Tesla si piega al suo padrone. Approvato il super bonus da $1.000 miliardi per Musk

Giorgia Paccione

7 Novembre 2025 - 10:40

Gli azionisti di Tesla approvano il pacchetto da 1.000 miliardi di dollari che consacra Elon Musk come il dominatore assoluto del gruppo e, potenzialmente, il primo “trilionario” della storia.

Tesla si piega al suo padrone. Approvato il super bonus da $1.000 miliardi per Musk

È fatta. Gli azionisti di Tesla hanno approvato il pacchetto retributivo pià alto della storia: 1.000 miliardi di dollari per Elon Musk. Con oltre il 75% dei voti favorevoli, l’assemblea ha consacrato il fondatore sudafricano come padrone assoluto dell’azienda, spazzando via le resistenze dei grandi investitori istituzionali.

Il via libera arriva dopo settimane di campagna martellante orchestrata dal board di Tesla, con video motivazionali, inserzioni digitali e il portale Votetesla.com. A pesare sulla decisione è stata soprattutto la minaccia neanche tanto velata di Musk che, senza questo compenso, si era detto intenzionato a lasciare la guida della società.

La presidente del consiglio Robyn Denholm aveva infatti messo in guardia gli azionisti prospettando uno scenario cupo in caso di addio del visionario patron, ricordando che dal 2018 a oggi Musk ha generato 735 miliardi di dollari di valore aggiunto senza ricevere compensi significativi.

Gli obiettivi fissati per il bonus da $1.000 miliardi

Il piano decennale approvato prevede dodici tranche progressive legate a obiettivi che, tuttavia, rasentano l’impossibile. Per intascare l’intera cifra, Musk dovrà infatti portare la capitalizzazione di Tesla a 8.500 miliardi di dollari entro il 2035, più di otto volte il valore attuale e quasi quanto valgono oggi Meta, Microsoft e Alphabet messe insieme.

Ma non è tutto. Serviranno anche 20 milioni di veicoli prodotti, 10 milioni di abbonamenti al Full Self Driving, un milione di robot umanoidi Optimus operativi e un milione di Robotaxi in circolazione. Il tutto garantendo almeno 400 miliardi di utili in quattro trimestri consecutivi.

La stessa Tesla ha ammesso nei documenti depositati alla Sec che questi traguardi saranno straordinariamente difficili da raggiungere. Eppure è proprio questa l’essenza della scommessa: affidare il futuro dell’azienda a quello che è stato definito un “Superstar CEO”.

Se dovesse riuscirci, Musk raddoppierebbe la sua partecipazione in Tesla dal 15% a quasi il 30%, consolidando un controllo ferreo sull’azienda e diventando il primo trilionario della storia.

Musk vince (per ora) ma restano le incognite

A votare contro il piano erano stati il fondo sovrano norvegese, che lo aveva bollato come eccessivo e privo di garanzie di governance, e grandi fondi pensione americani. Ma alla fine hanno prevalso i voti favorevoli di colossi come Vanguard, BlackRock e State Street, insieme al sostegno degli azionisti retail convinti dalla narrazione del “genio indispensabile”.

La decisione ha ovviamente anche un peso simbolico: dopo che nel 2024 il tribunale del Delaware aveva annullato il precedente pacchetto da 56 miliardi, Musk aveva trasferito la sede legale di Tesla in Texas, consumando una rottura clamorosa con il cuore del diritto societario americano. Come ha notato Eric Talley della Columbia Law School, il Delaware era infatti “la Mecca delle corporation” finché Musk non ha deciso di spostare i suoi fedeli altrove, scrivendo un nuovo manifesto del suo modello imprenditoriale con “meno vincoli e più libertà d’azione”.

Resta però l’incognita del raggiungimento dei risultati fissati. Le vendite globali di Tesla sono in calo e i tanto promessi Robotaxi autonomi restano ancora un miraggio. Ma come ha ricordato la manager americana Nancy Tengler, Musk “vive sul filo del disastro e ogni volta riesce a salvarsi all’ultimo secondo”.

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