Sondaggi politici, Centrodestra avanti a tutti. Ma il quadro che emerge dal risultato delle elezioni regionali è diverso.
Il risultato delle ultime elezioni regionali era stato ampiamente previsto dai sondaggi politici. La vittorie con ampio margine ottenute dal Centrosinistra in Campania e Puglia e dal Centrodestra in Veneto, sono la conferma di quanto oggi i sondaggi politici presentino un margine di errore davvero minimo.
Va detto però che non c’è solo la sconfitta “2 a 1” a preoccupare il governo Meloni. Se si vanno a guardare i voti ottenuti, infatti, il Centrodestra appare meno in salute rispetto a quanto certificato dai sondaggi politici (gli ultimi dei quali sono stati svelati dal Tg La7 di lunedì 24 novembre). Se contiamo tutti i voti ottenuti dai grandi partiti di governo e opposizione, infatti, risulta essere il Partito Democratico il vero vincitore di questa tornata elettorale, ottenendo quasi 1 milione di voti in 3 regioni grazie in particolare alla fortissima spinta pugliese e alla buona performance campana.
Il Movimento 5 Stelle consolida la terza forza, mentre Fratelli d’Italia per una volta è seconda - mentre a livello nazionale i sondaggi la mettono in cima con ampio vantaggio dal Partito Democratico - e soprattutto deve guardarsi dalla corrente Lega in Veneto, regione dominata nettamente dal Carroccio con oltre mezzo milione di voti. E Forza Italia dimostra che c’è un futuro anche senza Silvio Berlusconi: in ben due regioni - Veneto e Puglia - supera infatti il Movimento 5 Stelle e anche in Campania raggiunge un ottimo risultato.
Chi ha vinto davvero le elezioni regionali?
Le elezioni regionali svoltesi in Veneto, Campania e Puglia offrono una base empirica molto solida per comprendere alcune delle trasformazioni profonde che attraversano oggi il sistema politico italiano.
Il Veneto conferma la sua natura di regione politicamente strutturata a favore del Centrodestra, ma con una peculiarità rilevante: la Lega resta il primo partito, con oltre il 36%, un risultato molto più alto della sua forza nazionale. Fratelli d’Italia ottiene comunque una performance molto robusta (18,69%), mentre Forza Italia si mantiene su un valore significativo (6,30%). Il Partito Democratico in Veneto rimane competitivo (16,60%) ma molto distante dalle punte ottenute in altre regioni, mentre il Movimento 5 Stelle precipita al 2,20%, uno dei risultati più bassi nella sua storia recente.
In Campania, invece, la geografia politica si rovescia. Roberto Fico stravince, trascinato da un’alleanza ampia e soprattutto da tre componenti fondamentali: un PD molto forte (18,41%), un M5S ancora competitivo (9,12%) e una costellazione di civiche ad alta capacità mobilitativa. Il Centrodestra, pur attestandosi su un dignitoso 35,72%, non riesce ad avvicinare il blocco progressista-largamente maggioritario. La Lega si ferma al 5,51%, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia si confermano partiti importanti ma non determinanti.
La Puglia vede un’altra vittoria ampia del fronte progressista. Antonio Decaro, come già accaduto in passato con Emiliano, catalizza consenso oltre i confini dei partiti tradizionali. Il PD si afferma come primo partito con il 25,91%, mentre il Movimento 5 Stelle mantiene una presenza significativa (7,22%). Per il Centrodestra la buona notizia è che migliora rispetto al passato e supera complessivamente il 36%, con Fratelli d’Italia al 18,73% e un’ottima performance di Forza Italia (9,11%).
Come anticipato, la media nazionale sorride al Partito Democratico, con un 20,31% di voti. Fratelli d’Italia ovviamente paga il fatto che nell’unica regione vinta dal Centrodestra è la Lega a ottenere più consensi. Ecco perché la percentuale media è persino dimezzata rispetto a quanto i sondaggi politici nazionali stimano oggi Fratelli d’Italia. Ma tre regioni sono troppo poco per fare un bilancio complessivo, per quanto comunque debbano essere una fonte di riflessione per chi oggi è al governo e vede perdere alcune delle certezze registrate in questi mesi.
| Partito | Veneto | Campania | Puglia | Media |
|---|---|---|---|---|
| Fratelli d’Italia | 18,69 | 11,93 | 18,73 | 16,45% |
| Partito Democratico | 16,60 | 18,41 | 25,91 | 20,31% |
| Movimento 5 Stelle | 2,20 | 9,12 | 7,22 | 6,18% |
| Lega | 36,28 | 5,51 | 8,04 | 16,61% |
| Forza Italia | 6,30 | 10,72 | 9,11 | 8,71% |
Cosa dicono i sondaggi politici nazionali
Se le regionali potrebbero preoccupare Giorgia Meloni, lo stesso non si può dire per i sondaggi politici nazionali. Gli ultimi dati Swg per il Tg La7, infatti, mostrano un quadro politico nazionale stabile, ma con un elemento chiave: Fratelli d’Italia cresce ancora, salendo al 31,6% (+0,2). Il partito di Giorgia Meloni consolida così la sua leadership e rafforza la distanza dal resto del sistema politico, confermandosi la forza dominante del centrodestra. All’interno della coalizione, però, si registrano segnali opposti: Lega (7,7%, -0,1 rispetto alla scorsa settimana) e Forza Italia (7,9%, -0,1) arretrano leggermente, mentre Noi Moderati resta stabile all’1,2%. Il centrodestra rimane complessivamente molto forte, ma sempre più sbilanciato verso l’asse melonianista.
Nel centrosinistra, il Partito Democratico mostra un piccolo ma costante progresso, salendo al 22,3% (+0,3). Tuttavia, il distacco dal primo partito resta ampio. Il Movimento 5 Stelle, in calo al 12,5% (-0,3), conferma una fase di debolezza strutturale, con buoni risultati al Sud ma un forte arretramento al Nord.
Sondaggi politici del 24 novembre 2025
Fonte: SWG per il TgLa7
Tra le forze minori, Verdi-Sinistra crescono al 7,0% (+0,1), mentre lo spazio centrista resta fermo: Azione è al 3,3%, Italia Viva al 2,5% e +Europa all’1,4%. Chiude il quadro l’ampia area del non-voto, stabile al 30%, che continua a rappresentare la prima “forza politica” del Paese e uno dei principali elementi di incertezza per qualsiasi futura competizione elettorale.
Sondaggi politici di lunedì 24 novembre
Fonte: SWG per il TgLa7
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