L’Istat rivede al rialzo dati PIL Italia, ma magra consolazione per governo Meloni. Anche la Francia fa meglio. Focus su numeri inflazione con countdown annuncio tassi BCE.
L’Istat ha annunciato oggi, venerdì 28 novembre 2025, di avere rivisto al rialzo il trend del PIL dell’Italia del terzo trimestre 2025, sia su base trimestrale che su base annua.
In base alle nuove informazioni disponibili, l’Istituto Nazionale italiano di statistica ha reso noto di avere alzato “rispettivamente di uno e due decimi di punto percentuali, le variazioni congiunturali e tendenziali del PIL rilasciate in occasione della stima preliminare di fine ottobre”.
Risultato: il PIL dell’Italia è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% su base annua, dunque rispetto al terzo trimestre del 2024.
La crescita congiunturale del PIL diffusa il 30 ottobre 2025, dunque con la diffusione delle stime preliminari, era stata nulla mentre quella tendenziale era stata dello 0,4%.
Per l’intero anno 2025, l’Istat ha invece confermato la crescita acquisita del PIL dell’Italia a +0,5%, dato invariato rispetto al 30 ottobre.
Upgrade PIL Italia da Istat, ma per Meloni è una magra consolazione
Upgrade dunque per il PIL dell’Italia da parte dell’Istat: ma un upgrade che è una magra consolazione per il governo Meloni, soprattutto se si confronta con il trend di altre economie dell’Eurozona: come quello della Francia, che ha battuto l’Italia.
In evidenza anche i numeri sull’inflazione che sono stati pubblicati oggi in Italia e in altre economie europee.
Partendo dal PIL dell’Italia, l’Istat ha reso noto, per quanto riguarda le componenti del dato che, dal lato dell’offerta, si è registrato nel corso del terzo trimestre dell’anno “un aumento del valore aggiunto dell’agricoltura (+0,8%) e dei servizi (+0,2%), mentre quello dell’industria è diminuito dello 0,3% ”.
“ Dal lato della domanda ”, ha continuato l’Istat, “è aumentata la spesa per investimenti fissi lordi (+0,6%) e quella per consumi finali (+0,1%)”.
L’istituto ha definito “rilevanti in termini di ampiezza i contributi di domanda estera netta e scorte e oggetti di valore, rispettivamente per +0,5 e -0, 6 punti percentuali”.
Sono risultate inoltre in crescita dello 0,7% le ore lavorate e in rialzo dello 0,6% le unità di lavoro, a fronte di un incremento atteso per i redditi di lavoro dipendente pro-capite pari a + 0,8%.
Inflazione Italia stabile all’1,2% a novembre, giù su base mensile. Il carrello della spesa
Per quanto riguarda il dato relativo all’andamento dei prezzi in Italia, sempre l’Istat ha reso noto che, nel mese di novembre 2025, secondo le stime preliminari, l’inflazione è rimasta stabile all’1,2%, come nel mese precedente, riportando su base mensile un calo dello 0,2%.
In evidenza l’indebolimento dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,4% da +1,9%), di quelli energetici regolamentati (-3,3% da -0,5%) e di quelli di alcune tipologie di servizi, in particolare dei trasporti (+0,8% da +2,0%).
Hanno invece accelerato il passo i prezzi degli alimentari lavorati (+2,7% da +2,5%), mentre si è attenuata la flessione di quelli degli energetici non regolamentati (-4,4% da -4,9%) e dei beni durevoli (-0,1%, da -0,8%).
Si è inoltre ridotto il tasso di crescita su base annua dei prezzi del “ carrello della spesa ” (+1,9% da +2,1%), mentre l’inflazione di fondo, ovvero al netto dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, si è attestata al +1,8% (da +1,9%).
I dati resi noti oggi dall’Istat, relativi all’economia italiana, vanno paragonati a quelli comunicati da altre economie dell’area euro.
Attenti all’inflazione in Spagna, +3%. Lagarde non gradirà mentre è attesa annuncio tassi BCE
Per il governo Meloni, la buona notizia è che il trend del PIL dell’Italia è stato rivisto al rialzo dall’Istat rispetto a quello emerso dalle stime preliminari che, su base mensile, avevano indicato una crescita su base trimestrale pari allo zero per cento (rispetto al +0,1% reso noto oggi) e a +0,4% su base annua (ora +0,6%, in base a quanto annunciato oggi dall’Istituto Nazionale di Statistica).
Detto questo, la crescita del PIL di Meloni rimane da zero virgola e si confronta con i trend migliori di altre economie.
Tra queste, va messo in evidenza il caso della Spagna, che fa tuttavia fronte a una inflazione che scotta ancora, salendo tra l’altro anche oltre il livello obiettivo a cui punta la BCE, ovvero quello pari al 2%.
Come è stato annunciato oggi, l’indice dei prezzi al consumo preliminare della Spagna ha registrato di fatto a novembre un balzo del 3% su base annua, rispetto al +2,9% atteso dal consensus degli analisti.
Questo, a fronte di un PIL della Spagna che, stando a quanto è emerso dagli ultimi numeri, ha segnato nel corso del terzo trimestre 2025 una crescita pari a +0,6% su base trimestrale e di ben +2,8% su base annua.
È vero che l’inflazione della Spagna, così come si è appreso oggi, ha rallentato il passo, rispetto al +3,1% di ottobre.
Ma il trend dei prezzi rimane significativo e sicuramente fonte di emicrania per la presidente della BCE Christine Lagarde, in una situazione in cui le aspettative sono di tassi di interesse dell’area euro che, secondo le previsioni, saranno lasciati ancora fermi nell’ultima riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea di questo anno 2025.
La Banca centrale europea confermerà dunque di nuovo lo status quo, dopo il meeting che si è tenuto alla fine di ottobre a Firenze, in cui il costo del denaro dell’Eurozona è stato lasciato fermo per la terza volta consecutiva?
In quella occasione, i tassi sui depositi, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale dell’Eurozona sono rimasti inchiodati rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%.
In attesa di conoscere l’ultimi verdetto della BCE sui tassi, va detto che le aspettative dei mercati su eventuali prossimi tagli da parte dell’istituzione guidata da Christine Lagarde si sono praticamente dissolte.
I mercati scommettono infatti su tassi dell’Eurozona di nuovo invariati con una probabilità pari a ben il 97% e di riduzioni i appena 8 punti base nel corso del 2026.
E intanto il PIL della Francia batte il PIL di Meloni
Diversamente al caso della Spagna, la BCE non sarà in ogni caso affatto preoccupata non solo per il trend dell’inflazione in Italia, ma anche per quello della Francia dove l’indice dei prezzi al consumo, sempre su base preliminare, ha segnato a novembre un rialzo anche più contenuto rispetto a quello dell’Italia, avanzando su base annua dello 0,9%, rispetto al +1% previsto dagli economisti e allo stesso ritmo del mese di ottobre.
Allo stesso tempo, pur con tutti i suoi problemi di stabilità politica, la Francia di Emmanuel Macron, ora nelle mani del governo di Sébastien Lecornu dopo l’ennesima crisi e successiva caduta del governo Bayrou, ha registrato nel terzo trimestre di questo anno 2025 una crescita del PIL pari a +0,5% su base trimestrale, così come indicato nelle stime preliminari, decisamente al di sopra del rialzo pari ad appena +0,1% del PIL dell’Italia.
Su base annua, il ritmo di espansione del PIL della Francia è stato pari a +0,9%, di nuovo meglio rispetto al +0,6% su base annua del PIL dell’Italia.
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