I sondaggi del Partito Democratico in merito alle elezioni politiche: al 5 febbraio, il partito di Renzi di nuovo in crisi dopo un periodo positivo.
Il Partito Democratico è pronto ad affrontare le elezioni politiche del 4 marzo, anche se le rilevazioni al momento non sembrerebbero sorridere alla coalizione di centrosinistra che sarà guidata da Matteo Renzi.
Stando agli ultimi sondaggi, il Partito Democratico viene dato come il secondo partito del paese alle spalle del Movimento 5 Stelle. A livello di coalizioni, il centrodestra sarebbe avanti anche se ancora lontano dalle percentuali necessarie per ottenere una vittoria elettorale.
I sondaggi per il Partito Democratico
Saranno quattro i principali blocchi politici a presentarsi a queste elezioni. Nel grande susseguirsi dei sondaggi abbiamo deciso di prendere come punto riferimento quello che viene realizzato con cadenza settimanale da EMG Acqua per contro del Tg La7.
Questo è il responso per quanto riguarda le preferenze nei vari partiti nel sondaggio reso noto lo scorso 5 febbraio.
- Movimento 5 Stelle - 27,2% (+0,7%)
- Partito Democratico - 23% (-1%)
- Forza Italia - 15,8% (-0,1%)
- Lega Nord - 14,3% (+0,5%)
- Liberi e Uguali - 5,4% (-0,3%)
- Fratelli d’Italia - 4,6% (-0,4%)
- Noi con l’Italia - 2,8% (/)
- Più Europa - 1,9% (+0,2%)
- Lista Insieme - 1,6% (/)
- Civica Popolare - 1% (/)
- SVP - 0,4% (/)
- Altri - 2% (+0,4%)
- Astenuti - 31,9% (-0,9%)
- Indecisi - 12,7% (-1,3%)
- Bianca - 2,1% (-0,3%)
Alla luce di queste percentuali, ecco come sarebbe la situazione considerando le coalizioni che dovrebbero presentarsi alle urne.
- Centrodestra - 37,5% (/)
- Centrosinistra - 27,9% (-0,8%)
- Movimento 5 Stelle - 27,2% (+0,7%)
- Liberi e Uguali - 5,3% (-0,3%)
Secondo il sondaggio, al momento il Partito Democratico sarebbe nuovamente in forte calo dopo un periodo invece dove i dem avevano iniziato lentamente a risalire la china.
In questa campagna elettorale quindi Matteo Renzi dovrà cercare di recuperare il consenso perduto, cercando soprattutto di riavvicinare ai dem i tanti elettori del PD che al momento sono più intenzionati a disertare le urne oppure ad astenersi.
Clicca qui per rispondere al sondaggio sulle elezioni 2018
Il PD alle elezioni
Dopo che il Presidente Sergio Mattarella, con due mesi di anticipo, ha sciolto le Camere a fine anno, è stata stabilita dal Consiglio dei Ministri la data di domenica 4 marzo come giorno delle elezioni politiche.
Dopo aver vinto le primarie per la segreteria nella scorsa primavera, Matteo Renzi sarà il leader non solo del Partito Democratico ma di tutta la coalizione di centrosinistra che si presenterà alle urne.
Oltre alla lista dei dem ce ne saranno altre tre: Lista Insieme (Verdi, Socialisti e Area Civica), Più Europa-CD (Bonino, europeisti e Centro Democratico) e infine Civica Popolare (centristi ed ex alfaniani capitanati dalla ministra Lorenzin).
Come è noto, alla fine non è stato possibile ricucire lo strappo con il resto della sinistra. Il Movimento Democratico e Progressista, Sinistra Italiana e Possibile, correranno assieme sotto le insegne di Liberi e Uguali con Pietro Grasso come aspirante premier.
Una divisione questa che si cercherà almeno di superare per quanto riguarda le elezioni regionali che in Lombardia, Lazio e Molise, si terranno nello stesso giorno delle politiche per una sorta di election day come avvenne nel 2013.
Nonostante le buone possibilità di vittoria se uniti, non è arrivato un accordo in Lombardia e in Molise. Discorso diverso invece per quanto riguarda il Lazio, dove la sinistra appoggerà il candidato dem Nicola Zingaretti.
Il sistema elettorale
In autunno il Parlamento ha approvato in maniera definitiva quella che sarà la legge elettorale con la quale gli italiani saranno chiamati a esprimersi alle prossime elezioni politiche. Vediamo allora come funziona questo sistema elettorale denominato Rosatellum-bis.
La nuova legge elettorale prevede il 61% dei parlamentari eletti con il sistema proporzionale, pescando nei listini plurinominali, mentre il restante 37% con quello maggioritario, attraverso 231 collegi uninominali. Il restante 2% dei seggi è riservato alla circoscrizione estero.
La soglia di sbarramento è del 3% per quanto riguarda le singole liste e del 10% per le coalizioni. Non sarà possibile il voto disgiunto: la preferenza espressa a un partito varrà per il proporzionale e andrà direttamente al candidato nel collegio, i voti poi espressi solo al candidato saranno ripartiti in maniera proporzionale tra i vari partiti che appoggiano quel candidato.
Non è previsto un premio di maggioranza così come non c’è l’obbligo per le coalizioni di indicare l’eventuale premier. Ogni “capo” di ciascuna forza politica però dovrà essere indicato.
Clicca qui per una infografica riassuntiva del nuovo sistema di voto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA