“Tafazzi” colpisce ancora: LeU e PD divisi alle regionali? Un regalo a destra e M5S

Alessandro Cipolla

5 Gennaio 2018 - 12:29

Anche alle elezioni regionali Liberi e Uguali potrebbe correre per contro proprio: un regalo questo nel caso al centrodestra e ai 5 Stelle in Lombardia, Lazio, Friuli e Molise.

“Tafazzi” colpisce ancora: LeU e PD divisi alle regionali? Un regalo a destra e M5S

Le divisioni nel centrosinistra potrebbero compromettere anche le elezioni regionali. Oltre che per le politiche, nel 2018 infatti si voterà per eleggere i nuovi governatori di Lazio, Lombardia, Friuli, Molise, Basilicata, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta.

Visto il probabile election day il prossimo 4 marzo, che interesserebbe però nel caso solo Lombardia, Lazio e Molise, Liberi e Uguali sarebbe pronto a correre diviso dal Partito Democratico anche alle elezioni regionali. Una scelta questa coerente dal punto di visto politico ma che sarebbe anche un autentico regalo al centrodestra e al Movimento 5 Stelle.

Le elezioni regionali

Anche se gran parte delle attenzioni sono rivolte al dibattito politico a livello nazionale, vista la grande delicatezza e incertezza del voto del 4 marzo, nel 2018 si andrà alle urne pure in diverse regioni per eleggere i nuovi governatori.

Così come accadde nel 2013, è probabile che le regionali in Lombardia, Lazio e Molise, vengano accorpate alle politiche in un unico election day. In Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta invece si voterà a primavera inoltrata mentre, per quanto riguarda la Basilicata e il Trentino Alto Adige, le urne si apriranno in autunno.

Ancora però non è stato ufficializzato questo accorpamento, ma il sentore è che alla fine per risparmiare bei soldini ci sarà questo election day come avvenuto cinque anni fa. I tentennamenti però non mancano e hanno radici tutte politiche.

Nel Lazio e nel Molise il centrosinistra governa unito, mentre i sondaggi relativi a Giorgio Gori, il candidato del PD in Lombardia, fanno intendere che con un appoggio della sinistra la vittoria dell’attuale governatore leghista Roberto Maroni non sarebbe così scontata.

In caso però di un accorpamento del voto in queste tre regioni con le elezioni politiche, ma il discorso potrebbe valere anche per il Friuli Venezia Giulia, le strade tra Liberi e Uguali e il Partito Democratico potrebbero dividersi anche a livello locale.

Centrosinistra diviso?

Il sentore generale è che soltanto quando verrà ufficializzata la data del voto in Lombardia, Lazio e Molise, si saprà se il centrosinistra si presenterà unito alle elezioni regionali oppure diviso così come accadrà per le politiche.

In caso di election day, per Liberi e Uguali sarebbe un problema fare campagna elettorale per conto loro a livello nazionale e assieme al Partito Democratico invece nelle regioni interessate dal voto.

Anche la credibilità del progetto politico del listone di sinistra verrebbe un po’ meno. Ecco perché è ormai quasi ufficiale che in Lombardia e in Molise ognuno correrà per conto proprio, mentre nel Lazio c’è qualche chance in più di giungere a un accordo.

Il problema però è che una divisione sarebbe coerente da un punto di vista politico e programmatico, ma anche un autentico autogol visto che si andrebbe così a favorire non solo il centrodestra, ma anche il Movimento 5 Stelle che così potrebbe vincere nel Lazio e in Molise.

La sindrome di “Tafazzi”

Da quando Giacomo del trio comico Aldo Giovanni e Giacomo ha portato sul piccolo schermo la gag di Tafazzi, l’uomo in calzamaglia che si colpisce al basso ventre con una bottiglia di plastica, spesso questo nuovo neologismo che si è venuto a creare è stato usato per parlare del centrosinistra.

Questa volta però c’è la scusante che, a livello regionale, alla fine una divisione può apparire inevitabile visto quello che è successo in ambito nazionale. Nel caso quindi il problema sarebbe a monte ma questo comporterebbe inoltrarsi in un discorso lungo e complesso.

Per il centrosinistra però correre separati potrebbe essere un autentico peccato. Dopo un lungo dominio, la vittoria del centrodestra in Lombardia sarebbe in bilico con PD e Liberi e Uguali assieme.

Un sostegno compatto infatti secondo i sondaggi spingerebbe Gori a ridosso di un Maroni che, al contrario, avrebbe la strada spianata verso una riconferma al Pirellone con un centrosinistra diviso.

In Molise invece Partito Democratico e sinistra hanno governato negli ultimi cinque anni. La ricandidatura però dell’attuale governatore Paolo Di Laura Frattura, ex Forza Italia, non sarà sostenuta da Liberi e Uguali.

In questo caso però, visto che anche il centrodestra potrebbe correre con due candidati, a beneficiare di queste spaccature potrebbe essere il Movimento 5 Stelle che viene accreditato in testa dai sondaggi.

Stesso discorso anche nel Lazio. Silvio Berlusconi infatti non ha intenzione di appoggiare la candidatura del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, che piace alla destra, spingendo per piazzare un suo uomo tanto che si fa il nome di Maurizio Gasparri.

L’attuale governatore di centrosinistra Nicola Zingaretti piace alla sinistra, ma un appoggio come detto metterebbe poi in difficoltà Liberi e Uguali a livello nazionale. La decisione quindi nel Lazio è molto in bilico.

Mentre è stato molto più facile rifiutare di appoggiare un renziano di ferro come Giorgio Gori in Lombardia e un centrista come Paolo Di Laura Frattura in Molise, per quanto riguarda Nicola Zingaretti l’apprezzamento invece è molto alto.

Anche qui i sondaggi ci dicono che unito il centrosinistra sarebbe in vantaggio ma, divisi, la grande favorita diventerebbe Roberta Lombardi del Movimento 5 Stelle soprattutto se, come pare, anche il centrodestra non si metterà d’accordo per un candidato unico.

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