Rating Italia in serie A, tutte le promozioni fioccate sui BTP

Laura Naka Antonelli

20 Ottobre 2025 - 14:43

Appena arrivata un’ottima notizia dal mondo delle agenzie di rating per l’Italia e i suoi BTP. Schiaffo invece dallo stesso mondo per gli OAT della Francia.

Rating Italia in serie A, tutte le promozioni fioccate sui BTP

Rating Italia in serie A, il sogno si è realizzato. A tramutarlo in realtà è stata venerdì scorso 17 ottobre l’agenzia di rating DBRS Morningstar, che ha annunciato l’upgrade del giudizio sul debito pubblico dell’Italia dal precedente BBB (high)” a “A (low)”, a fronte di un trend stabile.

Si tratta di una ottima notizia per i BTP e, guardando alla grande novità per i Titoli di Stato italiani, anche per la sesta edizione del BTP Valore, che è partita oggi, lunedì 20 ottobre, e che andrà avanti fino a venerdì 24 ottobre, alle 13, salvo chiusura anticipata.

Anche DBRS promuove l’Italia dopo upgrade Fitch. Il grande ingresso dei BTP nel club dei rating A

La promozione di DBRS Morningstar segue quella di Fitch Ratings che, alla metà di settembre, ha migliorato il rating sul debito pubblico italiano, facendolo salire dal livello precedente pari a “BBB” a “BBB+”, con outlook stabile.

Immediata la reazione del diretto interessato, ovvero del guardiano dei conti pubblici Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze del governo Meloni, che ha subito commentato la notizia dell’upgrade di DBRS, mettendo in evidenza il grande lavoro compiuto dall’esecutivo.

Giorgetti ha commentato il grande ingresso del rating dell’Italia nella categoria A definendo il miglioramento del rating “frutto del lavoro costante di questi tre anni di governo”.

Ora, ha aggiunto il titolare del Tesoro, “ l’Italia torna in serie A con grande orgoglio ”.

L’upgrade certifica il ritorno del rating dell’Italia al livello più alto dal 2018

Giorgetti non è stato sicuramente l’unico a brindare, mentre l’ottima notizia è stata messa in risalto anche dalla stampa internazionale.

Un articolo di Bloomberg ha fatto notare, per esempio che, con la mossa di DBRS, il rating dell’Italia è balzato al livello più alto, mai riconosciuto in precedenza da qualsiasi agenzia di rating, dal 2018.

L’upgrade, parola dell’agenzia DBRS, è avvenuto per il seguente motivo:

“La riduzione cumulativa delle vulnerabilità del suo settore bancario e il miglioramento del settore estero si sono tradotti in una economia più resiliente, e il consolidamento fiscale continuerà, aiutando almeno a stabilizzare il rapporto del debito pubblico nel medio termine”.

DBRS ha lodato insomma l’impegno dell’Italia di Meloni a risanare le casse dello Stato, che continuano a essere affossate dalla seconda mole più imponente di debito pubblico dell’Eurozona, dopo quella della Grecia: “L’Italia sta per riportare il suo secondo anno consecutivo di risultati fiscali migliori delle attese, nel 2025, grazie all’incasso superiore delle entrate fiscali e al controllo delle spese”.

Ancora l’agenzia di rating: “Nonostante il momentum di crescita più debole e l’aumento delle pressioni sulla spesa nel medio termine, la stabilità e i risultati del governo conferiscono credibilità al piano di consolidamento fiscale di medio termine ”.

Bloomberg non ha indorato tuttavia la pillola, ricordando le sfide a cui l’Italia fa fronte, ovvero il rischio che il PIL soffra un altro anno di crescita debole, vista l’espansione del prodotto interno lordo attesa dallo stesso governo Meloni pari ad appena +0,5%.

Inoltre, stando alle ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale appena annunciate, il rapporto debito-PIL dell’Italia toccherà il picco soltanto nel 2027, quando si attesterà al 138,5%.

Non viene negato comunque negato il fatto che gli investitori siano rimasti impressionati dall’impegno che il governo Meloni ha mostrato nel tenere sotto controllo i conti pubblici. Impegno che si rispecchia nel trend dello spread BTP-Bund a 10 anni a 10 anni che, dopo aver bucato anche la soglia psicologica dei 100 punti base - portando il governo italiano a cantare vittoria (e la premier Meloni a fare anche una gaffe che rimarrà nella storia) - è crollato fino a 80 punti base attuali (ma durante l’estate, come ha ricordato il MEF, è scivolato anche al di sotto di questa soglia, capitolando fino a 71 punti base).

Il forte calo è evidente, se si ricorda che lo spread BTP-Bund a 10 anni oscillava attorno ai 220 punti base quando Giorgia Meloni, tre anni fa, diventò presidente del Consiglio nell’ottobre del 2022.

All’inizio di quest’anno, lo spread BTP-Bund viaggiava inoltre attorno a quota 115 punti base. E basta anche questo valore per dimostrare quanti progressi abbia fatto il differenziale in questi ultimi mesi.

Non è stata inoltre soltanto DBRS Morningstar a premiare il lavoro di Meloni e di Giorgetti. Lo scorso aprile, un premio è arrivato da S&P Global Ratings, che ha deciso poi di non muoversi di recente.

L’altra agenzia che ha portato il governo Meloni a gongolare in queste ultime settimane è stata invece sicuramente Fitch Ratings, che ha migliorato il giudizio lo scorso settembre, e che a questo punto è davvero vicina a portare anch’essa il rating dell’Italia ad A, magari in occasione del prossimo aggiornamento del rating previsto per la prossima primavera.

In attesa del verdetto dell’agenzia di rating più severa nei confronti dei BTP. Moody’s

Il grande verdetto atteso dai mercati è atteso per il prossimo 21 novembre, quando a esprimersi sarà l’altra grande delle tre sorelle del rating (S&P Global, Fitch e Moody’s), ovvero Moody’s; la stessa che due anni fece tremare i BTP e lo spread, prima che esprimesse il suo giudizio, per il timore di un downgrade che avrebbe portato il rating dell’Italia a “junk”, dunque al livello spazzatura.

Ancora adesso il giudizio di Moody’s sui BTP è rimasto immutato, pari a Baa3, dunque superiore alla valutazione junk di appena un gradino.

Moody’s è di fatto quella che, tra le cinque agenzie di rating che sono attenzionate dalla BCE e dai mercati, a dare una valutazione ancora così bassa al debito pubblico dell’Italia, pari praticamente all’ultimo gradino dei giudizi considerati investment grade.

Vero tuttavia che, pur non avendo migliorato ancora il rating, Moody’s si è comunque mossa, anch’essa la scorsa primavera, rivedendo al rialzo l’outlook da stabile a positivo.

Non è dunque escluso che, proprio sulla scia dell’outlook che è stato promosso, anche Moody’s finisca con il fare la gioia del governo Meloni, annunciando il prossimo 21 novembre un upgrade del rating.

D’altronde già nel novembre del 2023, in quel giorno tanto paventato dai mercati per il rischio che i BTP venissero marchiati con il junk, pur lasciando invariato il rating del debito al livello tuttora limite Moody’s premiò il lavoro di Meloni & Co, alzandolo l’outlook da “negativo” a “stabile; è stato poi lo scorso 23 maggio 2025 il giorno in cui l’agenzia ha rivisto al rialzo ulteriormente l’outlook, portandolo a “positivo

Detto questo, il rating decisamente basso che l’agenzia tuttora assegna ai BTP non le certamente impedito, anche ultimamente, di premiare un bond emessa da una banca italiana, che non deve dire certo grazie ai BTP per il giudizio che vanta. Tutt’altro.

La promozione del rating dell’Italia firmata da S&P Global, che poi non si è mossa

Per quanto riguarda S&P Global, quest’altra agenzia di rating, se così si può dire, ha già dato.

Lo scorso 11 aprile 2025 il rating sui Titoli di Stato italiani riconosciuto è stato aumentato infatti da “BBB” a “BBB+”, con outlook stabile.

In quel giorno del giudizio, quando ha emesso il verdetto, S&P ha spiegato l’outlook stabile con “l’economia diversificata” dell’Italia, con i “cuscinetti di risparmio del settore privato” e con l’appartenenza all’Unione economica e monetaria. Elementi che, ha puntualizzato, hanno fatto da contraltare alle debolezze che caratterizzano i conti pubblici italiani, ovvero “agli elevati livelli del debito governativo e alle sfide demografiche”.

Lo scorso 10 ottobre S&P Global ha poi confermato lo status quo, dunque la valutazione pari a BBB+, che rimane a questo punto, così come nel caso Fitch, distante dal club dei Paesi a rating A di un solo gradino.

I rating assegnati ai BTP nel corso degli ultimi anni dalle 5 principali agenzie I rating assegnati ai BTP nel corso degli ultimi anni dalle 5 principali agenzie Rating Italia, nel grafico la storia dei giudizi assegnati al debito pubblico (BTP) da S&P Global, Fitch Ratings, Moody's, DBRS, Scope Ratings (Fonte: Bloomberg).

Schiaffo S&P Global dopo Fitch Ratings alla Francia di Macron. OAT colpiti da nuovo downgrade

Sempre S&P Global non ha invece avuto alcuna pietà, come Fitch Ratings, nei confronti degli OAT francesi, annunciando venerdì scorso 17 ottobre 2025, mentre l’Italia veniva premiata da DBRS, di aver tagliato il rating sul debito pubblico della Francia, dunque sugli OAT, da “AA-” ad “A+”, tra l’altro annunciando anche un outlook negativo.

Le motivazioni date hanno a che fare ovviamente con il caos istituzionale che ha continuato ad abbattersi sulla Francia: “Crediamo che l’incertezza politica condizionerà l’economia francese zavorrando gli investimenti e i consumi, e dunque la crescita economica”, ha avvertito l’agenzia di rating, portando così il ministro delle Finanze francese Roland Lescure a lanciare un chiaro avvertimento.

A questo punto, ha ammonito Lescure, è “ responsabilità collettiva del governo e del Parlamento ” varare una legge di bilancio entro la fine dell’anno, per fare in modo di inviare ai mercati il messaggio che il rapporto deficit-PIL della Francia scenderà al target del 3% del PIL entro il 2029.

Per fare un paragone, secondo il ministro Giorgetti il deficit-PIL dell’Italia centrerà quell’obiettivo già questo anno. Una differenza non da poco, che i mercati - e le stesse agenzie di rating - hanno capito subito, continuando a premiare i BTP a discapito degli OAT, come emerge dalla performance annuale dei rendimenti di questi due Titoli di Stato dell’area euro.

E come dimostra anche il fatto che lo spread Italia-Francia a 10 anni sia arrivato non solo ad azzerarsi nelle ultime sedute, ma perfino a diventare negativo, per la prima volta nella storia dell’Eurozona.

Oggi lo spread Italia-Francia a 10 anni, caso curioso, rimane pari a zero, con i rendimenti degli OAT e dei BTP che viaggiano entrambi attorno al 3,38%.

Reazione particolare, se si considera che l’Italia è stata appena promossa, e la Francia appena bocciata. Entrambe, di nuovo.

I rendimenti italiani sono fermi, mentre i rendimenti degli OAT francesi avanzano di 2 punti base. Non molto, se si considera la sberla del rating appena arrivata.

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