Il numero uno del MEF Giancarlo Giorgetti torna a riaffrontare il dossier MPS-Mediobanca, difendendo il governo Meloni.
Mentre monta l’attesa per i risultati finali dell’OPAS di MPS su Mediobanca, più di una dichiarazione sul caso di Borsa che ha scosso subito Piazza Affari a partire dal giorno in cui Monte dei Paschi di Siena ha annunciato di avere messo gli occhhi su Piazzetta Cuccia è arrivata dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.
Non di solo rating ha parlato il titolare del Tesoro, dopo la decisione dell’agenzia Fitch di promuovere l’Italia, culminata in un vero e proprio trionfo di Stato: “Non è che devo rispondere: ha risposto il mercato. E il mercato ha valutato positivamente questa offerta pubblica con una adesione al di là di ogni ragionevole aspettativa. Poi ribadisco: noi non avevamo il controllo prima e tantomeno ce lo abbiamo adesso”, ha detto il ministro a margine dell’Ecofin a Copehagen.
Giorgetti su MPS-Mediobanca, “non abbiamo aiutato nessuno. Lovaglio non ha mai ricevuto una telefonata”
Qualche ora più tardi, in un videocollegamento con il festival di Open, Giorgetti non ha rivendicato solo il grande successo dell’Italia di Meloni, sempre più virtuosa nel risamento dei conti pubblici tanto da incassare un upgrade del giudizio sui propri conti pubblici da Fitch. Il numero uno di Via XX settembre ha ribadito quanto sottolineato più volte sia da lui che da altri esponenti del governo Meloni.
“Noi non abbiamo aiutato nessuno. Credo di poter escludere queste cose. Noi eravamo azionisti di minoranza, tra l’altro azionisti totalmente pazienti e non invadenti, basta chiedere all’amministratore delegato di MPS-Monte dei Paschi di Siena (Luigi Lovaglio che, di fatto, ha sempre escluso una regia del governo italiano)”.
(Lovaglio), ha puntualizzato Giorgetti, “ non ha mai ricevuto una telefonata per questa quella situazione . C’erano diverse opzioni per far crescere la banca, questa ha avuto un grande successo di mercato. E ci ha permesso peraltro, visto che tanti ci rimproveravano di avere ancora il 12% di MPS, automaticamente di andare a una percentuale molto inferiore”.
Dunque, nessuna manovra da parte del MEF e del governo Meloni in generale per sostenere le nozze tra le due banche italiane.
“Quindi di fatto, per chi non l’avesse notato, non abbiamo di fatto nessuna capacità di incidere o indirizzare ”.
Frase, quest’ultima, che in realtà contrasta con i fatti, visto che se l’OPS di UniCredit, banca italiana guidata dal CEO Andrea Orcel, su Banco BPM ha fatto flop proprio a causa delle prescrizioni severe che Palazzo Chigi ha imposto all’offerta con l’applicazione del golden power.
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Giorgetti, io ho ereditato una banca che ha gravato per qualche miliardo sulla finanza pubblica
Giorgetti ha ribadito l’assenza di qualsiasi interferenza del governo Meloni nel dossier MPS-Mediobanca sottolineando anche che “forse qualcuno si è dimenticato che io ho ereditato una banca che ha gravato per qualche miliardo sulla finanza pubblica ”, mostrandosi fiero del fatto che “ noi l’abbiamo risanata e abbiamo risanato soldi al bilancio pubblico ”. Ma “forse questo non viene sufficientemente ricordato”.
Insomma, niente regia del governo Meloni nell’OPS diventata OPAS di MPS su Mediobanca, mentre sale l’attesa per i risultati dell’offerta, in vista dell’ultimo giorno del periodo di riapertura dei termini di domani, 22 settembre 2025.
Dopo il periodo di adesione compreso tra il 14 luglio e l’8 settembre, che ha consentito a MPS di conquistare il 62% circa del capitale di Piazzetta Cuccia, il Monte ha infatti avviato la riapertura dei termini martedì scorso, 16 settembre, dando la possibilità a chi non aveva aderito all’offerta, di farlo fino alla giornata di domani.
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MPS incassa un’altra vittoria nell’OPAS su Mediobanca, supera anche questa soglia
Venerdì scorso, 19 settembre, si è appreso che MPS ha incassato un’altra vittoria, superando quella soglia a cui aveva rinunciato agli inizi di settembre, quando aveva annunciato il rilancio della proposta, aggiungendo una componente cash, in contanti: quella del 66,67% del capitale di Mediobanca, che le consente di avere il controllo anche dell’assemblea straordinaria e di deliberare la fusione tra le due banche (scenario che è stato già messo in conto dal mondo degli esperti.
Le adesioni hanno superato infatti la soglia del 70%, salendo al 70,48% del capitale di Mediobanca, stando a quanto riportato da Borsa Italiana.
E non è finita qui, visto che l’ultima chiamata si conclude nella giornata di domani, lunedì 22 settembre.
Ma si dovrà attendere ancora un po’ prima di conoscere l’esito definitivo della grande partita di Borsa, che ha certificato la fine, secondo qualcuno, dell’impero romano, e che è stata sancita dalle stesse parole di Alberto Nagel, numero uno ormai ex di Mediobanca, che ha dato praticamente dei “selvaggi” a MPS, citando una locuzione latina di Orazio.
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