Cosa può comprare Elon Musk con $1.000 miliardi?

P. F.

11 Novembre 2025 - 15:15

Gli azionisti di Tesla approvano lo stipendio più alto della storia per Elon Musk. Ma cosa si può effettivamente acquistare con 1.000 miliardi di dollari?

Cosa può comprare Elon Musk con $1.000 miliardi?

Elon Musk riceverà lo stipendio più alto della storia. Con oltre il 75% di voti favorevoli, gli azionisti di Tesla hanno approvato un pacchetto retributivo da 1.000 miliardi di dollari per il CEO e cofondatore della casa automobilistica statunitense.

Per intascarsi una cifra di tale portata, il padrone di Tesla e SpaceX dovrà raggiungere degli obiettivi che rasentano l’impossibile: la capitalizzazione di Tesla a 8.500 miliardi di dollari entro il 2035, 20 milioni di veicoli prodotti, 10 milioni di abbonamenti al Full Self Driving, 1 milione di robot umanoidi Optimus operativi, 1 milione di Robotaxi in circolazione e la garanzia di 400 miliardi di utili in quattro trimestri consecutivi.

Un’impresa titanica per Musk, che nella pratica sarà tutt’altro che semplice da realizzare. Ma se davvero dovesse riuscirci, vale la pena soffermarsi sulla portata di una cifra simile. Come si possono anche solo immaginare 1.000 miliardi di dollari?

Cosa potrebbe acquisire Elon Musk con 1.000 miliardi di dollari?

Per rendersi conto dell’ordine di grandezza, può essere utile l’esempio proposto dal giornalista economico Jerry Pacheco nel 2020: se qualcuno spendesse 40 dollari al secondo, senza mai fermarsi, servirebbero 289 giorni per esaurire un miliardo di dollari. Ma per arrivare a 1.000 miliardi, occorrerebbero più di 792 anni.

Va anche precisato che Musk - attualmente l’uomo più ricco del mondo - dispone già di un patrimonio personale stimato in circa 475 miliardi di dollari, la cifra più alta mai accumulata da un singolo individuo nella storia moderna. Tradotto in beni reali, ecco cosa permetterebbero - teoricamente - di acquisire 1.000 miliardi di dollari:

  • tutte le automobili vendute negli Stati Uniti in un anno, sebbene si tratti di un investimento a rapido deprezzamento;
  • 10.000 CEO di Starbucks, considerato che il CEO Brian Niccol percepisce una retribuzione annua prossima ai 100 milioni di dollari;
  • 333 grattacieli come la nuova sede di JPMorgan Chase a New York, costata 3 miliardi di dollari;
  • 2.000 yacht del valore di quello di Jeff Bezos;
  • 465 navi da crocieraIcon of the Seas” della Royal Caribbean, equivalenti all’attuale flotta della Marina statunitense;
  • l’intera Ivy League - il gruppo delle 8 università d’élite americane - per cinque volte, considerando che le dotazioni complessive di Harvard, Yale, Princeton, Columbia, University of Pennsylvania, Dartmouth, Brown e Cornell ammontano a circa 200 miliardi di dollari ciascuna;
  • un bonus da 2.923 dollari per ogni cittadino americano;
  • l’equivalente del PIL nominale della Svizzera, stimato in circa 900 miliardi di dollari nel 2024;
  • tutte le abitazioni delle Hawaii, dove il prezzo medio di un immobile è di circa 826.575 dollari secondo la piattaforma immobiliare Zillow;
  • l’intera Coca-Cola Company, dal valore di mercato attorno ai 300 miliardi di dollari, con risorse residue sufficienti per acquistare a ogni individuo sulla Terra una confezione da 12 lattine;
  • i 6 principali gruppi automobilistici globali, Toyota, Volkswagen, Stellantis, Hyundai, Ford e General Motors, ovvero l’intero comparto rivale di Tesla;
    - le tre maggiori compagnie petrolifere statunitensi, ExxonMobil, Chevron e ConocoPhillips.

Una scala di ricchezza che supera la percezione umana

In sintesi, stiamo entrando in un periodo in cui aziende e CEO possono accumulare patrimoni di dimensioni così imponenti da superare la capacità collettiva di comprensione. La concentrazione della ricchezza ai vertici dell’economia mondiale ha raggiunto livelli di sproporzione tali da rendere queste cifre inconcepibili da quantificare.

Basti pensare che il debito pubblico degli Stati Uniti, oggi pari a circa 38.000 miliardi di dollari, equivale “solo” a 38 volte il patrimonio di Elon Musk o, ad esempio, a poco più di 7 volte la capitalizzazione di Nvidia.

Questo quadro, pur poco rassicurante, è indicativo di una realtà in cui la ricchezza si misura ormai su una “scala astratta”, che supera la percezione umana e modifica i parametri stessi del capitalismo contemporaneo.

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