Banche, la frase di Giorgetti su MPS. E sul pericolo Amazon

Laura Naka Antonelli

15 Settembre 2025 - 10:44

Intanto la tassa sugli extraprofitti delle banche, ideata dal governo Meloni, è diventata cavallo di battaglia dell’opposizione.

Banche, la frase di Giorgetti su MPS. E sul pericolo Amazon

Nessun controllo da parte dello Stato su MPS-Monte dei Paschi di Siena, la banca senese che ha appena centrato il target Mediobanca. Lo ha detto il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, parlando di banche e della legge di bilancio 2026 a cui il governo Meloni sta lavorando. Banche, in particolare, che devono a suo avviso continuare ad avviare il processo di consolidamento, a causa della minaccia rappresentata dalle Big Tech USA, che sono pronte a espandersi nel business delle attività bancarie.

A tal proposito, Giorgetti ha citato il colosso americano fondato da Jeff Bezos Amazon.

Giorgetti, “non abbiamo controllo su MPS”. L’attenti alle banche che porta il nome di Amazon & Co.

Giancarlo Giorgetti, che ha parlato ieri, sabato 14 settembre 2025 in occasione della festa dell’UDC, ha intanto tenuto a sottolineare che il MEF-governo Meloni non controlla il Monte dei Paschi di Siena, spesso definito anche come Monte di Stato, per la partecipazione di maggioranza che il Tesoro detiene tuttora nel capitale della banca, anche se decisamente erosa con il processo di privatizzazione attraverso cui il Ministero, in diversi round, si è liberato di gran parte delle azioni precedentemente detenute. (Processo di privatizzazione che, come si sa, ha siglato l’ingresso in MPS di nomi ben noti della finanza italiana, come dell’ìimprenditore Francesco Gaetano Caltagirone e della holding della famiglia Del Vecchio Delfin ).

Così il ministro:

Prima di tutto, sottolineo che non abbiamo il controllo di MPS, come qualcuno erroneamente considera ”, ha detto Giorgetti, ricordando che il Ministero dell’Economia e delle Finanze è sceso “sotto la percentuale di controllo come richiesto dalla commissione UE”.

Detto questo, ed è qui che è stato fatto il nome di Amazon, “ è chiaro che il sistema bancario si deve, da un lato, consolidare, tenendo presente quella che è la sfida che arriva e che arriverà con la discesa a valle di colossi come Amazon ”.

Dall’altro lato Giorgetti ha lanciato un monito alle banche, invitandole a “considerare che sono nate, non dico per servire l’economia reale, ma essere al fianco dell’economia reale ”. Ovvero? “A noi interessa, come governo, che continuino a fare credito e lo facciamo sempre di più soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese ” (PMI).

Garanzie pubbliche, il ruolo dello Stato ricordato da Giorgetti. Da banche nuovo contributo straordinario?

A tal proposito, il ministro ha ricordato quanto ha fatto lo Stato per il sistema bancario in tutti questi anni: “ Lo Stato ha fatto moltissimo con l’assistenza delle garanzie pubbliche in questi anni. Però ci rendiamo conto, lo sanno tutti quanti, che questo non è il sistema che deve essere ordinario, perché altrimenti diventa innaturale e patologico che le aziende di credito, le banche, facciano prestito ovviamente maturando un margine di interesse positivo e quando poi c’è la perdita va a carico dello Stato ”.

Si tratta insomma di un meccanismo, ha puntualizzato il titolare del Tesoro, “ che in qualche modo deve essere ridisegnato ”.

In vista della manovra 2026, non poteva mancare inoltre il riferimento a quanto il governo Meloni ha intenzione di chiedere alle banche, come in ogni periodo precedente la legge di bilancio che si presenti, almeno da quando c’è questo esecutivo.

La possibilità che, a carico delle banche venga imposto un nuovo contributo straordinario, ha detto Giorgetti, sarà frutto di considerazioni politiche che potranno essere fatte solo tra due settimane, quando “il quadro delle priorità sarà definito”.

Per ora, esiste “un quadro generale in cui dobbiamo considerare tutti gli aspetti, le spese, le entrate, chi contribuisce, quali tipi di spese, a partire da un concetto fondamentale”: quello sulla base del quale “ chiunque faccia l’amministratore pubblico deve valutare con attenzione ogni euro speso dalla pubblica amministrazione perchè implica un sacrificio di tassazione per qualcuno ”.

Quello che sta facendo il governo Meloni è “ razionalizzare la spesa il più possibile per ridurre le tasse il più possibile e nell’ambito di queste tasse c’è chi deve essere tutelato di più e chi forse meno tutele merita”.

Ma, per l’appunto, il governo Meloni dovrà avere prima a disposizione il quadro delle priorità, che non può essere stilato solo da Giorgetti in quanto, parole del titolare del Tesoro, “ non sono un dittatore finanziario ma un servitore della volontà politica condivisa .

Torna a parlare di banche e del loro contributo anche Matteo Salvini

A parlare di banche anche il leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, sempre in prima linea quando si tratta di parlare di manovre contro gli istituti di credito, anche a rischio di commettere qualche gaffe. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera e pubblicata nella giornata di ieri, Salvini si è detto “certo che le banche daranno un contributo. Voglio invitare gli AD delle banche maggiori per parlarne ”.

Di nuovo, Salvini si è riferito agli utili incassati dalle banche: troppi, a suo avviso, come più volte ha fatto notare.

L’anno scorso le banche hanno guadagnato più di 46 miliardi. Se chiudono il 2025 con un po’ meno, e con quei soldi ci permetteranno di aiutare famiglie e imprese con una rottamazione definitiva delle cartelle, saranno felici tutti. Sono convinto che anche in maggioranza si troverà equilibrio per qualcosa che non è un esproprio proletario”.

Tutto, mentre è va già da un po’ avanti la gara tra la Lega e i partiti di opposizione al governo Meloni nel dare addosso alle banche per accaparrarsi il consenso degli elettori.

Ironia della sorte è che ormai la tassa sugli extraprofitti (che non c’è stata), idea partorita dal governo Meloni, si è trasformata in un chiaro cavallo di battaglia di partiti come M5S, PD e AVS.

Tassa extraprofitti, un’idea del governo Meloni che ha fatto flop. Ora cavallo di battaglia delle opposizioni

Ieri, per esempio, la segretaria del Partito Democratici Elly Schlein, oltre ad attaccare il governo Meloni per il presunto ruolo avuto nel favorire gli interessi dei suoi amici - “L’unico vero interventismo del governo è stato sul risiko bancario, sono scesi in campo per favorire cordate considerate amiche” - ha detto alla festa dell’Unità, che “ le bollette restano care perché il governo non ha il coraggio di intaccare gli extraprofitti ”.

Così anche il leader di AVS Angelo Bonelli, e co-portavoce di Europa Verde, reagendo a quanto riferito dal vicepremier, segretario di Forza Italia e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani: “ Le dichiarazioni del vicepremier Tajani, secondo cui tassare gli extraprofitti sarebbe ’una misura da regime comunista’, rappresentano plasticamente la scelta di un governo che ha deciso di proteggere i privilegi invece di costruire giustizia sociale. A questo punto, mi chiedo: perché il governo Meloni non organizza direttamente una colletta in favore degli istituti bancari? ”.

Ancora Bonelli: “Mentre gli italiani faticano ad arrivare alla fine del mese, con 5,7 milioni di persone in povertà assoluta e 2,7 milioni di famiglie in difficoltà, il governo continua a tagliare servizi essenziali come sanità, scuola e trasporti. In questo contesto, Forza Italia e l’esecutivo Meloni si schierano con chi, negli ultimi tre anni, ha accumulato extraprofitti per oltre 160 miliardi di euro. Ricordo che gli utili delle banche sono stati pari a 13,5 miliardi di euro nel 2022, 40 miliardi nel 2023 e 46,5 miliardi nel 2024, mentre le società energetiche hanno registrato profitti superiori ai 60 miliardi”.

Così Antonio Tajani si era espresso sabato scorso, 13 settembre 2025, affrontando il tema delle banche e il dossier di una eventuale tassa sugli extraprofitti - di cui aveva già parlato settimane fa, bollando le idee della Lega roba da Unione sovietica - nell’intervento alla Festa nazionale dell’UDC, in corso a Roma.

Non esiste da un punto di vista giuridico l’extraprofitto, dire di tassare gli extraprofitti in più significa spaventare i mercati e non ottenere nessun esito positivo”.

Nel ribattere a chi lo accusa di essere contrario all’applicazione di una eventuale tassa sugli extraprofitti delle banche per i suoi legami con la famiglia Berlusconi, Tajani ha rimarcato di non avere “alcun interesse economico, né interessi familiari”, precisando che “la pretesa degli extra profitti è un principio sbagliato”.

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