Banche italiane tra manovra e “mega profitti”, cosa vogliono davvero Meloni e Giorgetti. Ma occhio all’outlook

Laura Naka Antonelli

8 Ottobre 2025 - 10:06

La presidente del Consiglio Meloni e il titolare del MEF Giorgetti affrontano il dossier delle banche italiane, chiamate a finanziare la legge di bilancio. Ma attenzione.

Banche italiane tra manovra e “mega profitti”, cosa vogliono davvero Meloni e Giorgetti. Ma occhio all’outlook

Fino a che punto le banche italiane sono nel mirino del governo Meloni? E fino a che punto e in che modo sono e saranno chiamate a finanziare la legge di bilancio 2026?

Nuove dichiarazioni sul dossier che sta mettendo di nuovo ansia a Piazza Affari - non sono mancate sessioni della borsa di Milano in cui le azioni degli istituti di credito hanno registrato una performance negativa scontando il rischio di eventuali tasse e richieste di contributi da parte del governo italiano - sono state rilasciate ieri sera dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.

Il problema è che ieri, è arrivata una notizia sicuramente non confortante, proprio per quelle banche che secondo la Lega di Giorgetti e di Matteo Salvini sarebbero colpevoli di fare troppi utili.

Outlook banche ABI-Cerved 2025-2027, attenti alla spina dei crediti deteriorati (NPL) con PIL e dazi Trump

Dall’outlook Abi-Cerved 2025-27 è emerso infatti che la dinamica debole del PIL dell’Italia e gli effetti della politica commerciale inaugurata dalla nuova era della presidenza americana di Donald Trump incentrata sui dazi, si tradurranno in un aumento dei crediti deteriorati delle imprese, con tassi di default, rispetto ai crediti erogati dalle banche in bonis che, nel 2025, chiuderanno al 2,9%, rispetto al 2,6% registrato nel 2024 (inferiore comunque rispetto alle previsioni di gennaio).

I tassi di default saliranno poi ulteriormente al 3% nel 2026.

Certo, si tratta di tassi “sensibilmente più contenuti rispetto a quelli registrati durante le precedenti crisi”, se si considera che nel 2027 il valore tornerà al 2,9%, lo stesso del 2019 e decisamente al di sotto del massimo pari al 7,5% testato nel 2012.

Ma il trend dei crediti deteriorati non può certo essere preso sotto gamba, soprattutto se associato a un valore dei tassi di interesse - quello deciso dalla BCE, banca centrale europea - dimezzato rispetto a quello del periodo precedente l’inizio della fase di allentamento monetario decisa da Christine Lagarde, che si fa risalire al 6 giugno 2024.

Le sfide, insomma, ci sono.

Banche italiane, Meloni: “non ho alcun interesse punitivo verso il sistema bancario”

Dal canto suo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso della registrazione della puntata di Porta a Porta andata in onda ieri sera, ha precisato di non avere alcun interesse punitivo nei confronti delle banche italiane.

Così la premier: Il contributo delle banche “l’abbiamo già fatto lo scorso anno e io non ho alcun interesse punitivo verso il sistema bancario. Lo scorso anno abbiamo dialogato e trovato una soluzione, confido che si possa fare anche quest’anno ”.

L’intenzione di chiedere un aiuto al settore, comunque, rimane: “Credo che si possa chiedere una mano lavorando insieme”, ha detto ancora Meloni.

Giorgetti in Toscana, “non vogliamo perseguitare nessuno”. Ma...

Parole più dure sono state proferite dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che ha parlato nel corso di un evento elettorale organizzato dalla Lega in Toscana.

Nel commentare la possibilità che anche quest’anno il governo Meloni bussi alla porta delle banche per chiedere un contributo straordinario atto a finanziare la legge di bilancio 2026 - a tal proposito sono circolate nelle ultime settimane ipotesi più disparate, tra cui anche una tassa sui buyback - il titolare del Tesoro ha insistito sul fatto che, “nel momento in cui si fa uno sforzo di sistema, è giusto che tutti facciano una parte di questo sforzo, e che chi ha la possibilità di farlo di più, lo faccia di più”.

Pur sottolineando che “ non vogliamo perseguitare nessuno ”, Giorgetti ha detto che è necessario che il governo chieda “a tutti di fare quello che possono fare e che si possono permettere di fare”.

Giorgetti ’rinfaccia’ alle banche sistema garanzie publiche e rating BTP più alto

Il ministro ha poi ricordato - qualcuno potrebbe dire, rinfacciato - i due benefici che le banche italiane stanno ricevendo dallo Stato italiano, citando da un lato il sistema delle garanzie pubbliche - che tra l’altro dopo il caso dei guai di una banca italiana nello specifico sarebbe ancora più a rischio - e dall’altro lato la promozione del rating sul debito pubblico, ergo sui BTP, annunciata in data 19 settembre dall’agenzia Fitch Ratings:

“Oggi, tra l’altro, molti prestiti vengono erogati semplicemente se esiste la garanzia dello Stato, cioè lo Stato deve mettere la garanzia dell’80% del prezzo che viene dato. Quindi capite bene che fare la banca non assumendosi i rischi e, diciamo quando c’è da prendere gli interessi attivi se li prendono loro, quando c’è la perdita se la deve prendere lo Stato (..) Anche per questo, che senza nessun tipo di polemica, ma dicendo cose di ragionevolezza, noi abbiamo posto il tema di un corretto rapporto tra lo Stato, le banche e il modo con cui anche loro contribuiscono alla cassa comune. Fanno parte di un sistema in cui talvolta beneficiano dei risultati del governo come il miglioramento del rating: miglioramento che vuol dire che loro pagano meno gli interessi per i capitali che si procurano”.

Giorgetti ha poi insistito sulla necessità che le banche tornino a fare il loro mestiere: “ Le banche devono tornare a fare le banche, ma molto semplicemente perché la banca nasce per prendere i risparmi, i depositi, e prestarli all’economia vera, l’economia reale e nella misura in cui fanno questa attività fanno anche un’attività meritoria, utile, indispensabile per l’economia ”.

Extraprofitti? Piuttosto “mega profitti”

Non si è fermato qui il titolare del Tesoro, chiarendo che per lui le banche italiane non fanno tanto i famosi extraprofitti di cui si è parlato tanto nell’estate del 2023 - quando questo vocabolo, in realtà assente dal dizionario finanziario, ha fatto la sua comparsa a Piazza Affari, (prima del grande flop).

Piuttosto, riferendosi agli utili incassati dal settore bancario italiano, Giorgetti ha citato i “mega profitti”:

Il problema è che oggi tante banche, non dico tutte, ma tante banche, fanno enormi profitti, non facendo questo tipo di attività, ma semplicemente gestendo, tra virgolette, la ricchezza con l’attività quasi passiva, non attiva, non pro attiva per l’economia”, ha sottolineato, indicando quelle commissioni che vengono applicate dagli istituti: commissioni “di cui la gente non ha neanche tanta contezza ”.

Così facendo, ha insistito il ministro, le banche fanno quello che qualcuno definisce “extra profitti”, mentre io dico “ mega profitti ”.

Ancora: “Per carità, bravissimi loro, però a me come ministro dell’Economia interessa che le banche tornino a fare le banche”.

La frase sulla resurrezione di MPS, “abbiamo ereditato una banca fallita e la abbiamo risanata”

Giorgetti non poteva infine non citare il lavoro che il governo Meloni ha fatto per restituire al mercato MPS-Monte dei Paschi di Siena, attraverso un processo di privatizzazione che è andato avanti in più fasi, e che ha consentito ad alcuni player della finanza italiana di entrare e poi rafforzarsi nel capitale della banca senese (come l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone e la famiglia Del Vecchio, quest’ultima attraverso la holding Delfin, ma anche come Banco BPM).

Il risanamento di MPS, che ora ha addirittura messo le mani su Mediobanca, espugnando una fortezza storica, è stato spesso presentato alla stregua di motivo di orgoglio dai componenti dell’esecutivo italiano: “Siamo in Toscana e non posso non pensare a Siena ”, ha detto il ministro del Tesoro - “ Abbiamo ereditato una banca fallita, gestita da altri.
L’abbiamo risanata e oggi è addirittura un punto di riferimento
”.

E, vista la campagna elettorale per le imminenti elezioni regionali in Toscana, non poteva mancare la stoccata alla sinistra: “Lo ricordo perché vedo molte critiche da sinistra ”.

Occhio all’altra frase che di recente Giancarlo Giorgetti aveva proferito sempre riferendosi a MPS e a quel cosiddetto pericolo Amazon, così come alla spiegazione che il ministro aveva dato alla parola “pizzicotto” rivolta agli istituti.

A Piazza Affari, lievi rialzi per le azioni delle banche italiane quotate sull’indice Ftse Mib. In evidenza il trend dei titoli UniCredit, Intesa SanPaolo, Banco BPM, BPER, MPS, Mediobanca, Banca Popolare di Sondrio.

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