Da gennaio partiranno migliaia di lettere dall’Agenzia delle Entrate. Ecco per chi

Patrizia Del Pidio

22 Novembre 2025 - 11:16

Ecco chi rischia di ricevere una lettera di compliance dall’Agenzia delle Entrate: non adeguarsi agli obblighi potrebbe costare caro. Vediamo come fare per giustificare eventuali anomalie.

Da gennaio partiranno migliaia di lettere dall’Agenzia delle Entrate. Ecco per chi

Migliaia di lettere saranno inviate dall’Agenzia delle Entrate dal prossimo anno. Gli invii riguardano l’obbligo di collegamento dei registratori di cassa con i POS per gli esercenti. Anche se l’adempimento, in sé appare abbastanza semplice, in alcuni casi risulta impossibile. Sono proprio questi i casi in cui l’Agenzia delle Entrate, prima di procedere con l’accertamento, provvederà all’invio di lettere di compliance.

Vediamo di cosa si tratta e chi sono gli esercenti che saranno interessati dalla compliance per non aver adempiuto all’obbligo di collegamento tra cassa e sistemi di pagamento elettronici.

L’obbligo per gli esercenti dal 1° gennaio 2026

Con il provvedimento n. 424470 del 31 ottobre 2025 l’Agenzia delle Entrate ha diffuso le nuove disposizioni di collegamento tra Pos e registratori telematici. Le regole, contenute nella Legge di Bilancio 2025, servono a implementare la tracciabilità e la sicurezza delle transazioni commerciali.

Per collegare i POS con i registratori di cassa non è necessario modificare i dispositivi, ma basta utilizzare le funzionalità rese disponibili dall’Agenzia delle Entrate nell’area riservata della sezione “Fatture e Corrispettivi”. In quest’area va associata la matricola del registratore di cassa con gli identificativi degli strumenti di pagamento elettronico.

La procedura sarà resa accessibile dal mese di marzo 2026 e per adeguarsi saranno previsti 45 giorni dalla messa a disposizione per gli strumenti che saranno utilizzati dal 1° gennaio 2026.

Per chi non si adegua sono previste sanzioni amministrative di 100 euro per ogni trasmissione, entro un limite di 1.000 euro a trimestre. Per l’omessa installazione degli apparecchi per emettere lo scontrino fiscale, inoltre, è prevista una sanzione da 1.000 a 4.000 euro che si applica anche nel caso di mancato collegamento tra il registratore di cassa in cui sono memorizzati i dati dei corrispettivi e lo strumento con il quale sono accettati i pagamenti elettronici.

I limiti dell’obbligo

Il problema principale sorge per gli esercenti che non hanno l’obbligo di dotarsi di un registratore di cassa, come tabaccai ed edicolanti o sale giochi e scommesse. Per chi paga con strumenti di pagamento tracciabile sigarette, valori bollati e giornali, non viene rilasciato lo scontrino fiscale. In tutti i casi in cui l’obbligo del registratore di cassa telematico non è previsto, quindi, i POS non possono essere associati a una cassa.

In questi casi l’Agenzia delle Entrate non trova un riscontro documentale per un pagamento elettronico ricevuto e di conseguenza potrebbe risultare, per questi esercenti, un’anomalia.

L’Agenzia delle Entrate ha confermato di essere a conoscenza di queste situazioni particolari e in caso di incongruenze tra pagamenti accettati e corrispettivi trasmessi è previsto l’invio di lettere di compliance, avvisi bonari con i quali il Fisco invita il contribuente a correggere la situazione fiscale prima di procedere ad avviare un accertamento vero e proprio.
L’esercente senza obbligo di registratore di cassa che riceve la lettera di compliance dal Fisco in cui è evidenziata l’anomalia riscontrata, può contattare l’Agenzia delle Entrate e trasmettere la documentazione che giustifica l’anomalia attraverso l’applicativo Civis.

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