Pubblicato l’indice dei prezzi al consumo dell’area euro di settembre, termometro per misurare l’inflazione. La BCE di Lagarde ha proprio finito di tagliare i tassi?
Nel mese di settembre l’inflazione dell’area euro è salita del 2,2%, come da attese, ma in accelerazione rispetto al +2% di agosto. A renderlo noto l’Eurostat, l’agenzia di statistica dell’Unione europea, che ha diffuso oggi la lettura preliminare del dato.
Non solo: l’inflazione core è avanzata del 2,3%, anche in questo caso in linea con le previsioni, e come nel mese precedente, salendo di nuovo a un ritmo superiore rispetto a quello auspicato dalla BCE, pari a +2%.
Inflazione euro, il market mover attenzionato dalla BCE di Lagarde per decidere sui tassi
Grande l’attesa per questo market mover, che tende a orientare le aspettative degli investitori e della BCE di Christine Lagarde sulla direzione della politica monetaria dell’Eurozona, dunque dei tassi di interesse. Tassi che, a seguito della riunione dello scorso 11 settembre 2025, sono stati lasciati inchiodati per la seconda volta consecutiva.
Così sarà anche nella prossima riunione della Banca centrale europea, in calendario alla fine di ottobre, a Firenze? La risposta sembra a questo punto affermativa.
Guardando al dato relativo all’inflazione dell’Eurozona, nella nota dell’Eurostat si legge che, esaminando le principali componenti del dato, emerge che sono stati i prezzi dei servizi a riportare il tasso di crescita annuo più elevato, nel mese di settembre (+3,2%, rispetto al +3,1% di agosto), seguiti dai prezzi dei beni alimentari, dell’alcol e del tabacco (+3%, in decelerazione in questo caso rispetto al +3,2% di agosto), dai prezzi dei beni industriali non energetici (+0,8%, come ad agosto).
A frenare l’indice dei prezzi al consumo sono stati i prezzi energetici, scesi dello 0,4% a settembre, comunque meno del -2% di agosto.
Euro area #inflation expected to be at 2.2% in September 2025, up from 2.0% in August 2025. Components: services +3.2%, food, alcohol & tobacco +3.0%, other goods +0.8%, energy -0.4% - flash estimate https://t.co/B4PQ2yN7oq pic.twitter.com/RayhDlN5Qt
— EU_Eurostat (@EU_Eurostat) October 1, 2025
Tassi BCE, davvero nessuna intenzione di agire da parte di Lagarde?
Un commento su quelle che potrebbero essere le prossime mosse di politica monetaria della BCE è arrivato da Martin Van Vliet, Global Macro Strategist di Robeco che, nella nota “BCE, nessuna intenzione di agire”, ha scritto che “l’ostacolo a un ulteriore taglio dei tassi è considerevole”, come è emerso dall’ultima riunione di settembre, “o più specificatamente dalla conferenza stampa che ha seguito la riunione”.
Il riferimento è stato a quanto ha detto la presidente della BCE Christine Lagarde, che “si è mostrata piuttosto ottimista riguardo alle attuali condizioni economiche, esprimendo al contempo una visione positiva sulle incertezze del commercio globale”.
Non solo: “Lagarde ha anche affermato che la fase di disinflazione è terminata e ha minimizzato la riduzione da parte dello staff delle proiezioni sull’inflazione core per il 2027 all’1,8%”.
Il messaggio di Lagarde, ha continuato l’esperto, è stato chiaro: “con l’inflazione vicina all’obiettivo, il Consiglio direttivo della BCE ritiene che la propria politica sia ’in una buona posizione’ ”, il che significa che “ occorrerà uno shock di qualche tipo per convincere la BCE a procedere a ulteriori tagli”.
Shock di cui tra l’altro la numero uno dell’Eurotower ha parlato proprio ieri.
Non solo inflazione, che farà la BCE con la Francia e con quel piano ’anti’ bond
Di conseguenza, è questa la view di Van Vliet, “un graduale raffreddamento dell’inflazione, come prevediamo, o un rafforzamento dell’euro probabilmente non saranno sufficienti a smuovere la BCE ”.
Per quanto riguarda gli “altri due argomenti rilevanti” che sono stati affrontati nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi, ha sottolineato lo strategist di Robeco, “Lagarde è stata altrettanto chiara. In primo luogo, la BCE non intende affatto sostenere il mercato obbligazionario francese (reduce tra l’altro da un altro avvertimento). Ciò non costituisce una sorpresa, ma è comunque un utile promemoria della posizione della BCE in merito”.
Detto questo, “ci aspettiamo comunque che la BCE sostenga i mercati in caso di sell-off incontrollato ” anche “se affinché ciò si verifichi, lo spread OAT-Bund francese dovrebbe probabilmente essere valutato almeno 50 punti base al di sopra dei livelli attuali (circa 80 punti base) e anche altri spread potrebbero essere influenzati”.
“In secondo luogo, la riduzione del bilancio della BCE è destinata a protrarsi ancora a lungo ”, ha fatto notare ancora Van Vliet, commentando l’altro grande dossier affrontato da Lagarde. “Secondo Lagarde, la riduzione del bilancio sta procedendo senza intoppi e ha un impatto minimo sui mercati”. Il QT-Quantitative Tightening, è di questo che si sta parlando, dovrebbe a questo punto terminare, in assenza di shock, nel 2027, non nel 2026.
Ma allora, niente ulteriore taglio dei tassi da parte della BCE entro la fine del 2025? In realtà Van Vliet è possibilista:
“Con la BCE saldamente in fase di stallo, prevediamo che il mercato inizierà a interrogarsi sulla direzione che prenderà la BCE nel suo prossimo passo. A nostro avviso, il prossimo passo sarà ancora più probabilmente un taglio piuttosto che un aumento. Sebbene l’incertezza commerciale si sia ridotta per ora, potrebbe facilmente tornare ad essere un tema di discussione. Con un’inflazione core che dovrebbe scendere al di sotto del 2% nel 2026, le condizioni dei prezzi consentirebbero probabilmente ulteriori stimoli”.
Certo, il dato relativo all’inflazione dell’area euro appena reso noto non depone a favore di una nuova riduzione dei tassi, almeno nel breve periodo, da parte della Banca centrale europea, anche se c’è chi avverte che Lagarde rischia di sbagliarsi, e anche molto, stavolta sottovalutando il problema opposto a quello che sottovalutò alla fine del 2021.
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Non solo no tagli da Firenze, stop fino a fine 2026
Nessun taglio dei tassi, dunque, molto probabilmente, a seguito della prossima riunione di politica monetaria della BCE, che si terrà in Italia, a Firenze, come anticipato dalla Banca d’Italia, con un comunicato diramato lo scorso 7 agosto 2025.
“Dal 29 al 30 ottobre a Firenze la Banca d’Italia ospita la riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea. La conferenza stampa dopo la riunione si terrà in presenza il 30 ottobre e sarà trasmessa in streaming sul sito della BCE”.
Ed è probabile che la BCE di Lagarde rimanga ferma ancora per un bel po’ di riunioni.
Così Filippo Casagrande, chief of investments, Generali Investments, nel commentare le prossime decisioni di politica monetaria di Francoforte:
“La BCE è rimasta ferma negli ultimi meeting, confermando il tasso sui depositi al 2%. Il miglioramento delle prospettive di crescita – peraltro incorporato dalla BCE stessa nelle sue ultime previsioni pubblicate a settembre – riduce la necessità di ulteriori tagli. Il mercato si è quindi allineato di conseguenza. Infatti, non sono più prezzati tagli da qui a fine 2026. Questo pricing ci pare corretto, vista l’attuale combinazione tutto sommato favorevole di crescita e inflazione e la riduzione dei rischi al ribasso dopo l’accordo sui dazi”.
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