La profezia di Musk, il miliardario è convinto. Tra 20 anni lavorare sarà facoltativo

Gabriele Marrone

1 Dicembre 2025 - 11:04

Elon Musk immagina un futuro in cui l’AI rende il lavoro opzionale. Le persone potranno scegliere se lavorare o no, senza obblighi.

La profezia di Musk, il miliardario è convinto. Tra 20 anni lavorare sarà facoltativo

Secondo Elon Musk, l’avanzamento dell’intelligenza artificiale e della robotica potrebbe cambiare radicalmente il nostro rapporto con il lavoro entro le prossime due decadi. Durante un episodio del podcast “People by WTF”, condotto da Nikhil Kamath, Musk ha dichiarato:

“Potrebbe non essere così lontano nel futuro. Forse…dico che in meno di 20 anni lavorare sarà opzionale. Lavorare, in generale, sarà opzionale. (Sarà) più o meno come un hobby”.

Secondo questa visione, fra 20 anni la capacità di automazione delle macchine, grazie a robot e sistemi AI, potrebbe rendere superfluo il lavoro tradizionale. In un’ipotesi estrema, a cui il miliardario aggiunge:

“Si lavorerà per piacere, se lo si desidera davvero”.

Ma Musk va oltre. Immagina un mondo in cui non solo il lavoro diventa facoltativo, ma anche il denaro come lo conosciamo perde la sua centralità. “Se l’intelligenza artificiale e la robotica continueranno a progredire, lavorare sarà opzionale e le persone avranno qualsiasi bene e servizio desiderino”, ha affermato, prospettando una situazione in cui le esigenze materiali degli individui possono essere soddisfatte automaticamente.

In questa futura società, ha detto, si potrebbe perfino arrivare a un sistema in cui la vera “moneta” non è più il denaro ma, idealmente, l’energia.

I punti critici del futuro immaginato da Musk

L’idea di un mondo dove il lavoro non è più un obbligo, ma una scelta per coltivare passioni o hobby, può sembrare affascinante e quasi utopica. Per Musk, si tratterebbe di liberare l’individuo dal bisogno economico e dargli più tempo per creatività, curiosità, sperimentazione, arti, relazioni. In fondo, già oggi per qualcuno il lavoro è una scelta, non una necessità. La visione del miliardario è estendere questa possibilità a tutti.

Eppure, è inevitabile chiedersi chi debba decidere come distribuire i beni e i servizi quando non serve più lavorare per comprarli. Se il denaro non servirà come, come immaginato da Musk, il passaggio a un sistema basato su energia o su un nuovo tipo di “moneta” richiederebbe un’infrastruttura sociale ed economica completamente nuova. Le implicazioni sarebbero a dir poco profonde, con implicazioni dalla distribuzione della ricchezza al valore dell’essere umano, dal senso di identità alla convenzione sociale sul lavoro.

In passato Musk stesso ha già mostrato delle previsioni simili. In occasione del forum d’investimenti USA-Arabia Saudita aveva previsto che “robot e AI renderanno il lavoro opzionale” e che la povertà potrebbe essere eliminata grazie all’automazione.

Un futuro che sarà realtà?

La previsione di Musk è da prendere per quel che è: una dichiarazione visionaria, un’ipotesi affascinante ma lontana che richiede enormi cambiamenti tecnologici, politici e sociali per diventare realtà. Resta da vedere se il progresso dell’AI sarà accompagnato da un’evoluzione delle strutture economiche perché, senza un’adeguata redistribuzione, l’automazione rischia di creare disoccupazione di massa piuttosto che liberazione.

Ma è pur vero che l’idea di un mondo dove lavorare sarà opzionale stimola una riflessione sul significato del lavoro, del valore individuale e del benessere collettivo. Forse, almeno, ci spinge a ripensare il nostro rapporto con il tempo, con l’economia e con le priorità, una vita fatta non solo di produttività e consumo, ma anche di creatività e solidarietà.

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