Due alert sono stati lanciati oggi sulle banche italiane, nel giorno dei conti di UniCredit e mentre si continua a cercare di capire l’impatto della tassa di Meloni.
Le azioni delle banche italiane non stanno vivendo certo un bel periodo, almeno da un mese a questa parte.
È da un po’ di tempo che i segni meno sui titoli sono diventati di fatto piuttosto frequenti dopo la pioggia battente di buy che ha caratterizzato il comparto nei mesi precedenti e che è stata alimentata, soprattutto, dalle speculazioni legate alle varie partite di risiko precedentemente annunciate.
Lo sgonfiarsi di quelle scommesse - con la partita UniCredit-Banco BPM saltata in aria e il buon fine delle due grandi operazioni MPS-Mediobanca e BPER + Popolare di Sondrio - e soprattutto i continui rumor che sono piombati a Piazza Affari sull’arrivo di una nuova tassa sulle azioni delle banche italiane da parte del governo Meloni - concepita per finanziare la legge di bilancio del 2026 - zavorrano da un po’ le azioni del settore bancario, come ha dimostrato in particolare la seduta di venerdì scorso, 17 ottobre 2025.
Banche italiane, lanciati due nuovi alert. L’attenti in tempi di manovra Meloni sui dividendi
Oggi poi sono arrivati anche due nuovi alert, uno dei quali riguarda direttamente i dividendi delle banche italiane.
E così, nell’UniCredit Day, alcune azioni delle banche italiane si confermano tra le peggiori del Ftse Mib di Piazza Affari.
Il primo alert lanciato oggi riguarda i dividendi, ed è stato lanciato da Maurizio Casasco, deputato e Responsabile del Dipartimento Economia di Forza Italia, il partito tra i tre di maggioranza che sostengono il governo Meloni che si è distinto per aver fatto sempre il possibile per difendere il settore bancario, fin da quell’annuncio famoso, agli inizi di agosto del 2023, di una tassa sugli extraprofitti delle banche.
Se quell’imposta finì per essere totalmente stravolta, per non dire azzerata, portando anzi acqua al mulino degli istituti di credito, fu infatti proprio per gli sforzi che Forza Italia, partito guidato dal vicepremier e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, fece per scongiurare quell’incubo di una tassa che aveva messo subito KO i titoli delle banche scambiati a Piazza Affari.
Così in una nota Casasco, commentando le ultime novità che riguardano la tassa sulle banche italiane che, sulla scia delle pressioni esercitate dalla Lega di Matteo Salvini, con quest’ultimo che ha parlato chiaramente di una Robin Hood Tax, alla fine ci sarà, così come si legge nella bozza della legge di bilancio 2026.
“Forza Italia esprime forte contrarietà alla modifica proposta in materia di tassazione dei dividendi contenuta nell’articolo 18 del disegno di legge di Bilancio 2026. L’introduzione di una partecipazione minima del 10% per poter applicare l’esclusione dalla base imponibile del dividendo percepito, non solo comporta un aumento abnorme della tassazione ma genera una doppia tassazione sugli utili con effetto negativo sugli investimenti e la competitività del nostro sistema imprenditoriale”.
Il deputato Casasco, si legge ancora nella nota, ha continuato, sottolineando che “non si può confondere un regime - quello del dividend exemption introdotto con la riforma IRES del 2003, volto a garantire la neutralità fiscale lungo le catene partecipative, come una agevolazione, e intervenire per fare cassa”.
Di fatto, “si tratta di un grave arretramento rispetto ai principi di coerenza e stabilità del sistema tributario italiano, consolidati da oltre vent’anni. Forza Italia chiede l’eliminazione di questa disposizione”.
Secondo alert lanciato da Patuelli, presidente ABI, su rischio calo NII e commissioni
Le azioni delle banche italiane vengono oggi monitorate, e vendute, anche per un altro attenti, che è stato lanciato, o meglio rilanciato, dal numero uno dell’ABI (l’Associazione bancaria italiana), Antonio Patuelli che, già qualche giorno fa, aveva presentato le sfide che il settore è chiamato ad affrontare.
In videocollegamento al Salone del Leasing, oggi Patuelli ha ricordato che le banche faranno i conti nei prossimi mesi alla flessione di quella voce di bilancio che è più condizionata dalle decisioni sui tassi di interesse dell’area euro adottate dalla BCE di Christine Lagarde, ovvero dell’NII, o anche Net Interest Income e margine netto di interesse. Una voce che, ha fatto notare Patuelli, ha già segnato un calo nel primo semestre 2025.
Il numero uno dell’ABI paventa anche un trend meno positivo per le commissioni che, a suo avviso, “difficilmente potranno eternamente produrre risultati in incremento ”.
La verità, ha aggiunto Antonio Patuelli, è che “vediamo molte complessità e dobbiamo attrezzarzi in anticipo con piena consapevolezza da parte delle banche, le imprese e le istituzioni tutte ”.
Il presidente dell’Associazione delle banche non si è fermato qui, lanciando un monito a chi continua ad assediare gli istituti di credito italiani (il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini in primis): “ Le banche hanno bisogno di maggior rispetto da parte di ciascuno ”, ha rimarcato, ricordando che gli istituti di credito sono “un anello connettivo”, che collega le diverse attività dell’economia e che dunque è necessario che facciano “il loro lavoro con un totale clima di serenità”.
I due alert non sono certo i primi che vengono lanciati in relazione alla solidità delle banche, e non solo italiane.
Nelle ultime settimane a parlare di shock oltre che di tassi è stata in diverse occasioni la stessa presidente della BCE Christine Lagarde, mentre altri eventi, come il tonfo improvviso delle azioni delle banche regionali USA, hanno riportato sulla bocca di tutti, non solo degli addetti al settore (della finanza), la parola crisi finanziaria.
Lagarde ha fatto riferimento in particolare al timore che nutre nei confronti di una possibile bolla speculativa, mentre a scatenare i timori di una forte scossa è stato anche il crac di First Brands negli Stati Uniti.
E così nella sessione di oggi le azioni delle banche italiane, sotto i riflettori con gli alert di turno sempre più frequenti, puntano verso il basso, non riuscendo a beneficiare dei risultati record di UniCredit e delle dichiarazioni del CEO Andrea Orcel, che ha preannunciato l’arrivo di alcune sorprese.
In evidenza sul Ftse Mib di Piazza Affari, a parte le azioni Intesa SanPaolo e Mediobanca, che riescono a contenere le perdite, i ribassi delle stesse azioni UniCredit e dei titoli Banco BPM, BPER, MPS, Banca Popolare di Sondrio. In controtendenza Banca Mediolanum, a fronte di un indice di settore Ftse Italia Banche che arretra dell’1% circa.
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