Mario Draghi ha promesso ai sindacati un’estensione della platea dei beneficiari dell’Ape Sociale, più una proroga per un altro anno. Ecco chi potrà smettere di lavorare a 63 anni.
Pensione a 63 anni confermata nel 2022 ma con un maggior numero di persone che ne potranno beneficiare. Sono queste le ultime notizie in vista dell’approvazione della Legge di Bilancio 2022.
Come noto, nella serata di martedì 26 ottobre si è tenuto l’incontro tra Mario Draghi e i sindacati per discutere di alcuni aspetti della prossima manovra. Non è andata bene, specialmente quando il discorso si è spostato sull’argomento pensioni con il premier che ha deciso di abbandonare in anticipo il confronto, ufficialmente “per un altro impegno”.
“Non mi aspettavo interventi tanto polemici”, ha spiegato Mario Draghi, il quale ha poi spiegato che l’unica via è quella di una “transizione, seppur graduale, verso la normalità”. Normalità che, ricordiamo, risponde alle regole della Legge Fornero.
Non che non ci siano state proposte da parte dell’Esecutivo, anzi. Da parte del Governo Draghi, infatti, è arrivata l’apertura verso due proposte non comprese nel Documento programmatico di bilancio, ossia la proroga di Opzione Donna e dell’Ape Sociale, con un rafforzamento di quest’ultima.
Ed è proprio sull’Ape Sociale che ci concentreremo in questo articolo facendo chiarezza su quali potrebbero essere le categorie che vi potranno accedere qualora effettivamente il Governo Draghi dovesse procedere in direzione di un ampliamento della platea dei beneficiari.
Ape Sociale: proroga confermata per la pensione a 63 anni
C’erano pochi dubbi a riguardo, ma la conferma di Mario Draghi è comunque importante: l’Ape Sociale, in scadenza il 31 dicembre 2021, verrà prorogata. Ma attenzione: la misura sperimentale non verrà stabilizzata: con la Legge di Bilancio 2022, infatti, si provvederà solamente a una proroga per un altro anno.
Anche per chi ne matura i requisiti entro il 31 dicembre 2022, dunque, si aprono le porte dell’Ape Sociale con una possibilità di pensionamento a 63 anni. In realtà parlare di “pensione” non è corretto quando ci riferiamo all’Anticipo PEnsionistico.
L’Ape, infatti, consente un’uscita anticipata dal mercato del lavoro, mentre il diritto alla pensione si raggiunge una volta che vengono soddisfatti i requisiti fissati dalla Legge Fornero del 2011. Nel contempo, però, coloro che ne soddisfano i requisiti hanno diritto a un’indennità sostitutiva della pensione che li accompagnerà fino al momento del pensionamento. Un sussidio importante, con il vantaggio che non ci sono penalizzazioni per chi aderisce a questa misura in quanto è lo Stato a farsi carico di tutti i costi.
Pensione a 63 anni nel 2022: per quali lavoratori?
La novità che esce dall’incontro tra Mario Draghi e i sindacati riguarda la possibilità di un rafforzamento dell’Ape Sociale. All’interno del Documento programmatico di Bilancio, infatti, si parlava solamente di proroga della misura e non di un’estensione della platea dei beneficiari.
A quanto pare, invece, questo progetto potrebbe essere in Legge di Bilancio con l’inclusione di nuove categorie di lavoratori. Quali? Oggi, oltre a disoccupati, invalidi e caregiver, possono accedere all’Ape Sociale i lavoratori che rientrano nelle 15 categorie di gravosi, quali:
- Gli operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
- Conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
- Conciatori di pelli e di pellicce;
- Conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
- Conduttori di mezzi pesanti e camion;
- personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
- Addetti all’assistenza di persone in condizioni di non autosufficienza;
- Insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
- Facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
- Personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
- Operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
- Siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nel perimetro dei lavori usuranti;
- Operai dell’agricoltura, della zootecnia e pesca;
- Pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare dipendenti o soci di cooperative;
- Marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini ed acque interne (l’attestazione dello svolgimento dell’attività gravosa deve essere prodotta dal datore di lavoro attraverso il modulo Ap116).
A questi se ne aggiungeranno altri, risultato del lavoro svolto dall’apposita commissione presieduta dall’ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano. Questa ha individuato altre 29 categorie di lavori gravosi, quali:
- Conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali/Conduttori di impianti per la trasformazione dei minerali;
- Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica e professioni assimilate;
- Vasai, soffiatori e formatori di vetrerie e professioni assimilate ;
- Fabbri ferrai costruttori di utensili ed assimilati;
- Personale non qualificato nella manifattura;
- Attrezzisti, operai e artigiani del trattamento del legno ed assimilati;
- Operai forestali specializzati;
- Conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
- Conduttori di macchine agricole;
- Conduttori di macchinari per tipografia e stampa su carta e cartone;
- Meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (esclusi gli addetti alle linee di montaggio industriale);
- Conduttori di macchinari per la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche;
- Artigiani ed operai specializzati delle lavorazioni alimentari;
- Operatori della cura estetica;
- Artigiani ed operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento;
- Operai addetti a macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche e per prodotti minerali/Operai addetti a macchinari in impianti per la produzione in serie di articoli in legno;
- Artigiani ed operai specializzati della meccanica di precisione su metalli e materiali assimilati;
- Operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
- Artigiani delle lavorazioni artistiche del legno, del tessuto e del cuoio e dei materiali assimilati/Artigiani ed operai specializzati dell’industria dello spettacolo;
- Artigiani e operai specializzati dell’’installazione e della manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche;
- Operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali;
- Conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
- Operai dei rivestimenti metallici, della galvanoplastica e per la fabbricazione di prodotti fotografici;
- Operai addetti a macchine confezionatrici di prodotti industriali;
- Operai addetti a macchinari fissi nell’agricoltura e nella prima trasformazione dei prodotti agricoli/Operai addetti a macchinari fissi per l’industria alimentare;
- Artigiani ed operai specializzati delle attività poligrafiche;
- Operai addetti a macchinari dell’industria tessile, delle confezioni ed assimilati;
- Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali Portantini e professioni assimilate;
- Addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate.
Queste, più le 15 sopra, dovrebbero essere le categorie di lavoratori che potranno accedere all’Ape Sociale nel 2022 (data della nuova scadenza, poi si vedrà), smettendo di lavorare a 63 anni. A patto che nel contempo abbiamo maturato 36 anni di contributi (mentre per tutte le altre categorie l’Ape Sociale si raggiunge con 30 anni di contributi).
Un piano che comunque dovrà essere messo nero su bianco in Legge di Bilancio: per il momento c’è solo la promessa - seppure importante - del Presidente del Consiglio.
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