Un tunnel sotto il Mar Mediterraneo. Un progetto gigantesco che collegherà Europa e Africa

Ilena D’Errico

5 Novembre 2025 - 18:59

Il gigantesco progetto per collegare Europa e Africa sembra avvicinarsi alla realtà, ma le sfide da superare sono altrettanto imponenti.

Un tunnel sotto il Mar Mediterraneo. Un progetto gigantesco che collegherà Europa e Africa

Quando ormai non ci si credeva più il progetto del Ponte sullo Stretto è stato approvato definitivamente, anche se sulla realizzazione concreta dell’infrastruttura ancora restano delle perplessità irrisolte. Intanto, un’idea ancora più mastodontica e altrettanto travagliata torna all’attenzione pubblica dopo una brusca accelerata. Si tratta del tunnel sotto il Mar Mediterraneo, tra Marocco e Spagna, con cui si propone l’ambizioso obiettivo di collegare Europa e Africa e stravolgere l’intero settore dei trasporti.

Il traffico delle merci, la circolazione di turisti e persino l’immigrazione possono trarre un enorme beneficio da questo collegamento sottomarino, ma le sfide da superare per portarlo a compimento sono ancora tante. Gli occhi sono puntati sul 2030, che con la Coppa del mondo Fifa ospitata proprio da Marocco e Spagna (insieme al Portogallo) offrirebbe l’occasione perfetta per l’inaugurazione del tunnel, ma appare ancora una scadenza utopistica.

D’altra parte, la collaborazione del governo spagnolo e marocchino, pure riguardante gli investimenti, è solida e decisa. Non a caso, c’è stata una rapida accelerata negli studi di progettazione, che sembrano inoltre mostrare grandi passi avanti rispetto alle analisi del passato.

Un tunnel sotto il Mediterraneo anziché il Ponte sullo Stretto di Gibilterra

Il Ponte sullo Stretto di Messina continua a essere protagonista di un percorso fatto di ostacoli, errori, complicazioni e dibattiti senza precedenti. Quanto a complessità e ottimismo, però, è molto simile al progetto riguardante lo Stretto di Gibilterra. La differenza è che quest’ultimo, al vaglio degli esperti da decenni, non può al momento essere realizzato per una pura questione strutturale e ingegneristica. Le caratteristiche del territorio non consentono di realizzare un ponte in sicurezza, nonostante le dimensioni non siano eccessive.

Ci sarebbe da coprire un percorso di appena 14 chilometri tra le coste spagnole e quelle marocchine, ma sarebbe impossibile fissare in modo idoneo i pilastri su un fondale marino che arriva a profondità di addirittura 900 metri, peraltro dovendo fare i conti con correnti marine fortissime e un alto livello di pressione. Dalle prime idee del ponte, tuttavia il progresso tecnologico ha fatto molto e i mezzi odierni potrebbero persino garantire delle soluzioni per far fronte a questi problemi, in cui bisogna annoverare anche l’alta sismicità, ma a un prezzo carissimo.

Infrastrutture per alterare l’intera area marina sarebbero ben più lunghe, complesse e costose da realizzare del ponte stesso, senza contare la devastazione dell’ecosistema marino e dei passaggi attraverso lo stretto di Gibilterra. Ecco perché, più che all’ipotetico ponte sullo stretto di Messina si guarda al tunnel della Manica, cercando di eliminare parte delle difficoltà.

Il collegamento tra Europa e Africa

L’idea di un tunnel sotto lo stretto di Gibilterra non è affatto nuova e ha visto vari momenti di interesse dagli anni Trenta circa, finché si è arrivati a un punto di svolta nel 2023. Spagna e Marocco hanno stanziato 2,3 milioni di euro per l’esecuzione di nuove analisi geotecniche, mentre quest’anno la Spagna ha dato l’avvio a un ulteriore studio di fattibilità. Attualmente, un comitato misto è al lavoro per definire un progetto, vedendo il coinvolgimento di esperti mondiali. La filiale spagnola della società tedesca Herrenknecht (che in Italia conosciamo soprattutto per il tunnel del Moncenisio della Torino-Lione) ha vinto l’appalto per lo studio di fattibilità, ma Madrid ha coinvolto anche l’Ineco, insieme al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Le sfide da superare sono comunque tantissime, nonostante l’infrastruttura in sé non sia particolarmente ambiziosa. Il viadotto cinese Danyang–Kunshan, per esempio, si estende per ben 165 chilometri senza problemi, ma poggia su terra e lagune, peraltro senza le criticità sismiche di Gibilterra. Il tunnel della Manica, inoltre, fornisce un paragone ingiusto, visto che vede profondità di 10 volte inferiore rispetto a quelle che interessano Gibilterra. Il progetto resta però una priorità strategica per i due governi (e per i continenti, visto che sarebbe un valido mezzo di contrasto all’immigrazione irregolare), quindi non è irragionevole attendersi un’avanzata.

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