Pensioni, notizia bomba. Aumento di 640 euro in arrivo

Simone Micocci

28 Giugno 2025 - 09:46

Cambiano gli importi della pensione? Non c’è solo la rivalutazione: il governo lavora a un incremento netto attraverso un taglio dell’Irpef. Ecco la tabella.

Pensioni, notizia bomba. Aumento di 640 euro in arrivo

Dal prossimo gennaio 2026 potrebbe arrivare un doppio aumento delle pensioni, frutto sia della consueta rivalutazione annuale sia di una possibile novità fiscale che il governo punta a introdurre con la prossima legge di Bilancio 2026.

Se da una parte la rivalutazione serve a proteggere il potere d’acquisto degli assegni pensionistici adeguandoli al costo della vita, dall’altra si sta lavorando a una riforma fiscale che potrebbe incidere direttamente sull’importo netto che entra nelle tasche dei pensionati. Più nel dettaglio, l’obiettivo è garantire un ulteriore aumento delle pensioni grazie a un taglio dell’Irpef, concentrato questa volta sulla fascia media di reddito.

Secondo le ipotesi attuali, il governo intenderebbe ridurre dal 35% al 33% l’aliquota sul secondo scaglione di reddito, ampliando al tempo stesso la soglia di applicazione fino a 60.000 euro. Una misura che porterebbe un risparmio fiscale per tutti coloro che hanno redditi superiori a 28.000 euro, con un possibile aumento delle pensioni fino a 640 euro l’anno, pari a poco meno di 55 euro al mese su 12 mensilità.

Non si tratta però di una certezza, in quanto la fattibilità di questa operazione dipenderà dalle risorse disponibili, stimate in circa 5 miliardi di euro, che il governo punta a reperire attraverso il concordato preventivo e la lotta all’evasione fiscale. Solo quando questi fondi saranno individuati, nonché confermati, il taglio dell’Irpef potrà diventare realtà.

In attesa di capire se il piano andrà in porto, vediamo nel dettaglio come funzionerebbe il meccanismo, chi ne beneficerebbe e di quanto potrebbero crescere gli importi a partire dal 2026.

Cos’è il prossimo aumento delle pensioni

A differenza della rivalutazione attesa a inizio 2026 con la quale si interviene sugli importi lordi della pensione, con l’aumento in oggetto è il netto dell’assegno a crescere. Merito di un possibile cambio delle regole per il calcolo dell’Irpef, in particolare per il secondo scaglione.

Oggi l’imposta è così calcolata:

  • per i primi 28.000 euro di reddito (il primo scaglione è stato unito al secondo con la riforma fiscale del 2024) si applica un’aliquota del 23%;
  • per la parte di reddito compresa tra 28.000 e 50.000, invece, l’aliquota è del 35%;
  • infine, sopra i 50.000 euro, l’aliquota è del 43%.

Ebbene, con la prossima riforma si interverrà sul secondo scaglione, con quella che dovrebbe essere una duplice manovra. Da una parte se ne riduce l’aliquota, che verrebbe portata al 33% con uno risparmio del 2% per la parte di reddito compresa in questa soglia, mentre dall’altra ne viene incrementata la soglia limite fino a 60.000 euro.

Di quanto aumentano gli assegni

Basta avere qualche nozione su come si calcolano le tasse sulla pensione per capire di quanto aumenterebbero le pensioni nel caso in cui una tale operazione si concretizzasse. L’Irpef è calcolata in maniera progressiva: ciò significa che si applica l’aliquota di riferimento per la parte di reddito compresa in quella soglia.

Ad esempio, su una pensione di 30.000 euro si applica il 23% sui primi 28.000 euro e il 35% sui successivi 2.000 euro.

Per calcolare quanto spetta con l’aumento, quindi, bisogna prendere la parte della propria pensione che è compresa tra 28.000 e 60.000 euro (visto che dovrebbe essere questa la nuova soglia per il secondo scaglione) e calcolarne il 2% (per farlo vi basterà moltiplicare per 0,02).

In questa tabella vi abbiamo semplificato i calcoli: trovate infatti gli importi di riferimento in base all’importo lordo della vostra pensione.

Pensione annua lorda Pensione mensile lorda Importo tassato con l’aliquota del secondo scaglione Risparmio annuo con aliquota del 33% Risparmio mensile su 12 mensilità
28.000 2.153,85 0 0,00 0,00
30.000 2.307,69 2.000 40,00 3,33
32.000 2.461,54 4.000 80,00 6,67
34.000 2.615,38 6.000 120,00 10,00
36.000 2.769,23 8.000 160,00 13,33
38.000 2.923,08 10.000 200,00 16,67
40.000 3.076,92 12.000 240,00 20,00
42.000 3.230,77 14.000 280,00 23,33
44.000 3.384,62 16.000 320,00 26,67
46.000 3.538,46 18.000 360,00 30,00
48.000 3.692,31 20.000 400,00 33,33
50.000 3.846,15 22.000 440,00 36,67
52.000 4.000,00 24.000 480,00 40,00
54.000 4.153,85 26.000 520,00 43,33
56.000 4.307,69 28.000 560,00 46,67
58.000 4.461,54 30.000 600,00 50,00
60.000 4.615,38 32.000 640,00 53,33

Nella migliore delle ipotesi, quindi, ci si avvicina a un risparmio mensile di 55 euro al mese, 53,33 euro per l’esattezza. Circa 30 euro al mese, invece, spettano con un reddito di 46.000 euro, mentre più ci si avvicina alla soglia dei 28.000 euro e più l’importo si riduce.

Quando arriva l’aumento?

A confermare l’intenzione del governo di procedere con un nuovo taglio dell’Irpef per il ceto medio, che potrebbe tradursi in un incremento della pensione netta a partire dal 2026, è stato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. Intervenendo durante il Festival dell’Economia di Trento che si è tenuto il mese scorso, questo ha ribadito che l’attuazione dei principi contenuti nella delega fiscale approvata lo scorso anno rappresenta una priorità assoluta per l’Esecutivo, pur sottolineando come tutto resti legato alla compatibilità con i vincoli di bilancio e alla disponibilità delle risorse necessarie.

L’obiettivo dichiarato è di recuperare dai 4 ai 5 miliardi di euro, cifra indispensabile per finanziare un intervento che possa alleggerire il carico fiscale sul reddito medio, generando un beneficio diretto anche sui trattamenti pensionistici. Il governo punta così a reperire questi fondi attraverso il concordato preventivo e la lotta all’evasione fiscale, strumenti su cui però al momento si attendono ancora dati certi e risultati definitivi.

Quel che è certo è che il nuovo taglio dell’Irpef non entrerà in vigore già nei prossimi mesi, come inizialmente ipotizzato. Le tempistiche si sono infatti spostate, e ogni decisione è stata rimandata alla legge di Bilancio 2026. Qualora le nuove regole venissero effettivamente approvate, il relativo aumento derivante dalla minore tassazione scatterebbe a partire da gennaio del prossimo anno, portando vantaggi non solo ai pensionati ma anche a lavoratori dipendenti, autonomi e a tutti i contribuenti interessati dal secondo scaglione di reddito.

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