C’è chi ha parlato di fine dell’impero romano, ma Nagel vede Mediobanca più come Grecia che come Roma. La frase “Graecia capta ferum victorem cepit”: l’ultimo grido contro MPS.
“ Graecia capta ferum victorem cepit ”. È con questa frase che il numero uno di Mediobanca, l’amministratore delegato Alberto Nagel, ha lanciato l’ultima stoccata a MPS, Monte dei Paschi di Siena, la banca senese che è riuscita a espugnare la roccaforte di Piazzetta Cuccia.
La frase è contenuta nella lettera di addio con cui Nagel ha salutato i dipendenti, che hanno lavorato sotto la sua guida per più di 22 anni.
“ Sono passati oltre 34 anni da quando sono entrato in banca e oltre 22 da quando me ne è stata data la responsabilità. Un periodo molto lungo, nel quale abbiamo fatto insieme un percorso straordinario di crescita e rinnovamento ascrivibile interamente alla vostra capacità e senso di appartenenza”, ha scritto il CEO Nagel, ricordando la cultura di Mediobanca, incentrata sulla “ competenza, passione, trasparenza e understatement che abbiamo ereditato da banchieri straordinari come Enrico Cuccia e Vincenzo Maranghi. Una cultura che ti rimane cucita addosso”.
La lettera è stata diffusa a seguito della riunione del CDA di Mediobanca di ieri, giovedì 18 settembre 2025, che si è conclusa, così come previsto, con le dimissioni del CEO e dell’intero board, a parte il consigliere Sandro Panizza.
Le dimissioni saranno effettive a partire dal prossimo 28 ottobre 2025, giorno in cui il Consiglio ha convocato l’assemblea ordinaria degli azionisti per deliberare in merito ai risultati di bilancio di Piazzetta Cuccia al 30 giugno 2025, alle politiche di remunerazione e di incentivazione del personale del Gruppo 2025/2026; al piano annuale di Performance Shares e alla nomina del Consiglio di Amministrazione per gli esercizi 2026-2028.
Il comunicato di Mediobanca che sancisce le dimissioni di Nagel e di tutto il CDA (a parte un consigliere)
Così si legge nel comunicato diramato da Mediobanca alla fine della riunione del CDA di ieri, che ha ricordato anche cosa succederà all’erogazione dei dividendi ai suoi azionisti e al piano di buyback precedentemente annunciato.
“L’odierno Consiglio di Amministrazione ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio e il bilancio consolidato al 30 giugno 2025 che rispecchiano quanto reso pubblico lo scorso 31 luglio 2025: utile netto di € 1.330,1 milioni per il Gruppo in crescita rispetto allo scorso anno (+4,5%) e 1.012,2 milioni per Mediobanca (-18,6%). Come anticipato lo scorso 31 luglio 2025, all’Assemblea degli Azionisti verrà proposta l’assegnazione di un dividendo lordo unitario pari a € 1,15 per azione che, tenuto conto dell’anticipo erogato a maggio (€ 0,56) corrisponde a un saldo di € 0,59 per azione che verrà messo in pagamento il 26 novembre prossimo con “record date” il 25 novembre e data stacco il 24 novembre. Inoltre, i Consiglieri di Amministrazione, preso atto dell’esito dell’Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio promossa da Banca Monte dei Paschi di Siena sulla totalità delle azioni di Mediobanca e per favorire un’ordinata e tempestiva transizione attraverso il rinnovo dell’organo amministrativo, hanno rassegnato, con l’eccezione del Consigliere Sandro Panizza, le dimissioni dalla carica, con efficacia dalla data della prossima Assemblea”.
Il comunicato ha anche indicato come Mediobanca abbia deciso di non lanciare l’ultima tranche del piano di buyback: “Il Consiglio, inoltre, nel contesto del mutato assetto azionario e del differente quadro autorizzativo, ha deliberato di non dar corso all’ultima tranche del Programma di acquisto e annullamento di azioni proprie incluso nel Piano Strategico ed annunciato lo scorso 31 luglio ”.
Piazza Affari in attesa di capire i risultati definitivi dell’OPAS di MPS su Mediobanca. Occhio alla soglia del 90%
Piazza Affari a questo punto è in attesa di conoscerere i risultati definitivi dell’OPAS lanciata da MPS su Mediobanca, che non si conoscono ancora, in quanto l’offerta ha ripreso il via lo scorso 16 settembre con la riapertura dei termini, che consentirà agli azionisti di Mediobanca che non abbiano consegnato ancora le loro azioni nel periodo di adesione compreso tra il 14 luglio e l’8 settembre di farlo, fino alla data ultima del 22 settembre.
Per ora, i risultati limitati al periodo di adesione hanno certificato la vittoria di MPS, che ha conquistato il 62% circa del capitale della preda messa nel mirino, dopo il rilancio dell’offerta, che ha aggiunto sul piatto una componente cash.
Non è finita tuttavia qui, per l’appunto, con il mercato che scommette su una possibile conquista da parte di MPS, con la riapertura dei termini, fino all’80% del capitale di Mediobanca, non ignorando al contempo la possibilità che Monte dei Paschi di Siena finisca con il portare a casa anche il 90% del capitale. In quel caso la strada sarebbe quella del lancio di una OPA obbligatoria residuale.
Di fatto, stando alla normativa vigente, l’offerente, in questo caso MPS, che raggiunga o superi la soglia del 90% di una società quotata in Borsa, è obbligato ad acquistare le azioni residue in possesso degli altri azionisti, su richiesta di questi ultimi, a meno che, entro l’arco di 90 giorni, non ripristini un flottante sufficiente a garantire l’andamento regolare delle negoziazioni in Borsa.
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Cosa significa l’ultima stoccata di Nagel a MPS: “Graecia capta ferum victorem cepit”
L’attenzione dei media è tuttavia per ora concentrata sull’ultima sferzata che Nagel ha lanciato contro i conquistatori di Mediobanca, ovvero contro MPS-Monte dei Paschi di Siena, citando la frase di Orazio “ Graecia capta ferum victorem cepit ”.
Cosa significa esattamente questa frase? Una spiegazione puntuale della frase è stata data da BiblioToscana:
“La locuzione latina Graecia capta ferum victorem cepit è una frase d’autore oraziana, che, in una traduzione letterale, significa: «la Grecia, conquistata [dai Romani], conquistò il selvaggio vincitore» (Orazio, Epistole, Il, 1, 156). L’epistola prosegue con et artes intulit agresti Latio: «e le arti portò nel Lazio agreste». Roma conquistò la Grecia con le armi, ma questa, con le sue lettere e arti, riuscì ad incivilire il feroce conquistatore, rozzo e incolto. La locuzione si cita per esaltare la potenza ed efficacia delle belle lettere, dell’arte, degli studi, nella civiltà dei popoli”.
Traslando la frase di Orazio al dossier MPS-Mediobanca, il messaggio di Alberto Nagel è il seguente: sebbene sia stata Monte dei Paschi di Siena a conquistare Mediobanca, sarà alla fine Mediobanca a conquistare “i selvaggi”, praticamente del Monte, grazie al suo valore unico e prestigioso.
Non per niente, rivolgendosi ai dipendenti, Nagel ha scritto che “la nuova proprietà della Banca non potrà prescindere dal valorizzare il vostro non comune patrimonio di professionalità ”.
Nagel rimarca i risultati di Mediobanca raggiunti con la sua gestione e parla di darwinismo bancario
Riassunto da Nagel il lavoro che lui stesso in primis ha compiuto per rendere Piazzetta Cuccia quella che è diventata oggi:
“ La marcata evoluzione del Gruppo è anche frutto di alcune mie radicate convinzioni : la prima la chiamerei ’darwinismo bancario’ ”.
Ovvero, ha spiegato Nagel, “le banche devono adattarsi ad un contesto che cambia rapidamente (pensiamo alla tecnologia, alle abitudini dei consumatori, al set di regole e ai nuovi competitor/fintech) che se non capito ed affrontato proattivamente, adattando i modelli di business, porta ’all’estinzione della specie’ ”.
La seconda, “in parte collegata alla prima, è che la specializzazione in attività a maggior sofisticazione e valore aggiunto protegge nel lungo termine il valore degli intermediari. Ed è per questa ragione che ho sempre preferito l’acquisizione di un wealth manager di taglia e di fascia alta, con ripetuti tentativi effettuati negli ultimi 6 anni, piuttosto che l’unione con una banca commerciale per lo più concentrata sul mass market ”. (Riferimento all’OPS che Mediobanca ha promosso su Banca Generali, come misura difensiva contro MPS, bocciata tuttavia dagli azionisti).
La terza “è che le banche quotate hanno molte più chance di crescere e di generare extra ritorni, tanto più forte è l’allineamento di interessi tra azionisti e banca. In tutti i mercati finanziari più evoluti questo si verifica, almeno per gli istituti di maggiore dimensione, quando le banche hanno un capitale diffuso per lo più rappresentato da investitori istituzionali”.
Così ha concluso Nagel la sua missiva, ringraziando i dipendenti: “Grazie al vostro lavoro, oggi possiamo dire che la nostra Banca è diversa da molte altre ed è specializzata in business complessi dove ha una presenza di mercato solida e prospettive di crescita ”.
È con queste parole che Alberto Nagel ha sancito la fine di Mediobanca in versione standalone, destinata a diventare ora una costola di MPS, sebbene siano molti, tra gli esperti, a porsi, in linea con la locuzione latina di Orazio citata dal banchiere, il seguente interrogativo: ma alla fine, chi ha conquistato chi? Rimangono sotto osservazione le azioni di Mediobanca e di MPS-Monte dei Paschi di Siena, scambiate entrambe sul Ftse Mib di Piazza Affari.
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