Nessun investitore si è detto disponibile a salvare l’azienda e di conseguenza tra pochi mesi chiuderà per sempre.
Un’azienda storica tedesca con oltre 120 anni di attività tra pochi mesi chiuderà definitivamente. Si tratta della Mayer & Cie, realtà storica e leader del settore nella produzione di macchinari per l’industria tessile. Dopo quattro generazioni, l’azienda è stata costretta a presentare istanza di fallimento lo scorso 23 settembre. Nonostante un’intensa ricerca internazionale volta a individuare possibili partner per rilanciare l’attività, non è stato trovato alcun investitore disposto a intervenire per salvarla, segno delle enormi difficoltà strutturali che il comparto sta attraversando negli ultimi anni.
Per questo motivo, entro breve tempo cesserà tutte le operazioni e procederà al licenziamento di circa 270 dipendenti, che riceveranno la comunicazione nelle prossime settimane. Si prevede che la maggior parte sarà licenziata entro febbraio 2026, mentre soltanto un piccolo gruppo resterà per occuparsi della liquidazione, portando a termine gli ordini già acquisiti. Successivamente, macchinari, rimanenze e proprietà saranno messi in vendita, ponendo fine a un capitolo industriale che aveva segnato profondamente il territorio di Albstadt dove sorgeva l’azienda.
La Mayer & Cie era riconosciuta a livello internazionale, soprattutto per la produzione di macchine circolari per maglieria e macchine trecciatrici. I suoi macchinari erano apprezzati in tutto il mondo e quasi l’intera produzione veniva esportata all’estero. La chiusura dell’azienda si inserisce nel quadro della crisi globale del settore tessile e del crescente dominio del mercato cinese, che sta progressivamente scalzando gli storici leader europei grazie a capacità produttive più elevate e costi inferiori.
Martin Mucha, esperto di ristrutturazione e rappresentante generale dell’azienda, ha dichiarato: «Il mercato delle macchine tessili è diventato estremamente difficile a livello mondiale. Le attuali condizioni hanno determinato un calo delle vendite di Mayer & Cie. di quasi il 50% lo scorso anno».
Colpa sopratutto della concorrenza cinese
È soprattutto la Cina a esercitare forte pressione sull’industria tedesca del settore, e anche Mayer & Cie si è ritrovata in breve tempo a competere con realtà che un tempo erano semplici fornitori, diventati ora concorrenti globali.
Il mercato cinese è cresciuto grazie al sostegno garantito da massicci sussidi e da politiche aggressive sui prezzi. Se in passato le aziende cinesi esportavano principalmente negli Stati Uniti, con l’introduzione dei dazi voluti da Trump i produttori hanno spostato le loro esportazioni verso l’Europa, intensificando ulteriormente la concorrenza per le aziende tedesche. Anche la guerra in Ucraina ha rallentato gli investimenti internazionali. In Turchia, mercato chiave per il tessile, l’inflazione sta causando gravi difficoltà e riduzione degli ordini. Infine, tra le cause della chiusura figura anche l’aumento dei costi operativi. È così la fine di un’azienda familiare fondata circa 120 anni fa, messa in crisi da una concorrenza che ha applicato politiche di prezzo aggressive guadagnando progressivamente quote di mercato.
L’unica speranza rimasta è che emerga un investitore straniero capace di rilanciare l’azienda assumendone il controllo e preservandone almeno parte del patrimonio tecnologico.
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