto) ad AA, a fronte di un outlook cambiato da negativo a stabile.

Nuovo giorno campale per Parigi, reduce da downgrade rating di Fitch

Risale agli inizi di settembre, precisamente a venerdì scorso 2 settembre 2025, il primo annuncio relativo all’aggiornamento del rating della Francia: è stato quello sfornato da Fitch che, pochi giorni dopo la decisione del presidente francese Emmanuel Macron di affidare al suo fedelissimo Sébastien Lecornu il compito di formare una nuova squadra di governo, a seguito della caduta del governo Bayrou, ha bocciato il giudizio sugli OAT, i Titoli di Stato di Parigi, abbassando la loro valutazione da AA- a A+.

Mai prima di quel giorno il rating della Francia era stato abbassato a un tale livello. Fitch ha annunciato al contempo un outlook stabile, in attesa di novità dal fronte politico ed economico di Parigi.

Tempo qualche giorno, in cui gli analisti avevano già fiutato una mossa diametralmente opposta per i Titoli di Stato italiani, la stessa Fitch ha promosso il rating sul debito pubblico italiano, ergo sui BTP.

Nel frattempo, lo spread Francia-Italia si era già azzerato, diventando perfino negativo, per la prima volta nella storia dell’area euro. Attenzione, però, a quanto sta accadendo adesso.

Verdetto Scope Ratings su rating Francia. Debito Francia oltre il 120% nei prossimi anni?

Cosa succederà stasera con Scope Ratings? E’ stata l’agenzia di rating europea stessa a esprimersi sulla Francia, attraverso la pubblicazione del commento “L’attuale rating di Scope Ratings sulla Francia è: AA-/Stable”, ricordando la valutazione attuale assegnata agli OAT.

Senza anticipare quanto accadrà stasera, Scope ha elencato i seguenti fattori chiave:

  • Il crollo del governo francese – il secondo in meno di un anno – ha avuto un impatto negativo sul rating della Francia (AA-/Stabile).
  • La perdita del voto di fiducia in parlamento da parte del primo ministro François Bayrou ha aggravato l’instabilità politica del Paese e le relative difficoltà di credito, dato l’elevato deficit di bilancio (5,8% del PIL nel 2024) e la traiettoria di aumento del debito. Il rapporto debito/PIL è destinato a continuare ad aumentare fino a superare il 120% nei prossimi anni, rispetto al 113% del PIL nel 2024.
  • Il panorama politico frammentato, l’acuirsi della polarizzazione politica e il calendario elettorale ostacolano il raggiungimento di un compromesso politico sulle riforme di bilancio, aumentando il rischio di una situazione di stallo politico e di un indebolimento delle finanze pubbliche nel medio termine.

Non solo debito Francia, Scope Ratings parla anche delle banche con esposizione verso gli OAT

Scope Ratings ha ricordato anche cosa potrebbe accadere alle banche francesi, parlando di rischio sulla redditività, riassumendo cosa è accaduto al sistema finanziario del Paese negli ultimi anni:

  • Dopo un 2023-2024 in ritardo rispetto ai peer europei, le banche francesi hanno beneficiato di nuova produzione di prestiti a rendimenti più alti dal secondo semestre 2024, rafforzando i ricavi retail e corporate. Una crisi politica prolungata potrebbe però frenare famiglie e imprese nell’indebitamento, riducendo la crescita dei prestiti.
  • Costi di raccolta: i maggiori istituti presentano una struttura di funding diversificata (depositi, covered bond, debito senior preferito e non preferito). Sebbene i covered bond si mostrino meno sensibili agli spread sovrani e gran parte del fabbisogno 2025 sia già coperto, un ampliamento persistente dei differenziali inciderebbe sui costi all’ingrosso, particolarmente rilevante dato che le banche francesi sono i maggiori emittenti di debito wholesale nell’UE.
  • Volatilità del capitale: le esposizioni ai titoli di Stato francesi, comprese tra 40 e 100 miliardi di euro per singolo istituto, potrebbero generare oscillazioni nei ratio CET1 in caso di persistenza della volatilità. BNP Paribas (target CET1 al 12,5%) e Société Générale (13,5%) risultano più esposte rispetto a Crédit Agricole e BPCE (oltre il 15%).

Francia VS Italia, OAT VS BTP, cosa succede dopo upgrade rating Italia da Fitch

In attesa del verdetto di Scope Ratings, lo spread Italia-Francia a 10 anni è tornato intanto lievemente positivo, rimanendo tuttavia sempre attorno allo zero: i rendimenti dei BTP a 10 anni viaggiano infatti oggi al 3,58%, rispetto al 3,57% dei rendimenti degli OAT.

Il trend migliore dei BTP rispetto agli OAT, certificato ieri anche dal bollettino della BCE, è dimostrato tuttavia dai numeri relativi alla performance dell’ultimo periodo e dell’ultimo anno.

Nell’ultimo mese di contrattazioni, i rendimenti degli OAT sono saliti di 7 punti base, segnando un rialzo di 59 punti nell’ultimo anno.

I rendimenti dei BTP hanno messo a segno invece un rialzo di 2 punti base nell’ultimo mese, avanzando di 10 punti base nell’ultimo anno.

L’upgrade del rating italiano da parte di Fitch, in realtà, non ha avuto effetti particolarmente rilevanti né sui rendimenti dei BTP né, di conseguenza, sullo Spread BTP-Bund a 10 anni.

A fronte del trionfo inciso nelle dichiarazioni degli esponenti del governo Meloni, la verità è che i Titoli di Stato italiani non hanno esultato, per diverse ragioni.

Anzi, dalle ultime aste è emerso un aumento dei rendimenti italiani.

Detto questo, è probabile che un eventuale downgrade del rating francese di oggi possa gettare le basi di un nuovo dietrofront dello spread Italia-Francia a 10 anni, convincendo ulteriormente alcuni investitori a continuare a privilegiare la carta italiana, rispetto a quella francese.

D’altronde, forte di un governo stabile, quello di Meloni, in Italia ci sono i presupposti per continuare a fare i compiti assegnati da Bruxelles con il Patto di stabilità e di crescita UE. La Francia invece, e di nuovo, sicuramente non fa rima in questo periodo con le parole fiducia e credibilità.

Giorgetti accampa scusa upgrade rating Italia per chiedere soldi alle banche

Intanto, il governo Meloni attraverso le parole del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, non ha mancato di chiamare nuovamente a rapporto le banche italiane, stavolta accampando come scusa per un loro contributo alla legge di bilancio lo stesso upgrade del rating dell’Italia.

Così Giorgetti nella giornata di ieri, in videocollegamento a un convegno promosso da Il Gazzettino.

“Se oggi aprite le agenzie scoprirete che una serie di istituzioni finanziarie, a cominciare dalle banche, sono state a loro volte ’upgradate’ grazie al miglioramente del rating del Paese. L’auspicio è che in qualche modo queste istituzioni che hanno beneficiato di un’azione collettiva partecipino allo sforzo di sistema”.

In vista del varo della legge di bilancio, si continua a parlare infatti della necessità che le banche italiane, che Giorgetti fa notare essere ancora più solide grazie alla promozione del rating che esse stesse hanno ricevuto da Fitch per effetto dell’upgrade del giudizio dei BTP, finanzino la legge di bilancio, stavolta del 2026.

Tornano dunque a circolare proposte come tassa sugli extraprofitti (che non ci sono), tassa sui buyback, contributi vari, e frasi come quella del leader della Lega Matteo Salvini, secondo le quali gli istituti di credito dovrebbero cedere parte dei loro utili. Ma le banche italiane, come è emerso dalle dichiarazioni del numero uno dell’ABI Antonio Patuelli, non ci stanno. A dispetto dei pizzicotti di Giorgetti.

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