Lo storico marchio Jack’s Donuts, presente con decine di negozi negli Stati Uniti, ha presentato istanza di fallimento. Le cause? Errori di gestione, calo delle vendite e tensioni con i franchising.
Dopo oltre sei decenni di attività, la catena statunitense Jack’s Donuts ha depositato istanza di bancarotta volontaria presso il Tribunale fallimentare del distretto meridionale dell’Indiana. La procedura rientra nel Chapter 11 del codice fallimentare statunitense, che consente alle aziende di riorganizzare il debito e continuare a operare.
Secondo quanto riportato dai media americani, il marchio, conosciuto per le sue ciambelle artigianali e la forte presenza nei centri commerciali del Midwest, si trova in una fase di ristrutturazione profonda, ma intende mantenere aperti i punti vendita.
In una nota diffusa dall’azienda, la dirigenza ha rassicurato clienti e dipendenti: “Abbiamo piani per un futuro operativo continuo e senza interruzioni. I nostri negozi restano aperti, i nostri team al lavoro e il nostro impegno verso qualità e comunità rimane invariato”.
Le ragioni della crisi di Jack’s Donuts
Alla base della crisi, oltre al calo delle vendite registrato nell’ultimo anno e mezzo, ci sarebbero anche forti attriti interni tra la sede centrale e i titolari dei punti vendita in franchising. Diversi operatori hanno denunciato una gestione disorganizzata da parte della dirigenza, con conseguenti decisioni che avrebbero danneggiato il marchio.
Uno dei momenti più critici risale all’ottobre 2023, quando la casa madre decise di aprire un centro di produzione e distribuzione, chiedendo ai negozi affiliati di acquistare i donuts invece di prepararli internamente. La scelta, accolta inizialmente con fiducia, si rivelo però disastrosa. Non solo molti punti vendita licenziarono i propri fornai e vendettero i macchinari, ma riceveettero anche critiche sui prodotti giudicati di qualità inferiore. “Abbiamo perso clienti quando abbiamo cambiato sistema. Ci paragonavano ai donuts dei distributori di benzina, ed è stato devastante”, ha raccontato una titolare dell’Indiana all’emittente WRTV.
La tensione è culminata in una lettera firmata da diversi franchisee che chiedevano le dimissioni del CEO Lee Marcum, accusandolo di “gestione finanziaria inadeguata” e “creazione di entità per fini personali”. Da allora, la situazione è peggiorata fino alla decisione di ricorrere al Chapter 11.
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L’ondata di bancarotte nel settore retail americano
Nonostante il fallimento, i punti vendita in franchising continuano a operare autonomamente e non risultano coinvolti direttamente nella procedura. Tuttavia, la sopravvivenza del marchio dipenderà anche dalla capacità del gruppo di ristrutturare i debiti e recuperare la fiducia dei propri affiliati.
Ma la vicenda di Jack’s Donuts non è isolata e si inserisce in un’ondata di bancarotte che negli ultimi mesi ha colpito il settore retail americano, travolgendo nomi storici come Forever 21, Claire’s e Candy Warehouse. Segno di un comparto in sofferenza, dove aumenti dei costi, inflazione e mutamenti nei consumi stanno mettendo in crisi anche le insegne più amate.
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