Occhio a tutte le novità per le banche presenti nella manovra 2026, tra tasse, DTA e IRAP, mentre Salvini sbandiera la Robin Hood Tax. Focus azioni.
Giornata positiva per le azioni delle banche italiane, che a Piazza Affari riportano rialzi importanti nonostante le novità incise nella bozza della legge di bilancio del 2026 stilata dal governo Meloni, e nonostante l’assedio continuo del vicepremier, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha dato un nome preciso alla sua crociata instancabile contro il sistema bancario italiano: Robin Hood Tax.
Azioni banche italiane in solido rialzo a Piazza Affari. In evidenza BPER e la Popolare di Sondrio
Iniziamo con la cronaca della seduta di oggi, lunedì 20 ottobre 2025: i titoli delle banche italiane schizzano in cima al Ftse Mib di Piazza Affari.
Protagonista dei buy è soprattutto la Banca Popolare di Sondrio, che segna un rialzo superiore a +4%, a quota 13,50 euro circa.
Va molto bene anche alla banca che l’ha conquistata, ovvero a BPER, che balza anch’essa sull’indice benchmark della borsa di Milano del 4%.
Buy anche sui titoli delle altre principali banche italiane, ovvero su UniCredit, Intesa SanPaolo, Banco BPM, MPS, Mediobanca.
I rally, in particolare di BPER e di POP Sondrio, si spiegano con le ultime novità delle due banche italiane, in particolare con l’imminente riunione dei CDA che avrà per oggetto la fusione per incorporazione della banca valtellinese nella banca modenese.
Tra le novità più di rilievo, soprattutto il nuovo modello organizzativo delineato dalla nuova BPER più forte con la Popolare di Sondrio, che implicherà 800 uscite di dipendenti e la chiusura di 90 filiali.
Buy su banche dopo la grande paura di venerdì 17, mentre la manovra 2026 di Meloni presenta il conto
Dopo la grande paura di venerdì scorso 17 ottobre 2025, scatenata dai sell off sui titoli delle banche regionali USA che il giorno prima erano affondati sulla scia dei timori alimentati dal crac di First Brands, le azioni delle banche italiane, che avevano pagato già da un po’ di sedute, a Piazza Affari, la spada di Damocle di una nuova imposta targata Meloni, marciano al rialzo, snobbando quanto è emerso dalla legge di bilancio, o meglio dalla sua bozza.
La palla della manovra passa ora al Parlamento, che dovrà approvarla entro la fine dell’anno 2025.
Proprio in questa nuova manovra del governo Meloni è incisa la tassa sulle banche italiane: quella su cui sono state sfornate diverse ipotesi e che ha preso forma dopo la riunione, lo scorso venerdì 17 ottobre, del Consiglio dei Ministri, avvenuta sotto la presidenza del Presidente Giorgia Meloni.
Così il governo Meloni, nella parte che riguarda il contributo che le banche e le assicurazioni sono chiamate a versare:
“Confermato il contributo del settore finanziario con il coinvolgimento di banche e assicurazioni. Tra le misure è prevista la proroga del rinvio delle deduzioni relative alle svalutazioni e perdite su crediti, nonché del costo dell’avviamento, connesse alla rilevazione delle imposte differite attive (DTA). Sugli utili accantonati a patrimonio che vengono liberati e distribuiti prevista una imposta agevolata. Modificata aliquota IRAP e confermata parziale deducibilità di perdite ed eccedenze ACE).”
Ovvero? Il tutto è spiegato nero su bianco nella bozza della legge di bilancio per il 2026: quella tassa del 27,5% di cui si è tanto parlato c’è, così come di vociferava, così come c’è anche l’aumento dell’IRAP.
Tutto, nella speranza che non si concretizzino alcuni spauracchi che sono stati presentati nelle ultime settimane per le banche italiane, e che hanno sollevato non poche preoccupazioni, riguardo a quanto potrebbe accadere nel 2026 e nel 2027.
Cosa si legge nella bozza della legge di bilancio 2026 del governo Meloni. Anche più IRAP
Così si legge nel testo della bozza della legge di bilancio, per la precisione nell’articolo 20: “Revisione del contributo straordinario e affrancamento della riserva”:
“Fino all’esercizio in corso al 31 dicembre 2028, le riserve di cui all’articolo 26, comma 5-bis, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 ottobre 2023, n. 136, possono essere assoggettate ad un’imposta sostitutiva dell’imposta straordinaria di cui al medesimo articolo 26 del decreto-legge n. 104 del 2023, ai sensi del successivo comma 3. L’aliquota dell’imposta sostitutiva di cui al comma 2 è stabilita nella misura del 27,5 per cento per l’affrancamento delle riserve esistenti al termine dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2025 e del 33 per cento per l’affrancamento delle riserve esistenti al termine dell’esercizio successivo”.
Praticamente, stando a quanto stabilito dalla bozza della manovra, le banche e le assicurazioni potranno liberare nel 2026 le riserve versando una imposta del 27,5%, ridotta rispetto a quella del 40% che era stata prevista nel testo originario della cosidetta tassa sugli extraprofitti delle banche, che era stata annunciata agli inizi di agosto del 2023, poi del tutto annacquata. L’aliquota passerà successivamente al 33%.
L’articolo 21 del testo fa riferimento all’incremento dell’IRAP segnalando che, per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2025 e i due successivi, le aliquote sono incrementate di due punti percentuali, con la seguente precisazione: “Nella determinazione dell’acconto dovuto per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2025 si assume, quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata applicando le disposizioni di cui al presente articolo”.
L’IRAP è attesa dunque in crescita dal 4,65% al 6,65% fino al 2028.
Per quanto riguarda le DTA, previsto uno slittamento di due anni.
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Tasse e banche, Salvini agita lo slogan della Robin Hood Tax. Il video
Intanto, il leader della Lega Matteo Salvini ha presentato da Palazzo Chigi quella che ha deciso di battezzare “una sorta di Robin Hood Tax ”.
Nell’affrontare la questione delle banche, presentandola ai “ragazzi e alle ragazze” sottolineando che “non è per forza un tema ipertecnico da master alla Bocconi”, il leader del Carroccio ha detto in poche parole che “stiamo cercando di chiedere a chi più ha per dare a chi ha più bisogno ”.
Avanti con la “Robin Hood Tax” per le banche: una grande operazione di equità e giustizia sociale. pic.twitter.com/OjgnQjDXDf
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) October 19, 2025
Per l’appunto, “ una sorta di Robin Hood Tax , non rubando eh”, ha continuato Salvini, “però imponendo un contributo alle banche che stanno guadagnando decine di miliardi di euro spesso garantiti dallo Stato, quindi da voi, spesso sugli interessi”.
Rincarando la dose, il ministro ha chiesto ai correntisti italiani di fare un po’ di conti: “Andate a controllare, quanto, sul vostro estratto conto, vi dà la banca sui soldi che avete fermi sul conto corrente. Scommettiamo che è lo zero virgola? E quanto invece la stessa banca se andate allo sportello a chiedere un prestito, vi chiede: o un mutuo, o un fido”.
La risposta, data dal leader della Lega, è stata la seguente:
“3,4,5,6 per cento, per non parlare delle commissioni sui POS e i Bancomat per i commercianti. Ecco, siccome le due principali banche italiane, ad esempio chiuderanno quest’anno per loro fortuna e per fortuna nostra con più di 10 miliardi di profitti a testa e l’intero sistema bancario italiano chiuderà questo 2025, anche grazie alla serietà e alla stabilità del governo, con più di 50 miliardi di euro di guadagni”.
Concludendo: “Ecco, non penso, che in un momento in cui tante famiglie, tante piccole imprese, tanti giovani e tanti precari sono in difficoltà, chiedere a questi giganti del profitto, una parte dei loro contributi, 5 miliardi: 5 miliardi su 50 miliardi per aiutare gli italiani in difficoltà, per aumentare le pensioni minime, per aiutare le giovani coppie a comprare casa e per assumere migliaia di medici e di infermieri... Ecco”, ha precisato Matteo Salvini, “ penso che questa Robin Hood Tax non debba spaventare o scandalizzare nessuno , ma sia una grande operazione di giustizia ed equità sociale. Chi più ha, più dà ”.
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