Cosa succede con la decadenza della rottamazione quinquies? Pignoramenti, fermi auto e ipoteche

Patrizia Del Pidio

28 Novembre 2025 - 11:31

Se si decade dalla rottamazione quinquies gli effetti potrebbero essere molto gravosi per il contribuente. Oltre al pignoramento, al fermo auto e alle ipoteche, ecco cosa si rischia.

Cosa succede con la decadenza della rottamazione quinquies? Pignoramenti, fermi auto e ipoteche

La rottamazione quinquies, in caso di decadenza, ha effetti spiacevoli per il contribuente: pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche sono solo un primo aspetto della perdita del beneficio della sanatoria.

La rottamazione quinquies entrerà in vigore a inizio anno, probabilmente la domanda di adesione potrà essere presentata tra il 21 gennaio e il 30 aprile 2026, con la prima scadenza per il pagamento delle rate fissata al 31 luglio 2026. Gli effetti di una eventuale decadenza cosa comportano per il contribuente? Facciamo un’analisi della misura e di quello che accade se si decade.

Decadenza rottamazione quinquies

La rottamazione quinquies sembra essere più flessibile della rottamazione quater, ma gli effetti di una eventuale decadenza non cambiano rispetto alle precedenti edizioni della sanatoria.

La rottamazione quinquies offre al contribuente un arco temporale più lungo per pagare i debiti: fino a 9 anni, con 54 rate bimestrali.

La decadenza sembra più elastica e si verifica nei casi seguenti:

  • mancato pagamento della prima rata;
  • mancato pagamento dell’ultima rata;
  • mancato pagamento di due rate non consecutive.

Il contribuente non decade più se omette di pagare una singola rata (con l’eccezione della prima e dell’ultima), ma solo quando mancano all’appello due rate anche non consecutive. Se questo rappresenta un cambiamento strutturale che offre al contribuente un maggior margine, bisogna considerare che, nel disegno di legge, spariscono i cinque giorni di tolleranza. Con la rottamazione quater per ogni scadenza era previsto un arco temporale di cinque giorni per considerare il pagamento tempestivo, con la rottamazione quinquies la tolleranza sparisce e bisogna pagare inderogabilmente e in modo puntuale.

Cosa accade in caso di decadenza?

La definizione agevolata cessa di produrre i suoi effetti. Con la decadenza il debito da saldare torna a essere quello inizialmente contenuto nella cartella esattoriale: i benefici della rottamazione, che ha cancellato sanzioni, aggio e interessi, vengono meno e la somma da saldare torna a essere decisamente più alta.

In caso di mancato pagamento della prima rata o di due rate consecutive (basta un giorno di ritardo sulla seconda rata non pagata) riprendono a decorrere i termini di prescrizione e di decadenza per il recupero delle somme. Anche se i versamenti già effettuati sono acquisiti a titolo di acconto, il debito rimane pendente e l’Agenzia delle Entrate Riscossione può riprendere il recupero dei crediti con la riscossione coattiva. Il contribuente decaduto, quindi, può subire pignoramenti di conto corrente, stipendio o pensione, fermo amministrativo dell’auto ed eventuali ipoteche a garanzia del recupero delle somme dovute.

Gli eventuali pignoramenti e fermi amministrativi sospesi con l’adesione (la cancellazione avviene solo al saldo del debito) alla rottamazione quinquies, tornano a produrre il loro effetto (infatti la normativa sottolinea che “non possono essere iscritti nuovi fermi amministrativi e ipoteche, fatti salvi quelli già iscritti alla data di presentazione”).

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