Il testo del decreto fiscale 2019 convertito nella legge n. 136 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 dicembre 2018. Ecco tutte le novità del DL n. 119/2018 collegato alla Legge di Bilancio, tra cui fattura elettronica, pace fiscale e rottamazione ter.
Decreto fiscale 2019: il testo contenente novità e modifiche a seguito della conversione in legge del collegato alla Legge di Bilancio è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 dicembre 2018.
Il DL n. 119/2018 è stato convertito nella legge n. 136 in data 13 dicembre 2018 e contiene tutte le novità fiscali e misure urgenti approvate dal Parlamento nel testo definitivo con 272 sì, 143 no e 3 astenuti alla Camera, la quale ha mantenuto le ultime modifiche apportate dal Senato.
Durante il lungo e travagliato iter del decreto fiscale 2019 le regole della pace fiscale e della rottamazione ter hanno subito numerose e continue modifiche rispetto alla prima versione del documento.
Il cosiddetto condono tombale è scomparso in via definitiva e l’assetto della pace fiscale è completamente cambiato rispetto alle misure previste inizialmente dal testo del decreto fiscale 2019.
Nella conversione in legge del decreto fiscale 2019 non è più presente infatti la dichiarazione integrativa speciale che consentiva di far emergere fino a 100.000 euro delle somme non dichiarate e nemmeno il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali per i contribuenti in difficoltà.
La pace fiscale ha mantenuto invece le ultime novità in tema di rottamazione ter, ovvero più rate e scadenze per pagare i debiti e la sanatoria per le irregolarità formali nella dichiarazione dei redditi sanabili tramite il versamento di 200 euro per ogni periodo d’imposta.
È stata confermata l’introduzione obbligatoria della fattura elettronica in data 1° gennaio 2019, nonostante il malcontento generale manifestato tramite le varie proteste di commercialisti, titolari di Partita IVA, imprenditori, artigiani e da Fratelli d’Italia che il 12 dicembre 2018 ha manifestato in piazza Montecitorio contro la misura.
In attesa dell’approvazione del testo della Legge di Bilancio 2019, ovvero del documento finanziario cui è collegato il decreto fiscale 2019, vediamo tutte le novità di quest’ultimo introdotte in via definitiva dal Parlamento.
Decreto fiscale 2019 convertito in legge: tutte le novità nel testo collegato alla Legge di Bilancio
Il testo del decreto fiscale 2019 convertito in legge è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 18 dicembre 2018.
Nessuna modifica ulteriore nel testo definitivo del decreto fiscale 2019 che convertito nella legge n. 136 dello scorso 17 dicembre dà il via dal prossimo 1° gennaio all’obbligo di fattura elettronica e alle regole stabilite in tema di pace fiscale e rottamazione ter.
Le novità contenute nel testo definitivo del decreto fiscale 2019 riguardano l’ampliamento e la definizione dei vari capitoli sulle diverse misure, pace fiscale in primis.
L’emanazione di un decreto fiscale collegato alla prossima Finanziaria è stata stabilita dal Governo Lega M5S al fine di racchiudere in un unico testo tutte le disposizioni più urgenti in materia fiscale e alleggerire inoltre la Legge di Bilancio 2019.
Il testo in Gazzetta Ufficiale del decreto fiscale 2019, dopo le ultime modifiche apportate, presenta un indice corposo suddiviso in disposizioni come la pace fiscale e la fattura elettronica.
Sono presenti inoltre disposizioni in materia di lavoro e altre misure urgenti come le tematiche relative al fondo per il ristoro dei risparmiatori nonché la proroga del prestito per Alitalia.
Ecco le principali misure fiscali contenute nel testo ufficiale del decreto fiscale 2019:
- la nuova rottamazione ter delle cartelle esattoriali;
- varie ipotesi di definizione agevolata delle controversie tra i contribuenti e l’Agenzia delle Entrate;
- avvio dell’obbligo della fattura elettronica dal 1° gennaio 2019 senza sanzioni per i primi sei mesi;
- semplificazioni fiscali in tema di fattura elettronica, tra cui la possibilità di emissione entro dieci giorni dalla data dell’operazione.
- obbligo generalizzato di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi;
- processo digitale per la giustizia tributaria.
- Decreto fiscale 2019, testo legge conversione n. 136/2018
- Scarica il testo della legge di conversione del DL n. 119/2018 pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 18 dicembre 2018
Pace fiscale: le novità nel testo del decreto fiscale 2019 pubblicato in Gazzetta Ufficiale
La pace fiscale ha un apposito e corposo capitolo nel testo ufficiale del decreto fiscale 2019 collegato alla Legge di Bilancio.
Tra le ultimissime novità vi sono la cancellazione della dichiarazione integrativa speciale->/pace-fiscale-novita-dichiarazione-integrativa-speciale-cancellata] e l’eliminazione della misura che prevedeva il saldo e stralcio delle cartelle non pagate per i contribuenti in difficoltà.
Senza dichiarazione integrativa speciale non sarà più possibile regolarizzare gli importi omessi nella dichiarazione dei redditi, tuttavia i contribuenti in debito potranno sanare solo quanto dichiarato al Fisco.
D’altra parte il Parlamento ha approvato invece la sanatoria sulle sanzioni per gli errori formali commessi nella dichiarazione dei redditi.
Per quel che riguarda la rottamazione ter delle cartelle esattoriali si ricorda che essa è prevista anche per chi aveva già beneficiato della rottamazione bis e ha versato almeno una rata. Tali contribuenti hanno la possibilità di ridefinire il proprio debito con il Fisco (relativo al periodo tra il 2000 e il 2017) alle seguenti condizioni agevolate:
- l’eliminazione del pagamento delle sanzioni e degli interessi di mora;
- la possibilità di rateizzare il pagamento in 5 anni pagando un interesse ridotto del 2% l’anno;
- la possibilità di compensare i debiti con il Fisco con i crediti nei confronti della pubblica amministrazione.
In materia di pace fiscale sono previste inoltre diverse ipotesi di definizione agevolata delle controversie tra i contribuenti e l’Agenzia delle Entrate. Nello specifico è prevista la definizione agevolata:
- dei carichi affidati all’agente della riscossione a titolo di risorse proprie dell’Unione europea;
- delle controversie tributarie nei confronti dell’Agenzia delle entrate;
- degli atti del procedimento di accertamento;
- degli atti dei procedimenti verbali di contestazione;
- delle imposte di consumo.
Si ricorda che sono escluse dalla pace fiscale le somme provenienti dall’estero.
Fattura elettronica: le novità sulle semplificazioni fiscali nel testo del decreto fiscale 2019
Il secondo capitolo del testo ufficiale del decreto fiscale 2019 è dedicato alla fattura elettronica e contiene le relative disposizioni in materia di semplificazioni fiscali.
Al di là del caos emerso dopo la pubblicazione della nota con i richiami in tema di trattamento dei dati personali da parte del Garante della Privacy nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, le principali novità sulla fattura elettronica sono due.
La prima è una moratoria sulle sanzioni per i primi sei mesi per i ritardi nell’invio delle fatture che non condizioneranno i termini di liquidazione dell’IVA.
Non è stata infatti approvata la proroga fino a settembre 2019 della moratoria sulle sanzioni per l’invio in ritardo delle fatture elettroniche, pertanto dal 1° luglio 2019 le trasmissioni fuori tempo massimo verranno sanzionate.
La seconda novità stabilisce che, a partire da tale data, la fattura elettronica potrà essere inviata entro dieci giorni dal compimento dell’operazione.
Il Parlamento non ha prorogato l’avvio dell’entrata in vigore della fattura elettronica che è stabilito al 1° gennaio 2019, dal momento che la misura risulta di fondamentale importanza al bilancio dello Stato, garantendo per il prossimo triennio un gettito erariale di circa 2 miliardi di euro che ormai non è più possibile reperire altrove.
Ecco nel dettaglio i diversi punti in materia di fattura elettronica presenti nel testo del decreto fiscale 2019 collegato alla Legge di Bilancio:
- disposizioni di semplificazione per l’avvio della fatturazione elettronica;
- disposizioni di semplificazione in tema di emissione delle fatture;
- disposizioni di semplificazione in tema di annotazione delle fatture emesse;
- disposizioni di semplificazione in tema di registrazione degli acquisti;
- semplificazioni in tema di detrazione dell’IVA;
- disposizione di coordinamento in tema di fatturazione elettronica.
Rottamazione ter: le misure nel decreto fiscale 2019
Facendo domanda alla rottamazione ter, ovvero alla nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, il contribuente in debito con il Fisco potrà beneficiare di ulteriori “agevolazioni” rispetto alle precedenti rottamazioni.
I contribuenti interessati potranno infatti sanare i propri debiti senza pagare le relative sanzioni e gli interessi di mora ma non solo. L’arco di tempo che viene concesso per il versamento delle somme dovute è pari a 5 anni.
Il pagamento dei debiti potrà essere effettuato in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2019 oppure tramite le nuove regole per il pagamento rateizzato.
Le ultime novità contenute nel testo definitivo del decreto fiscale 2019, convertito in legge dal Parlamento in data 12 dicembre 2018, in merito alla rottamazione ter riguardano l’aumento del numero complessivo di rate e il raddoppiamento delle scadenze entro cui poter pagare dal 2020.
Nel dettaglio, dal 2019 si pagheranno due rate, ciascuna del 10% dell’importo, con scadenza il 31 luglio per la prima e il 30 novembre per la seconda.
Inoltre dal 2020 si dovranno pagare le restanti diciotto rate rispettando le quattro scadenze fissate nei seguenti giorni: il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ogni anno.
Nel caso in cui si opterà per il pagamento in forma rateale, il contribuente sarà assoggettato ad un tasso di interesse ridotto del 2% l’anno anziché a quello del 4,5% che veniva applicato nelle precedenti rottamazioni.
I contribuenti che hanno aderito alla rottamazione-bis devono mettersi in regola con i pagamenti delle prime tre rate tramite il saldo anche della sola rata di novembre entro il 7 dicembre 2018.
Inoltre il debitore potrà utilizzare in compensazione, per tutti i versamenti necessari a perfezionare la definizione, i crediti non prescritti, certi liquidi ed esigibili, per somministrazioni, forniture, appalti e servizi, anche professionali, maturati nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Sono esclusi dalla rottamazione ter i seguenti debiti:
- le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato ai sensi dell’art. 16 del regolamento UE 2015/1589 del Consiglio, del 13 luglio 2015;
- i crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei conti;
- le multe, le ammende e le sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna;
- le sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali.
Partite IVA: trasmissione telematica dei corrispettivi e lotteria scontrini
Collegato all’avvio dell’obbligo di fattura elettronica vi è quello generalizzato di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi.
Per la fattura elettronica si è detto che l’entrata in vigore dell’obbligo è fissata al 1° gennaio 2019, mentre per l’obbligo dello scontrino elettronico e della trasmissione telematica dei corrispettivi sono previste due date di avvio:
- a partire dal 1° luglio 2019 per i soggetti con volume d’affari superiore a 400.000 euro;
- a partire dal 1° gennaio 2020 per i restanti soggetti obbligati.
Questo consentirà di eliminare alcuni adempimenti contabili come l’obbligo di tenuta dei registri e conservazione delle fatture e degli scontrini e un controllo maggiore e meno invasivo dell’Agenzia delle Entrate.
Dal 2020 partirà anche la lotteria degli scontrini.
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1 commento
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valenmar
Dicembre 2018
In Italia risiedono moltissimi ex cittadini stranieri (Regno Unito, Germania, Francia ecc.), che dopo il trasferimento in Italia per motivi di famiglia, di lavoro od altro, detengono ancora legittimamente nei paesi di origine beni immobili, conti correnti bancari ecc.. Molti di queste persone non sapevano neppure l’esistenza del monitoraggio fiscale e le esagerate sanzioni in caso di mancata presentazione del quadro RW per la dichiarazione dei redditi che avrebbero dovuto presentare in Italia essendo ora qui residenti.
Si tratta di beni immobili e capitali legittimamente detenuti all’estero senza alcun trasferimento di denaro oltre i confini dello stato. Gente che aspettava la tanto pubblicizzata sanatoria per non subire salassi estorsivi tipici del fisco italiano.
Con l’esclusione della sanatoria per tutte le attività finanziarie e patrimoniali detenute fuori dal territorio dello Stato Italiano, introdotta nel decreto fiscale senza alcuna distinzione tra capitali leciti e capitali illeciti, viene operata una eclatante discriminazione per i soggetti di cui sopra che legittimamente detengono beni e capitali all’estero e che in assoluta buona fede (per dimenticanza o perché inconsapevoli delle conseguenze introdotte dal governo Monti), non hanno provveduto al monitoraggio fiscale e ora si trovano a dover pagare delle esagerate sanzioni ( dal 3% al 15% delle somme non dichiarate, per tutte le annualità accertabili), una vera estorsione di stampo mafioso, un’altra mattanza fiscale peggio di quella del governo Monti. Se i politici del movimento 5 stelle non sanno dove prendere i soldi per i loro programmi elettorali non possono moralmente continuare con i sistemi della vecchia politica che ha vessato i cittadini italiani con tasse e sanzioni oltre ogni limite sopportabile. La predetta discriminazione ritengo che non rispetti neppure i principi su cui si basa la Comunità Europea basati sulla libera circolazione dei beni e delle persone e con particolare attenzione alla non discriminazione tra cittadini della comunità europea. Così procedendo il movimento 5 stelle non può meravigliarsi se perde consensi. La “manina” nefasta non è quella che aveva introdotto nel decreto la possibilità per i su detti soggetti di sanare la loro posizione con il vorace fisco italiano pagando sanzioni ragionevoli, ma quella che questa possibilità l’ha loro negata. Il movimento 5 stelle non può pretendere che chi si trasferisce in Italia debba fare dei corsi approfonditi per capire le complicatissime strategie dell’assurda burocrazia fiscale italiana, unica al mondo per complicazione e voracità. Spero, per quanto sopra esposto, che qualcuno, direttamente interessato, faccia ricorso alla Corte di Giustizia Europea per lo spregio all’equità e ai principi di eguaglianza dei cittadini europei.