Un’obbligazione con un buon grado di rischio capace di rendere o togliere tanto a seconda delle future dinamiche dei mercati
                                    
                                    
                                    
                                     
                                    
                                    
                                     
                                        
                                    
                                     
                                    
                                    
                                    
                                    
                                    
                                    Il ritorno è spesso una conseguenza diretta del grado di rischio insito a una data scelta di investimento. Se si punta alla troppa certezza non bisogna avere chissà quali pretese in termini di rendimenti nominali. Anzi, se l’inflazione di periodo dovesse essere alta il ritorno reale finale ne risulterebbe addirittura negativo.
Di contro, vi sono bond con livelli di rischi e rendimenti, di opportunità e di minacce che bisogna saper maneggiare con cura. Potrebbe essere il caso del bond in dollari americani emesso da Goldman Sachs (GS). Vediamolo meglio, anticipando che bastano 86,50 € per questo bancario che paga il 21% in 2 anni e poi cedole variabili. Ipotizzando di allocare 10.000 €, nei primi 2 anni il ritorno ammonterebbe a 2.100 €.
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                La dual tranche in euro e dollari USA del corporate bond
Si tratta di una dual tranche che condivide emittente, durata massima possibile e struttura dei payout, mentre diverge nelle cedole e nelle valute. Abbiamo già visto l’obbligazione denominata in euro, per cui ora qui ci soffermeremo solo sul titolo in valuta estera.
L’ISIN identificativo ISIN è XS3033850374 ed è quotato e negoziato sul segmento EuroMOT di Borsa Italiana e sottoscrivibile tramite la propria banca. La natura retail del titolo emerge tutta dalla considerazione del taglio minimo di sottoscrizione a soli 100 USD. Al cambio attuale €/$ di 1,1560 vuol dire che sono sufficienti 86,50 €, più spese di commissioni bancarie, per acquistarne uno.
Il flottante è di soli 80 mln di USD, ma l’emittente lo potrà diminuire in ogni momento cancellando lo stock di titoli eventualmente non sottoscritti. Il rating GS, infine, è investment grade pari ad A per Fitch, ad A2 per Moody’s e a BBB+ per S&P.
L’incertezza della durata di questo bond bancario
L’obbligazione ha prezzo di emissione a 100, data di emissione 24/10/’25 e scadenza massima allo stesso giorno del 2035. Nei fatti potrebbe durare molto meno visto che GS si è riservato il diritto di estinguerlo anzitempo a sua discrezione a partire dal 2° anno. In pratica dal 24 ottobre ’27 e poi ad ogni 24/10 fino al 2034 l’emittente può richiamare il prestito e rimborsarlo al 100% del valore nominale. Ovviamente cedole e capitale saranno sempre regolati in $ USA visto che è la valuta ufficiale del prestito obbligazionario.
L’esercizio della call ridurrebbe il potenziale monte cedole dell’investimento ed esporrebbe al rischio di reinvestimento. Ossia a uno scenario di mercato con tassi nominali annui inferiori agli attuali e che, in fin dei conti, sarebbe il presupposto per il rimborso anticipato. Di contro non mancano investitori che vedono nella call una buona exit way dall’investimento a 100 dopo aver incassato le ricche cedole iniziali. Ciò darebbe modo di disporre del capitale magari sfruttando le future occasioni di mercato che al momento non è dato sapere e/o disporre. Punti di vista.
Laddove non rimborsato anticipatamente, il prestito continua ad essere fruttifero e a produrre interessi fino a naturale scadenza. Sarebbe quest’ultima l’altra data certa in cui uscire a 100 dal titolo, sperando di aver acquistato alla pari o sotto la pari.
La struttura dei rendimenti del bond in dollari USA
Nel gergo finanziario, il bond GS è un “Callable Fixed Rate to Capped and Floored Inverse Floating Rate Note”. Sulla natura callable ci siamo già spesi, mentre quella “Inverse Floating” coinvolge la parte variabile dei payout del bond. Al riguardo il flusso annuo delle obbligazioni Goldman Sachs è pari a:
- 10,50% fisso il 1° e 2° anno (24/10/’26 e il 24/10/’27), pari al 7,77% al netto del 26% di ritenuta fiscale;
 - cedole variabili per i residui 8 anni, dal 3° al 10°, con un minimo (floor) dello 0,00% e un massimo (cap) del 7,50% p.a. L’importo cedolare annuo sarà pari alla differenza tra il 7,50% e 1,5 volte il tasso SOFR 1 anno in $ USA. Ad esempio se il Secured Overnight Financing Rate fosse del 2,5% allora la cedola sarebbe pari a: 7,50% – 1,5X2,5% = 3,75%, e così via per altri livelli SOFR 1y.
 
Vista con gli occhi dell’investitore, l’ideale sarebbe avere tassi SOFR 1y mediamente bassi e il mancato esercizio del richiamo da parte di GS. Se mediamente alti, invece, ci rimetterebbe perché la banca d’affari USA non eserciterebbe la call in quanto pagherebbe cedole basse per 8 anni. Vista con gli occhi del debitore, infine, le convenienze e le considerazioni si ribaltano.
Bastano 86,50 € per questo bancario che paga il 21% in 2 anni e poi cedole variabili
Oltre all’incertezza della durata effettiva dell’investimento si aggiunge anche quella legata al cambio €/$ e ai payout incassati. Il bond paga il 21% lordo in 24 mesi, e sotto certi aspetti è l’unica certezza. Poi c’è la parte variabile che pesa per i restanti 8 anni di vita utile, a patto non arrivi prima la call.
Cruciali si rivelano anche le valutazioni legate al cambio euro dollaro a scadenza o alla data di call o di rivendita a mercato. Tra 10 o X anni il cross tra le due monete potrebbe essere a 0,95 o 1,35 facendo la fortuna o la sfortuna dell’investitore nazionale ma in USD. In caso di futura svalutazione del $ le cedole servirebbero a pagare tutto o parte la perdita da cambio subita.
Di contro l’obbligazione gode di un buon rating emittente e di una cedola iniziale molto ricca. Questa arriva in principio, nei primi anni, e può essere reinvestita a sua volta a beneficio del ritorno complessivo. Quanto all’eventuale call, infine, può essere un pro o un contro a seconda delle proprie operatività e, sotto certi aspetti, punti di vista.
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