Una crisi che aveva portato la Banca d’Italia a disporre l’amministrazione straordinaria dell’istituto. Le cinque banche che partecipano all’operazione. Ma prima...
Che Banca Progetto fosse nei guai lo si sapeva ormai da un bel po’ di tempo, quando, sei mesi fa circa, era stata commissariata. Ieri sera, la notizia cruciale, ovvero le basi gettate dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e dalle cinque principali banche italiane per dare il via a un processo di salvataggio.
Con un comunicato stampa, Banca Progetto ha annunciato di fatto che è stata “ sottoscritta dai commissari straordinari la proposta di ricapitalizzazione delle cinque maggiori banche italiane e del FITD ” per il salvataggio dell’istituto.
A salvare Banca Progetto sarà dunque l’FITD, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, insieme alle cinque banche italiane più grandi, ovvero: Monte dei Paschi di Siena S.p.A., Banco BPM, BPER Banca, Intesa Sanpaolo, UniCredit S.p.A. Valore dell’operazione: 400 milioni di euro circa.
L’annuncio della commissariata Banca Progetto. Il ruolo delle 5 banche Big e del FITD
Così Banca Progetto nella nota che porta la data del 15 settembre 2025:
“A poco meno di sei mesi dall’inizio del Commissariamento, dopo l’uscita anticipata dall’Amministrazione Giudiziaria intervenuta nel luglio scorso, si compie un altro passo importante per la soluzione della crisi di Banca Progetto. In data odierna (ieri, 15 settembre 2025 per chi legge), il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (“FITD”), Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., Banco BPM S.p.A., BPER Banca S.p.A., Intesa Sanpaolo S.p.A., UniCredit S.p.A. (le “5 Banche”) e Banca Progetto in Amministrazione Straordinaria (“Banca Progetto”) hanno sottoscritto un term sheet vincolante avente ad oggetto l’operazione di risanamento di Banca Progetto”.
Ma come sarà orchestrata l’operazione volta a salvare Banca Progetto?
I dettagli, presenti nella nota della banca italiana, fanno riferimento a un piano che prevede la sua ricapitalizzazione, dunque un aumento di capitale. Ma in che modo?
- Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e le cinque banche MPS, Intesa SanPaolo, UniCredit, Banco BPM e BPER, praticamente i cinque pilastri del sistema bancario nazionale, parteciperanno in primis a un procedimento di derisking degli attivi di Banca Progetto.
- L’istituto sarà poi ricapitalizzato dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
- Successivamente, alle cinque banche su menzionate e attraverso “una società partecipata pariteticamente dalle stesse”, il Fondo cederà “una quota di capitale di Banca Progetto da quest’ultimo sottoscritta, con il mantenimento in capo al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi di una quota non superiore al 9,9% ”.
Banca Progetto ha precisato che “ l’impegno delle parti è di finalizzare l’operazione nel più breve tempo possibile, subordinatamente al completamento della due diligence, alla definizione degli accordi definitivi, all’ottenimento delle autorizzazioni delle competenti Autorità di Vigilanza, all’approvazione dell’assemblea dei soci di Banca Progetto e al soddisfacimento delle ulteriori condizioni previste nel term sheet”.
In questo modo, si legge ancora nella nota, grazie all’ “intervento di sostegno, il FITD e le 5 Banche, con spirito di responsabilità”, a Banca Progetto verrà fornita “la dotazione patrimoniale idonea a realizzare il risanamento della stessa, così consentendo, con le risorse del settore bancario, di tutelare i (suoi depositanti) ”.
Banca Progetto ha concluso il comunicato puntualizzando che “i commissari Lodovico Mazzolin e Livia Casale, hanno particolarmente apprezzato lo sforzo profuso per arrivare alla proposta da parte delle 5 Banche e del FITD e sono fiduciosi che la collaborazione tra le parti aderenti al term sheet e di tutti gli stakeholder condurranno alla rapida conclusione dei lavori e al conseguente ritorno di Banca Progetto alla gestione ordinaria ”.
Così sono andate le cose per la banca italiana che, alla fine di ottobre, aveva tentato di calmare i nervi dei suoi depositanti, negando l’ipotesi di un suo possibile commissariamento, che era stato paventato dai suoi clienti con la diffusione di alcuni rumor di mercato, che avevano messo subito in allerta diversi risparmiatori italiani.
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Le rassicurazioni ai depositanti da parte dell’ex AD, all’arrivo della notizia shock
Quel giorno, 24 ottobre 2024, l’ex amministratore delegato Paolo Fiorentino aveva indetto immediatamente una conferenza stampa, affermando che, nel ricevere telefonate dai clienti, Banca Progetto aveva rassicurato i propri clienti.
Dai rumor riportati, si era appreso che i giudici della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano avevano emesso un provvedimento di amministrazione giudiziaria di Banca Progetto (da non confondersi con una procedura di commissariamento, tanto che Paolo Fiorentino si era così espresso:
“Non siamo soggetti indagati, non abbiamo avvisi di garanzia. I nominativi di cui si fa riferimento nel documento della procura non sono nostri clienti. La banca è saldamente sotto il controllo del cda e della struttura manageriale. Andiamo avanti dritti per la nostra strada, con la massima diponibilità nei confronti della procura. Siamo totalmente estranei alla vicenda, siamo stati spiacevolmente coinvolti, non c’è commissariamento”.
Il commissariamento di Banca Progetto era poi arrivato, come confermato dallo stesso istituto nel marzo di quest’anno, quando aveva reso noto che Bankitalia aveva adottato una misura di intervento precoce, “ disponendo lo scioglimento degli Organi con funzioni di amministrazione e controllo ” dell’istituto, in amministrazione straordinaria dal 21 marzo del 2025.
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Banca Progetto, un caso anche politico. La sveglia al governo Meloni dal M5S: quel “bubbone”
Il caso era diventato anche politico, con Mario Turco, vicepresidente del M5S e coordinatore del Comitato pentastellato economia, lavoro, imprese che alla fine di luglio aveva dato una scossa al governo Meloni:
“Contestualmente al già problematico risiko bancario, indirizzato dal Governo per operazioni di potere personale, sta emergendo una questione allarmante su alcuni prestiti bancari ad amici, garantiti dallo Stato tramite MCC e SACE. Noi avevamo già presentato in Senato un’interrogazione al ministero dell’economia, ancora senza risposta, a proposito di tre prestiti, per complessivi 15 milioni di euro, erogati da Banca Progetto al già ‘furbetto del quartierino’ Stefano Ricucci, tutti garantiti dallo Stato tramite Mcc-MediocreditoCentrale. Oggi apprendiamo che la stessa Banca Progetto, già commissariata dalla Banca d’Italia e appesa al salvataggio del Fondo interbancario, ha addirittura 2,4 miliardi di crediti ‘non performing’ garantiti all’80% da MCC e SACE. Depositeremo anche su questo un’interrogazione, perché non è ammissibile che, con la situazione travagliata inflitta dal Governo al tessuto produttivo, società pubbliche come M o SACE vengano usate per garantire prestiti garibaldini, magari ad amici e parenti di chissà quale potentato di turno. E chiederemo, se del caso, di conoscere la lista dei beneficiari di questi prestiti”.
All’inizio di settembre, Turco aveva rincarato la dose, chiedendo al governo di rispondere al “ bubbone Banca Progetto ”:
“L’affarismo bancario di Meloni, Fazzolari e Giorgetti ha allungato un’ombra sinistra su moltissime operazioni finanziarie, all’interno e al di fuori del risiko. Quello che sta accadendo intorno a Banca Progetto è agghiacciante, in primis per la totale mancanza di trasparenza da parte dell’esecutivo. La banca in questione, già commissariata da Bankitalia, adesso è oggetto di un tentativo di salvataggio da parte del sistema bancario, anche tramite il FITD, il Fondo interbancario di tutela dei depositi”.
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