Gli italiani contro le banche. La tassa sugli extra-profitti è giusta, secondo un sondaggio

Redazione

7 Novembre 2025 - 15:11

Secondo il sondaggio di Money.it, gli italiani continuano a sostenere la tassa sugli extra-profitti: nel 2025 il 77% si conferma favorevole, un dato in linea con il 79% registrato nel 2023.

Gli italiani contro le banche. La tassa sugli extra-profitti è giusta, secondo un sondaggio

Il dibattito sulla tassazione degli extraprofitti delle banche resta uno dei temi economici centrali del Paese. A due anni di distanza dal precedente sondaggio di Money.it, la percezione dell’opinione pubblica non solo non è cambiata, ma appare ulteriormente consolidata nella convinzione che questa misura rappresenti un passo nella direzione giusta. Nel sondaggio del 2025 alla domanda “È giusto tassare gli extra-profitti delle banche?” il 77% dei partecipanti ha risposto sì, mentre il 23% si è detto contrario e nessuno ha dichiarato incertezza. Dati che confermano con chiarezza una posizione ormai radicata: tassare i profitti eccessivi realizzati dagli istituti finanziari è considerato uno strumento legittimo per riequilibrare i benefici economici a vantaggio di famiglie e imprese.

È giusto tassare gli extra-profitti delle banche? È giusto tassare gli extra-profitti delle banche? Il risultato del sondaggio

Il risultato appare in perfetta continuità con quello rilevato nel 2023, quando il 79% dei lettori di Money.it si era espresso a favore dell’introduzione della tassa voluta dal Governo Meloni. Allora, più che una semplice opinione, sembrava emergere una vera richiesta di giustizia fiscale e di sostegno nei confronti delle categorie più esposte agli effetti del rialzo dei tassi e del costo del credito. In quell’occasione si era sottolineato come gli istituti bancari avessero beneficiato di margini di guadagno crescenti, a fronte delle difficoltà economiche vissute da molti cittadini. La stima di Bloomberg Intelligence parlava di un gettito potenziale oltre i 3 miliardi di euro, risorse da destinare secondo le intenzioni del governo al taglio del cuneo fiscale, al sostegno dei mutui sulla prima casa e a misure generali di alleggerimento fiscale.

Il confronto tra il 2023 e il 2025 mette in luce non solo la stabilità dell’apprezzamento verso la misura, ma anche un ulteriore elemento significativo: nel più recente sondaggio non è presente alcuna fascia di indecisi. Questo segnale suggerisce una maggiore maturità e consapevolezza dell’opinione pubblica riguardo a un tema complesso, che intreccia questioni sociali, economiche e politiche. Il consenso resta alto nonostante i dubbi sollevati da alcuni analisti e dalle stesse banche, che temono ripercussioni sugli investimenti e sull’erogazione del credito.

Resta il fatto che per una larga parte dei cittadini la tassazione degli extraprofitti continua a rappresentare un simbolo di equità, un atto dovuto in una fase storica segnata da forti squilibri tra chi ha tratto vantaggi dalla recente congiuntura economica e chi invece ha visto ridursi il proprio potere d’acquisto. La questione, però, resta aperta e fortemente politica: nei prossimi mesi sarà fondamentale capire se, oltre alle dichiarazioni di principio e alle misure emergenziali, si riuscirà a costruire una politica strutturale capace di garantire un equilibrio duraturo tra gli interessi dei cittadini e quelli del sistema finanziario, da sempre uno dei pilastri dell’economia italiana.

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